Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

I. Öffentlich-rechtliche Abteilung, Beschwerde in öffentlich-rechtlichen Angelegenheiten 1C.542/2017
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Bundesgericht 
Tribunal fédéral 
Tribunale federale 
Tribunal federal 
 
                [displayimage]  
 
 
1C_542/2017  
 
 
Sentenza del 24 aprile 2018  
 
I Corte di diritto pubblico  
 
Composizione 
Giudici federali Merkli, Presidente, 
Eusebio, Kneubühler, 
Cancelliere Crameri. 
 
Partecipanti al procedimento 
A.________, 
ricorrente, 
 
contro 
 
Ufficio federale di polizia (Fedpol), Nussbaumstrasse 29, 3003 Berna, 
 
Oggetto 
Cancellazione di dati registrati nel sistema d'informazione HOOGAN, 
 
ricorso contro la sentenza emanata l'11 settembre 2017 dal Tribunale
amministrativo federale, Corte I 
(A-7483/2016). 
 
 
Fatti:  
 
A.   
Il 21 agosto 2016 A.________ si trovava in Germania, a Bietigheim-Bissingen,
per assistere a una partita amichevole di disco su ghiaccio tra una squadra
danese e l'Hockey Club Ambrì-Piotta. In quell'occasione si sono verificati
disordini provocati da una ventina di individui che hanno fatto uso di violenza
fisica verso terzi, in particolare contro le forze dell'ordine tedesche.
A.________ è stato fermato, identificato e posto in stato di fermo; a suo
carico è stato aperto un procedimento penale in Germania. 
 
B.   
Su richiesta dell'Ufficio federale di polizia (Fedpol), nei confronti
dell'interessato il 31 agosto 2016 la Federazione svizzera di Hockey su
ghiaccio ha emanato un divieto di accedere agli stadi svizzeri dal 1° settembre
2016 al 31 agosto 2019. Su istanza di Fedpol, il 2 settembre 2016 anche la
Polizia cantonale ticinese ha disposto un divieto, valido dal 9 settembre 2016
all'8 settembre 2018, di accedere agli impianti di calcio e di disco su
ghiaccio svizzeri, decisione impugnata dall'interessato nella sede cantonale
con ricorso del 13 settembre 2016. 
 
C.   
Con decisione del 27 settembre 2016 Fedpol ha informato l'interessato che in
applicazione della Legge federale sulle misure per la salvaguardia interna del
21 marzo 1997 (LMSI; RS 120) i suoi dati personali sono stati registrati nel
sistema d'informazione HOOGAN. L'interessato ha chiesto a Fedpol di cancellarli
e all'incaricato della protezione dei dati e della trasparenza di verificare il
procedimento. Con decisione dell'11 novembre 2016 Fedpol ha respinto il
ricorso. Adito dall'interessato, con giudizio dell'11 settembre 2017 il
Tribunale amministrativo federale (TAF) ne ha respinto il gravame. 
 
D.   
Avverso questa decisione A.________ presenta un ricorso al Tribunale federale.
Postula di annullarla unitamente a quella di Fedpol e a quelle relative ai due
citati divieti, nonché di cancellare le informazioni registrate nel sistema
HOOGAN. 
Non sono state chieste osservazioni, ma è stato richiamato l'incarto del TAF. 
 
Con scritto del 4 aprile 2018 il ricorrente ha prodotto atti assunti dal suo
legale germanico nel contesto dei procedimenti in corso a Berlino. 
 
 
Diritto:  
 
1.  
 
1.1. Il ricorso presentato tempestivamente contro una decisione del TAF (art.
86 cpv. 1 lett. a LTF) è ammissibile. La legittimazione del ricorrente è
pacifica.  
 
1.2. Secondo l'art. 42 cpv. 1 e 2 LTF, il gravame dev'essere motivato in modo
sufficiente, spiegando nei motivi perché l'atto impugnato viola il diritto. Il
Tribunale federale esamina in linea di principio solo le censure sollevate (DTF
142 I 99 consid. 1.7.1 pag. 106). Quando il ricorrente, come in concreto,
invoca l'arbitrio nell'accertamento dei fatti e nella valutazione delle prove,
poiché ciò equivale a sostenere che i fatti sono stati accertati in violazione
dell'art. 9 Cost. (DTF 136 I 304 consid. 2.4 pag. 313), il Tribunale federale
esamina tali censure soltanto se siano state esplicitamente sollevate e
motivate in modo chiaro e preciso (DTF 143 V 19 consid. 2.2 pag. 23; 143 II 283
consid. 1.2.2 pag. 286).  
 
