Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

I. Öffentlich-rechtliche Abteilung, Beschwerde in öffentlich-rechtlichen Angelegenheiten 1C.280/2017
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Bundesgericht 
Tribunal fédéral 
Tribunale federale 
Tribunal federal 
 
 

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1C_280/2017            

 
 
 
Sentenza del 12 ottobre 2017  
 
I Corte di diritto pubblico  
 
Composizione 
Giudici federali Karlen, Giudice presidente, 
Fonjallaz, Eusebio, 
Cancelliere Gadoni. 
 
Partecipanti al procedimento 
1. A.________, 
2. B.________, 
3. C.________SA, 
tutti patrocinati dall'avv. Fabrizio F. Monaci, 
ricorrenti, 
 
contro 
 
D.________, 
patrocinato dall'avv. Valerio Reichlin, 
 
Municipio di Lugano, piazza Riforma 1, 6900 Lugano, 
Dipartimento del territorio del Cantone Ticino, Ufficio delle domande di
costruzione, via Franco Zorzi 13, 6500 Bellinzona, 
Consiglio di Stato del Cantone Ticino, 
Residenza governativa, 6501 Bellinzona, 
 
E.________, 
patrocinato dall'avv. Aldo Foglia. 
 
Oggetto 
licenza edilizia, 
 
ricorso in materia di diritto pubblico contro la sentenza emanata il 5 aprile
2017 dal Tribunale amministrativo 
del Cantone Ticino. 
 
 
Fatti:  
 
A.   
D.________ è comproprietario di un terreno in leggero pendio di complessivi
1'899 m2, costituito dai fondi part. n. 2088, 2143 e 2154, situati nel Comune
di Lugano, nel quartiere di Molino Nuovo, su via Monte Carmen, all'altezza
dell'intersezione con via Castausio. La particelle sono attribuite alla zona
residenziale R5 del piano regolatore comunale. Sul fondo part. n. 2088 sorge
un'abitazione unifamiliare costruita negli anni '50. 
 
B.   
Il 20 giugno 2011 D.________ ha chiesto al Municipio di Lugano il permesso di
demolire la casa esistente. Ha contestualmente presentato una domanda di
costruzione per edificare sui suoi fondi due nuovi edifici residenziali con
quattro appartamenti ciascuno, che si sviluppano fino a quattro piani fuori
terra. Gli stabili presentano caratteristiche analoghe, ma una pianta diversa.
L'edificio A, di pianta essenzialmente trapezoidale, è allineato su via Monte
Carmen, mentre l'edificio B, sorge in posizione arretrata, a cavallo tra le
particelle n. 2088 e 2143, presenta una pianta a "L" con l'ala di testa più
bassa di un piano. Gli edifici sono dotati di un'autorimessa accessibile da via
Monte Carmen, mediante una rampa sul lato est. 
L'esito di una seconda procedura edilizia prevedente sugli stessi fondi la
costruzione di un unico complesso residenziale non è più oggetto di
contestazione. 
 
C.   
Alla domanda si sono opposti A.________ e B.________, C.________SA ed
E.________, proprietari di fondi confinanti verso nord, sulla collina di via
Castausio, su cui sorgono ville storiche (di fine '800-inizio '900), comprese
nell'inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d'importanza
nazionale (ISOS). I vicini hanno in particolare fatto valere che il progetto
edilizio contrastava con la variante di piano regolatore relativa ai beni
culturali delle sezioni di Lugano, Castagnola e Bré, allora sottoposta
all'esame del Consiglio comunale. 
 
D.   
Il 12 settembre 2011 il Consiglio comunale ha adottato la variante
pianificatoria relativa ai beni culturali, che prevedeva in particolare di
tutelare le ville di Castausio di proprietà degli opponenti quali beni
d'interesse locale o cantonale, fissando in particolare un perimetro di
valorizzazione comunale, rispettivamente un perimetro di rispetto cantonale,
che comprende anche una parte dei fondi part. n. 2088 e 2154 dedotti in
edificazione. La variante pianificatoria è stata pubblicata dal 23 gennaio al
21 febbraio 2012 ed in seguito trasmessa dal Municipio al Consiglio di Stato
per approvazione. Contro la stessa sono stati inoltrati diversi ricorsi. 
 
E.   
Dopo avere acquisito il preavviso favorevole dei Servizi generali del
Dipartimento del territorio, con decisione del 3 aprile 2012 il Municipio ha
sospeso la domanda di costruzione per due anni, ravvisando un contrasto con le
norme di attuazione della variante relativa alla tutela dei beni culturali
adottata dal legislativo comunale. Sollecitato dall'istante trascorso il
termine biennale di sospensione, il Municipio di Lugano, che nel frattempo
aveva autorizzato la demolizione dell'edificio esistente, ha riattivato la
procedura e il 27 agosto 2014 ha rilasciato ad D.________ la licenza edilizia
per la realizzazione dei due nuovi edifici progettati. 
 
F.   
Adito dai vicini opponenti, con decisione del 15 aprile 2015 il Consiglio di
Stato del Cantone Ticino ha accolto i ricorsi ed ha annullato la licenza
edilizia. 
 
G.   
Con sentenza del 5 aprile 2017 il Tribunale cantonale amministrativo ha accolto
un ricorso di D.________ contro la decisione governativa, annullandola e
confermando il rilascio della licenza edilizia del 27 agosto 2014. La Corte
cantonale ha rilevato che le misure di salvaguardia della pianificazione erano
decadute, siccome il Consiglio di Stato non aveva approvato la variante
pianificatoria entro il termine del periodo di sospensione. Ha quindi stabilito
che la domanda di costruzione doveva essere decisa sulla base del diritto
vigente ed ha condiviso la valutazione delle autorità inferiori riguardo
all'estetica del progetto e al suo inserimento armonioso nel paesaggio. 
 
H.   
A.________ e B.________ e la C.________SA impugnano questa sentenza con un
ricorso in materia di diritto pubblico del 23 maggio 2017 al Tribunale
federale, chiedendo di annullarla e di confermare la risoluzione governativa di
diniego della licenza edilizia. In via subordinata, chiedono di annullare la
sentenza impugnata e di rinviare gli atti ad una delle precedenti istanze per
un nuovo giudizio. I ricorrenti fanno valere la violazione del diritto
costituzionale e di quello cantonale. 
 
I.   
La Corte cantonale si conferma nella sua sentenza. Il Consiglio di Stato e
l'Ufficio delle domande di costruzione si rimettono al giudizio del Tribunale
federale. Il Municipio di Lugano e l'istante chiedono di respingere il ricorso
e di confermare la sentenza impugnata. E.________ non si è espresso sul
gravame. 
Con decreto presidenziale del 20 giugno 2017 è stata respinta la domanda di
effetto sospensivo contenuta nel gravame. 
 
 
Diritto:  
 
1.   
Presentato tempestivamente contro una decisione finale dell'ultima istanza
cantonale, che ha confermato il rilascio della licenza edilizia, il ricorso in
materia di diritto pubblico è di massima ammissibile sotto il profilo degli
art. 82 lett. a, art. 86 cpv. 1 lett. d, art. 90 e art. 100 cpv. 1 LTF
(quest'ultimo in relazione con l'art. 46 cpv. 1 lett. a LTF). I ricorrenti,
proprietari di fondi confinanti o immediatamente vicini a quelli dedotti in
edificazione, sono legittimati giusta l'art. 89 cpv. 1 LTF ad aggravarsi in
questa sede contro il giudizio della Corte cantonale. 
 
2.   
Nell'ambito di un ricorso al Tribunale federale non possono di principio essere
addotti fatti e mezzi di prova nuovi (cfr. art. 99 cpv. 1 LTF). In particolare,
questa Corte non può tenere conto di fatti o mezzi di prova sopraggiunti dopo
l'emanazione dell'atto impugnato, vale a dire veri nova (DTF 142 V 590 consid.
7.2; 133 IV 342 consid. 2.1). La decisione del 12 aprile 2017 del Consiglio di
Stato, concernente l'approvazione della variante di piano regolatore relativa
alla tutela dei beni culturali è successiva all'emanazione della sentenza
impugnata e non può quindi essere presa in considerazione in questa sede. 
 
3.  
 
3.1. I ricorrenti lamentano una violazione del diritto di essere sentiti
siccome la Corte cantonale non ha eseguito un sopralluogo previo ripristino
delle modine. Le rimproverano inoltre di non avere sufficientemente motivato le
ragioni per cui non si giustificava di assumere la prova. Accennano altresì ad
una violazione dell'art. 6 cpv. 2 della legge edilizia cantonale, del 13 marzo
1991 (LE), secondo cui le mutazioni dello stato dei luoghi conseguenti
all'opera devono essere adeguatamente indicate sul terreno con picchetti e
modine.  
 