2.  
 
2.1. Il TAF ha ritenuto che oggetto del litigio è unicamente la decisione di
FEDPOL di registrare i dati personali del ricorrente nel sistema di
informazione HOOGAN. Riguardo alle censure inerenti alla pretesa illiceità dei
divieti della Federazione svizzera di Hockey su ghiaccio e della Polizia
cantonale ticinese, fondati sul Concordato del 15 novembre 2007 sulle misure
contro la violenza in occasione di manifestazioni sportive del 15 novembre 2007
(RL 1.4.2.3.1), esso ha ritenuto che rientrerebbero nelle competenze delle
autorità cantonali, motivo per cui non le ha esaminate.  
 
2.2. Ora, quando l'ultima autorità dichiara un ricorso irricevibile per ragioni
formali e non procede all'esame di merito, il ricorrente deve addurre perché
essa avrebbe accertato in modo arbitrario l'assenza dei presupposti formali: in
concreto l'assenza di competenza a statuire (DTF 139 II 233 consid. 3.2 pag.
235; 118 Ib 134 consid. 2; sulla questione della competenza cfr. la decisione
del Tribunale amministrativo ticinese del 22 marzo 2017 su un caso analogo, in:
RtiD II-2017 n. 3 pag. 11 e la sentenza 1C_94/2009 del 16 novembre 2010 in:
RtiD I-2011 n. 1). Le critiche relative ai citati divieti e le conclusioni di
annullarli sono quindi inammissibili.  
Al riguardo il ricorrente osserva del resto d'aver impugnato la decisione della
Polizia cantonale ticinese, pronuncia che non sarebbe tuttavia cresciuta in
giudicato, poiché il suo gravame del 13 settembre 2016 non sarebbe ancora stato
evaso. 
 
3.  
 
3.1. Il TAF ha osservato che sulla base della Legge federale sulla protezione
dei dati del 19 giugno 1992 (LPD; RS 235.1), le autorità hanno la facoltà di
raccogliere dati personali relativi a persone private nel rispetto dei principi
ivi enunciati. Ha rilevato che, giusta l'art. 24a LMSI, Fedpol gestisce un
sistema d'informazione elettronico nel quale vengono registrati dati su persone
che hanno avuto un comportamento violento in occasione di manifestazioni
sportive in Svizzera e all'estero (cpv. 1); giusta il capoverso 2 possono
essere registrate tra l'altro informazioni su individui contro cui sono state
pronunciate misure secondo il diritto cantonale volte a prevenire gli atti
violenti in occasioni di manifestazioni sportive o altre misure quali divieti
di accedere agli stadi, tra l'altro se la misura è stata pronunciata o
confermata da un'autorità giudiziaria (lett. a) o è stata adottata in seguito a
un reato denunciato alle autorità competenti (lett. b).  
 
Ha poi rilevato che, secondo l'art. 8 cpv. 1 in relazione con l'art. 6 cpv. 2
dell'Ordinanza del 4 dicembre 2009 sulle misure di polizia amministrativa
dell'Ufficio federale di polizia e sul sistema d'informazione HOOGAN (OMPAH; RS
120.52), su questo sistema sono registrati i dati delle persone che hanno avuto
un comportamento violento in occasione di manifestazioni sportive in Svizzera o
all'estero e contro cui è stato pronunciato da un'autorità cantonale, tra
l'altro, un divieto di accedere a stadi o a un'area, precisato che quali
comportamenti violenti sono segnatamente definiti i reati contro la vita e
l'integrità della persona, i danneggiamenti, la violenza o la minaccia contro
le autorità e i funzionari (art. 4 cpv. 1 OMPAH). Ha aggiunto che secondo l'
art. 5 cpv. 1 OMPAH sono considerate prove di un comportamento violento le
sentenze giudiziarie o denunce della polizia pertinenti (lett. a), le
dichiarazioni attendibili o registrazioni visive della polizia, del personale
addetto alla sicurezza o delle federazioni e delle società sportive (lett. b),
divieti di accedere a stadi pronunciati dalle federazioni o dalle società
sportive (lett. c) e, infine, comunicazioni di un'autorità straniera competente
in materia (lett. d). 
L'istanza precedente ha rilevato che, sebbene il ricorrente neghi qualsiasi
coinvolgimento negli atti di violenza e di danneggiamento compiuti da "tifosi"
in occasione del citato incontro amichevole, dagli atti di causa risulta
ch'egli è stato identificato come uno dei 20 individui che hanno causato detti
disordini attraverso violenze e minacce nei confronti delle autorità di polizia
tedesche, motivo per cui nei suoi confronti è stato avviato un procedimento
penale in Germania. Ne ha concluso che le informazioni assunte da Fedpol sono
giustificate e fondate su elementi probatori sufficienti. 
 