3.2. Il diritto di essere sentito, sancito dall'art. 29 cpv. 2 Cost., comprende
il diritto per l'interessato di consultare l'incarto, di offrire mezzi di prova
su punti rilevanti e di esigerne l'assunzione, di partecipare alla stessa e di
potersi esprimere sulle relative risultanze nella misura in cui possano
influire sulla decisione (DTF 135 II 286 consid. 5.1; 135 I 279 consid. 2.3).
La garanzia del diritto di essere sentito non impedisce all'autorità cantonale
di procedere a un apprezzamento anticipato delle prove richieste e di
rinunciare ad assumerle, se è convinta che non possono condurla a modificare il
suo giudizio. Nell'ambito di questa valutazione, le spetta un vasto margine di
apprezzamento e il Tribunale federale interviene solo in caso di arbitrio (DTF
141 I 60 consid. 3.3; 136 I 229 consid. 5.3 e rinvii).  
 
3.3.  
 
3.3.1. Contrariamente all'affermazione dei ricorrenti, la Corte cantonale ha
esposto, seppure succintamente, la ragione per cui ha ritenuto superfluo
l'esperimento di un sopralluogo e rinunciato perciò ad effettuarlo. Ha infatti
rilevato che la situazione dei luoghi risultava con sufficiente chiarezza dai
piani, dalle fotografie e dal "rendering in 3D" del progetto agli atti. Nei
considerandi relativi alla valutazione dell'inserimento degli edifici
progettati nel paesaggio, i giudici cantonali hanno esposto puntuali
accertamenti ed articolate argomentazioni sulle loro caratteristiche e su
quelle del comparto in cui sono previsti. I ricorrenti non vi si confrontano
con una motivazione conforme alle esigenze dell'art. 106 cpv. 2 LTF, spiegando
con precisione perché sarebbero manifestamente in contrasto con gli atti e
pertanto arbitrari. In tali circostanze, non si può oggettivamente ritenere che
la Corte cantonale ha violato il loro diritto di essere sentiti, rinunciando ad
eseguire il sopralluogo, siccome superfluo.  
 
3.3.2. Quanto al mancato ripristino della modinatura, i ricorrenti sollevano la
censura in relazione con la loro richiesta di sopralluogo, adducendo che le
modine avrebbero consentito di meglio valutare l'inserimento dei volumi nel
paesaggio. Come visto, poiché la reiezione della domanda di sopralluogo non ha
leso il loro diritto di essere sentiti, il prospettato ripristino della
modinatura, invocato in stretta connessione con la richiesta di assunzione
della prova, appare ingiustificato. D'altra parte, i ricorrenti disattendono
che dalla documentazione fotografica agli atti della domanda di costruzione, la
modinatura risulta essere stata eseguita nella fase della pubblicazione della
domanda di costruzione (cfr. art. 6 LE). Essa ha quindi adempiuto la sua
funzione pubblicistica, consentendo ai ricorrenti di esaminare il progetto e di
eventualmente verificare la sua discordanza con le indicazioni sul terreno in
sede di opposizione alla domanda di costruzione (cfr. DTF 115 Ia 21 consid. 3a
e b).  
 
4.  
 
4.1. I ricorrenti rimproverano alla precedente istanza di avere violato il
diritto di essere sentiti anche per non avere preso posizione sulla loro
richiesta di imporre al Governo, a titolo cautelare o pregiudiziale, di
approvare parzialmente la variante pianificatoria relativa alla protezione dei
beni culturali nel comprensorio di Castausio.  
 