3.2. Il ricorrente incentra il gravame su un asserito accertamento errato dei
fatti e su una pretesa imprecisione nella divulgazione delle informazioni da
parte di Fedpol. Ne deduce che anche i due criticati divieti sarebbero frutto
di queste informazioni false, fondate su un materiale probatorio debole, senza
aver assunto pretese testimonianze in suo favore che avrebbero potuto
confermare la sua estraneità ai fatti rimproveratigli. Accenna poi alla
circostanza che, contrariamente alla Svizzera, in Germania nei suoi confronti
non sarebbe stato pronunciato un divieto di accesso agli stadi.  
 
3.3. Disattendendo che oggetto del presente giudizio non sono i menzionati
divieti, ma soltanto la decisione del TAF (art. 86 cpv. 1 lett. a LTF) e non
quella di Fedpol, contro la quale è in sostanza diretto in maniera
inammissibile il gravame, il ricorrente sostiene che quest'ultima gli
rimprovererebbe a torto di aver partecipato ai menzionati disordini e che nei
suoi confronti sarebbe stato avviato un procedimento penale in Germania. Il
fatto che sarebbe stato rilasciato senza aver dovuto fornire alcuna cauzione e
senza che sarebbe stata pronunciata un'accusa nei suoi confronti dimostrerebbe
la sua innocenza.  
 
3.3.1. Riguardo all'accertamento dei fatti, adduce semplicemente che dopo la
partita si sarebbe recato in albergo, che verso le 19.30 avrebbe visitato la
città ritornando verso le 23.00 e si sarebbe poi addormentato. Svegliato da
grida durante la notte, si sarebbe alzato e sceso al pianterreno per informarsi
riguardo a voci su un accoltellamento di un tifoso da parte di un gruppo di
origini turche. In seguito sarebbe stato prelevato nella sua camera e posto in
stato di fermo.  
Con questi generici accenni appellatori, che non adempiono manifestamente le
citate esigenze di motivazione (DTF 143 V 19 consid. 2.2 pag. 23), egli non
dimostra affatto che il TAF avrebbe accertato i fatti in maniera insostenibile
e quindi arbitraria (DTF 142 II 355 consid. 6 pag. 258 seg.; 136 II 101 consid.
3 pag. 104). 
 
3.3.2. Certo, il 4 aprile 2018 il ricorrente ha prodotto atti del procedimento
penale germanico assunti dal suo avvocato tedesco, rinviando alle pagine 263 e
264 della documentazione, senza tuttavia trarne alcuna conclusione. La
produzione del corrispondente documento, emesso dopo la sentenza impugnata, non
è coperta dalla riserva di ulteriore produzione di atti contenuta nel gravame.
Ora, in linea di principio il Tribunale federale non può tener conto di fatti e
mezzi di prova nuovi intervenuti dopo la pronuncia della sentenza impugnata e
che modificano la fattispecie giudicata (nova in senso proprio; art. 99 cpv. 1
LTF; DTF 143 V 19 consid. 1.2 pag. 23; 142 V 590 consid. 7.2 pag. 598; 133 IV
342 consid. 2.1 e 2.2 pag. 343 seg.), ricordato ch'esso deve procedere
all'assunzione di nuove prove solo in casi eccezionali, condizione non
realizzata in concreto (DTF 136 II 101 consid. 2 in fine pag. 104).  
Per di più, il ricorrente parrebbe disattendere il contenuto dell'ordinanza del
Ministero Pubblico di Heilbronn del 7 febbraio 2018 da lui prodotta in tale
ambito. Dalla stessa risulta infatti ch'egli, dopo la partita, era prevenuto
per aver sbarrato la strada a un funzionario di polizia nel quadro di uno
scontro di "tifosi" delle due squadre antagoniste, in un contesto nel quale era
in particolare emerso un comportamento molto aggressivo da parte di quelli
svizzeri. Nel momento in cui la polizia voleva intervenire per appianare lo
scontro, un gruppo di circa 30 "tifosi" svizzeri si è opposto agli ordini. Il
ricorrente era imputato di aver sbarrato la strada a un funzionario, d'aver
tentato di afferrare una persona e di dare dei calci. È rilevato che non gli si
poteva tuttavia rimproverare con la necessaria sicurezza per la promozione
dell'accusa penale un comportamento penalmente rilevante: secondo la persona
attaccata, le pedate sferrate dal ricorrente non costituivano in effetti un
pericolo, motivo per cui nemmeno si è costituita quale danneggiato. Considerato
che nei confronti del qui ricorrente non potevano essere provati in maniera
sufficiente altri atti di natura penale, il procedimento è stato abbandonato in
applicazione del principio "in dubio pro reo". 
Egli parrebbe quindi disattendere che anche i fatti posti a fondamento di
questa ordinanza, da lui non contestati, confermano la correttezza di quelli
ritenuti da Fedpol e contraddicono chiaramente la tesi della sua estraneità
agli stessi. 
 
4.  
 
4.1. Il TAF ha poi stabilito che le applicabili norme legali non esigono, quale
condizione per l'iscrizione nel registro HOOGAN, l'avvenuta crescita in
giudicato di una sentenza di condanna penale, ciò potendo aver luogo sulla base
di una semplice segnalazione da parte di un'autorità straniera, come avvenuto
in concreto.  
Insistendo sull'assenza di una condanna penale, il ricorrente, che non si
confronta con le menzionate norme legali, neppure tenta di inficiare detta
tesi, decisiva e peraltro corretta. Ora, quando la decisione impugnata, come in
concreto, si fonda su diverse motivazioni indipendenti e di per sé sufficienti
per definire l'esito della causa, il ricorrente è tenuto, pena
l'inammissibilità, a dimostrare che ognuna di esse viola il diritto (DTF 142
III 364 consid. 2.4 in fine pag. 368). 
 
4.2. Il TAF ha infine rigettato la tesi ricorsuale secondo cui l'assenza di una
condanna penale passata in giudicato comporterebbe la violazione del principio
della presunzione di innocenza, principio che sarebbe applicabile nel quadro
del diritto penale, ma non riguardo alla decisione di Fedpol di natura
amministrativa.  
 
Richiamando semplicemente la presunzione d'innocenza, il ricorrente,
disattendendo nuovamente il suo obbligo di motivazione (art. 42 LTF), non
dimostra l'infondatezza della tesi del TAF (sul tema vedi DTF 140 I 2 consid.
6.1-6.3 pag. 16 segg., prassi con la quale il ricorrente non si confronta).
Cade quindi nel vuoto la critica mossa a tale istanza di non aver proceduto
all'assunzione di ulteriori prove idonee ad approfondire i fatti da lui
descritti. 
 
5.   
In quanto ammissibile, il ricorso dev'essere pertanto respinto. Le spese
seguono la soccombenza (art. 66 cpv. 1 LTF). 
 
 
 Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:  
 
1.   
Nella misura in cui è ammissibile, il ricorso è respinto. 
 
2.   
Le spese giudiziarie di fr. 2'000.-- sono poste a carico del ricorrente. 
 
3.   
Comunicazione al ricorrente, all'Ufficio federale di polizia (FEDPOL) e al
Tribunale amministrativo federale, Corte I. 
 
 
Losanna, 24 aprile 2018 
 
In nome della I Corte di diritto pubblico 
del Tribunale federale svizzero 
 
Il Presidente: Merkli 
 
Il Cancelliere: Crameri 

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