4.2. Statuendo in applicazione degli art. 62 e 63 della legge sullo sviluppo
territoriale, del 21 giugno 2011 (LST), la Corte cantonale ha rilevato che le
misure di salvaguardia della pianificazione erano decadute, considerato che il
Consiglio di Stato non aveva approvato la variante pianificatoria entro il
termine di due anni dalla scadenza del termine di pubblicazione. Ha quindi
stabilito che la domanda di costruzione doveva essere decisa sulla base del
diritto vigente prima della sospensione. In tali circostanze, stabilendo che il
progetto doveva essere esaminato alla luce di detto diritto, la Corte cantonale
ha implicitamente respinto la richiesta di sollecitare il Consiglio di Stato ad
approvare parzialmente, in via pregiudiziale, la variante pianificatoria. La
censura appare quindi infondata. Del resto, ci si può chiedere se la pretesa
incombenza spettava effettivamente ai giudici cantonali. Per di più, i
ricorrenti non fanno valere, con una motivazione conforme alle esigenze dell'
art. 106 cpv. 2 LTF, l'applicazione arbitraria del diritto cantonale,
segnatamente degli art. 62 e 63 LST (cfr., sulle esigenze di motivazione, DTF
140 II 141 consid. 1.1 pag. 145 e 1.2 pag. 146; 139 I 229 consid. 2.2). Poiché
la decisione governativa di approvazione della variante pianificatoria non è
oggetto del litigio in esame, nemmeno occorre vagliare se in tale procedura il
Consiglio di Stato sia incorso in ritardi ingiustificati.  
 
5.  
 
5.1. I ricorrenti sostengono che la Corte cantonale avrebbe invaso le
competenze del Comune, oltre che quelle eventuali dell'Ufficio della natura e
del paesaggio e del Consiglio di Stato, per avere esaminato con pieno potere
cognitivo la questione dell'inserimento ordinato ed armonioso del progetto
edilizio nel paesaggio, disciplinata dall'art. 104 cpv. 2 LST. Rilevano che,
trattandosi dell'interpretazione di una nozione indeterminata, all'autorità
inferiore spettava un margine discrezionale relativamente ampio, che la Corte
cantonale avrebbe dovuto rispettare. I ricorrenti le rimproverano perciò di
avere abusato del proprio potere di apprezzamento, per avere eseguito una
valutazione di natura estetica come un'autorità di prima istanza, invece di
limitarsi ad esaminare il gravame sotto il profilo della violazione del
diritto. Lamentano al proposito anche una lesione degli art. 104 cpv. 1 e 109
LST, nonché l'art. 69 della legge sulla procedura amministrativa, del 24
settembre 2013 (LPAmm). I ricorrenti biasimano inoltre la Corte cantonale per
avere manifestamente disatteso l'art. 86 cpv. 2 LPAmm, per non avere rinviato
gli atti al Consiglio di Stato, che non si era precedentemente espresso
sull'inserimento armonioso del progetto nel paesaggio, avendo annullato la
licenza edilizia per altri motivi.  
 
5.2. Giusta l'art. 104 LST, le attività d'incidenza territoriale vanno
armonizzate con gli obiettivi di tutela e valorizzazione del paesaggio (cpv.
1). Le costruzioni devono inserirsi nel paesaggio in maniera ordinata e
armoniosa (cpv. 2).  
L'art. 109 cpv. 1 LST prevede che il Cantone applica il principio
dell'inserimento ordinato ed armonioso nell'esame delle autorizzazioni a
costruire che riguardano: i progetti edilizi fuori dalle zone edificabili (art.
24 e 25 LPT) (lett. a); i nuclei, le rive dei laghi ed i paesaggi d'importanza
federale e cantonale (lett. b); le zone edificabili, se il progetto comporta un
impatto paesaggistico significativo (lett. c). Secondo il suo secondo
capoverso, i Comuni applicano, per il resto, il principio dell'inserimento
ordinato e armonioso nell'esame delle autorizzazioni a costruire che riguardano
la zona edificabile; essi possono richiedere il parere del Cantone. 
L'art. 69 cpv. 2 LPAmm prevede che la censura di inadeguatezza è ammissibile
davanti al Tribunale cantonale amministrativo (solo) nei casi previsti dalla
legge. 
Giusta l'art. 86 cpv. 2 LPAmm, il Tribunale cantonale amministrativo può
annullare la decisione impugnata e rinviare la causa per nuovo giudizio
all'istanza inferiore, segnatamente nei casi in cui quest'ultima non è entrata
nel merito, ha accertato la fattispecie in modo incompleto o ha violato norme
essenziali di procedura. I ricorrenti non menzionano il suo cpv. 1, secondo cui
se il Tribunale annulla la decisione, esso decide nel merito. 
 
5.3. Sollevando le censure i ricorrenti disattendono che in realtà sia il
Municipio, che ha rilasciato la licenza edilizia, sia l'autorità cantonale,
segnatamente l'Ufficio della natura e del paesaggio, che ha espresso un
preavviso favorevole, hanno ritenuto il progetto rispettoso del principio
dell'inserimento ordinato ed armonioso nel paesaggio. La Corte cantonale ha
rilevato che nelle sue risposte ai gravami dinanzi al Consiglio di Stato
l'Esecutivo comunale ha spiegato di avere valutato attentamente il progetto e
di ritenere certo il suo inserimento armonioso nel contesto specifico, che
rispetterebbe e anzi concorrerebbe a valorizzare, negando pure una possibile
disattenzione delle indicazioni contenute nell'ISOS. Ha pertanto considerato
che, ancorché succinte, le conclusioni del Municipio, a cui spetta in primo
luogo in considerazione della sua autonomia in materia un margine discrezionale
relativamente ampio, non prestavano il fianco a critiche. In tali circostanze,
la tesi dei ricorrenti, secondo cui il Tribunale cantonale amministrativo
avrebbe sostituito il proprio potere di apprezzamento a quello del Municipio (o
dell'Ufficio della natura e del paesaggio), appare d'acchito inconferente.
Peraltro, la Corte cantonale ha altresì rilevato che nemmeno l'Ufficio dei beni
culturali, riguardo agli aspetti di sua competenza, aveva formulato,
segnatamente per quanto concerne la tutela della "Villa La Belgique", un
preavviso negativo. La Corte cantonale non ha pertanto sovvertito la
valutazione delle autorità inferiori riguardo all'integrazione armoniosa dei
due edifici nel comparto interessato, ma l'ha semplicemente confermata,
spiegando in modo puntuale perché poteva essere considerata sostenibile. Non si
è quindi spinta fino a pronunciare un giudizio di adeguatezza, ma ha rispettato
il margine di apprezzamento che competeva all'autorità comunale nella
valutazione dell'aspetto architetturale degli edifici, condividendone le
conclusioni (cfr. sentenza 1C_442/2010 del 16 settembre 2011 consid. 3.3, in:
RtiD I-2012 pag. 39 segg.). Non ha quindi violato né l'art. 104 LST né l'art.
69 cpv. 2 LPAmm.  
 
5.4. Laddove è invocata l'applicazione arbitraria dell'art. 109 LST, occorre
rilevare che i giudici cantonali hanno stabilito che l'Ufficio della natura e
del paesaggio si era espresso sulla fattispecie, anche se non era dato un caso
di applicazione dell'art. 109 cpv. 1 lett. c LST (in relazione con l'art. 107
cpv. 2 del regolamento della LST, del 20 dicembre 2011 [RLst]). I ricorrenti
non contestano questa considerazione, riconoscendo anzi che la questione di
sapere se l'applicazione del principio dell'inserimento ordinato ed armonioso
nel paesaggio spettasse all'Ufficio cantonale (art. 109 cpv. 1 LST in relazione
con l'art. 109 cpv. 1 lett. b RLst) oppure al Comune (art. 109 cpv. 2 LST) può
rimanere indecisa, essendo per contro determinante ai fini della causa il fatto
che la Corte cantonale non poteva eseguire la contestata valutazione, siccome
non beneficiava di alcun margine discrezionale. Con questa argomentazione i
ricorrenti di per sé non contestano la competenza del Comune a valutare il
progetto sotto il profilo dell'inserimento nel paesaggio, ammessa dalla Corte
cantonale, e non sostanziano pertanto un'applicazione manifestamente
insostenibile della norma cantonale.  
 
5.5. Quanto al fatto che il Tribunale cantonale amministrativo non ha rinviato
la causa al Consiglio di Stato, per esprimersi nel merito della questione
dell'integrazione del progetto nel paesaggio, i ricorrenti si limitano ad
invocare genericamente l'art. 86 cpv. 2 LPAmm, nonché il diritto di essere
sentiti e il principio della parità di trattamento. Non sostanziano tuttavia
un'applicazione arbitraria del diritto cantonale e una lesione dei loro diritti
fondamentali con una motivazione conforme alle esigenze dell'art. 106 cpv. 2
LTF. Insufficientemente motivate, le censure sono pertanto inammissibili. In
ogni caso, i ricorrenti disattendono che l'art. 86 cpv. 2 LPAmm è di natura
potestativa e non impone quindi necessariamente il rinvio della causa
all'istanza inferiore. Inoltre, il tema dell'inserimento armonioso del
paesaggio è stato esplicitamente sollevato dall'istante in licenza nel suo
gravame dinanzi alla Corte cantonale ed era di conseguenza oggetto della
procedura ricorsuale, nell'ambito della quale i ricorrenti si sono quindi
potuti ampiamente esprimere al riguardo. Le accennate contestazioni appaiono di
conseguenza pure infondate nel merito.  
 
5.6. Quando si tratta di esaminare l'applicazione di clausole estetiche, il
Tribunale federale si impone riserbo nell'apprezzamento di circostanze locali,
meglio conosciute dalle autorità cantonali. In questo campo, esse dispongono
infatti di un ampio potere di apprezzamento, segnatamente laddove devono
valutare se una costruzione o un impianto possano compromettere l'aspetto o il
carattere di un sito, di una località, di un quartiere o di una strada (DTF 115
Ia 114 consid. 3d, 363 consid. 3b; sentenza 1C_258/2017 del 28 agosto 2017
consid. 6.2).  
I ricorrenti non si confrontano puntualmente con i considerandi della sentenza
impugnata, in cui la Corte cantonale ha trattato l'aspetto dell'inserimento
ordinato ed armonioso del progetto nel paesaggio (cfr. consid. 6.3.2). Non
adducono in particolare elementi concreti atti a dimostrare un apprezzamento
abusivo delle circostanze locali. Non vi è quindi motivo di rivenire sulle
considerazioni contenute su questo tema nel giudizio impugnato. 
 
6.  
 
6.1. Da pagina 17 a 32 del ricorso i ricorrenti espongono generiche
considerazioni sull'inserimento paesaggistico del progetto litigioso,
rimproverando essenzialmente alla Corte cantonale di avere sottovalutato la
portata dell'ISOS, nel quale è inserito il quartiere di ville storiche sulla
collina di Castausio, comprensivo del fondo part. n. 2088 dedotto in
edificazione. Sostengono che gli edifici progettati presenterebbero  "forme e
volumi discutibili", che contrasterebbero con il contenuto dell'ISOS. Secondo i
ricorrenti, la Corte cantonale al riguardo avrebbe dovuto tenere conto delle
esigenze di protezione prese in considerazione nell'ambito dell'elaborazione
della variante di piano regolatore relativa alla tutela dei beni culturali.  
 
6.2.  
 
6.2.1. Come accertato dalla Corte cantonale, l'ISOS inserisce il quartiere di
ville sul pendio di Castausio nel gruppo edilizio G 0.5 con categoria di
rilievo A e obiettivo di salvaguardia A, rilevando che si tratta di un insieme
di ville realizzate fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, a
disposizione casuale sul terreno in pendio, in parte di influsso stilistico
toscano, entro ampi giardini elevati sul livello dei percorsi. La precedente
istanza ha altresì constatato che il terreno dedotto in edificazione è inserito
nel perimetro dell'ISOS in misura soltanto parziale, in corrispondenza della
superficie su cui sorge l'abitazione esistente, limitatamente alla particella
n. 2088.  
 
6.2.2. L'ISOS è applicabile in modo diretto unicamente nell'adempimento di
compiti della Confederazione (cfr. art. 2, 3 e 6 cpv. 2 LPN [RS 451]).
Nell'esecuzione di compiti cantonali e comunali, come in concreto, la
protezione degli insediamenti è garantita dal diritto cantonale e comunale, l'
art. 78 cpv. 1 Cost. prevedendo che la protezione della natura e del paesaggio
compete ai Cantoni. Gli inventari federali come l'ISOS sono tuttavia di rilievo
anche nell'adempimento di compiti cantonali e comunali. L'obbligo di
rispettarli si ripercuote infatti, da un lato, sull'applicazione della
pianificazione territoriale, che ne attua gli obiettivi di protezione, e
dall'altro, sull'eventuale necessità nel singolo caso di eseguire una
ponderazione degli interessi sotto il profilo della protezione del paesaggio (
DTF 135 II 209 consid. 2.1).  
 
6.3.  
 
6.3.1. Insistendo essenzialmente sulle esigenze di protezione dell'ISOS, i
ricorrenti rimproverano in sostanza alla Corte cantonale di non avere tenuto
conto dei motivi alla base della variante pianificatoria relativa alla tutela
dei beni culturali, che concretizza gli obiettivi di protezione dell'ISOS
riguardo al comparto tra via Castausio e via Monte Carmen. Come visto, tale
atto pianificatorio è tuttavia stato approvato dal Consiglio di Stato soltanto
il 12 aprile 2017 e non era quindi in vigore quando la Corte cantonale ha
statuito (cfr. consid. 2). Nella misura in cui si fondano sul contenuto della
variante pianificatoria, le censure ricorsuali esulano pertanto dall'oggetto
del litigio e sono di conseguenza inammissibili.  
 
6.3.2. La Corte cantonale ha puntualmente esposto le caratteristiche del
progetto, rilevando che le superfici attorno ai due edifici saranno
prevalentemente sistemate a verde, mantenendo la vegetazione esistente, ad
eccezione di una fascia destinata alla rampa d'accesso all'autorimessa. Ha
rilevato che secondo la relazione tecnica il progetto tiene conto del fatto che
il terreno in discussione fa parte del gruppo di ville storiche da tutelare: la
proprietà dedotta in edificazione è la più bassa e meridionale dell'insieme di
ville con parco privato, si affaccia a sud su fabbricati più recenti,
contraddistinti in particolari da palazzine per appartamenti edificate nella
metà degli anni '70 e '80. La precedente istanza ha considerato, sempre
fondandosi sugli atti della domanda di costruzione, che la visibilità delle
ville storiche sul pendio di Castausio è già attualmente limitata e non verrà
ostruita dall'edificazione litigiosa. Ha ritenuto che i due edifici progettati
riprendono in chiave più moderna la tipologia di costruzioni dei palazzi di
cinque o sei piani che si affacciano sui due lati di via Monte Carmen e sono
ubicati in una posizione marginale rispetto alle ville storiche, che si
innalzano più a nord, sulla collina di Castausio. Secondo la Corte cantonale,
per l'articolazione dei volumi e l'espressione architettonica, moderna ma tutto
sommato semplice e lineare, le abitazioni progettate si conciliano
adeguatamente con le ville storiche. Ha accertato che quest'ultime sono rivolte
sul versante di via Castausio e sono poco percepibili da via Monte Carmen,
sicché la loro visibilità non sarà modificata in modo apprezzabile dal nuovo
progetto. Ha altresì considerato il rilevamento dell'ISOS, precisando che il
perimetro edilizio interessato (G 0.5) comprende la superficie dedotta in
edificazione soltanto in maniera parziale, in corrispondenza del settore su cui
sorge la casa esistente, limitatamente al fondo part. n. 2088. I giudici
cantonali hanno rilevato che l'accostamento alle ville storiche, criticato
dall'ISOS, non si riferisce ai palazzi recenti lungo via Monte Carmen, bensì ad
un grande condominio di sei piani costruito sulla collina di Castausio,
all'interno del gruppo edilizio tutelato. Hanno concluso che l'ISOS non osta
all'edificazione litigiosa, che rispetta i parametri edilizi della zona di
situazione e che, per caratteristiche ed architettura, risulta comunque
inserito in modo sufficientemente armonioso nel paesaggio.  
Risulta quindi che nell'ambito della valutazione dell'inserimento del progetto
nel paesaggio, la Corte cantonale ha tenuto conto anche dell'inserimento del
comparto nell'ISOS. I ricorrenti non si confrontano puntualmente con queste
argomentazioni del giudizio impugnato e non ne dimostrano quindi
l'insostenibilità con una motivazione conforme alle esigenze degli art. 42 cpv.
2 e 106 cpv. 2 LTF. Essi criticano l'accertamento secondo cui il terreno
dell'istante è inglobato solo  "in maniera parziale e marginale" nel perimetro
dell'ISOS, adducendo che vi sarebbe per contro inserita l'intera particella n.
2088. Disattendono tuttavia che il perimetro di protezione non si estende al
fondo confinante part. n. 2143, su cui è prevista la costruzione di gran parte
dell'edificio B: non sostanziano quindi arbitrio alcuno. I ricorrenti
riconoscono del resto di non pretendere il divieto di ogni costruzione sui
fondi dell'istante, ma un'edificazione più contenuta e migliore sotto il
profilo estetico ed architettonico. Muovono quindi al progetto una critica di
carattere generale, censurando essenzialmente la pianta trapezoidale irregolare
del blocco A, senza tuttavia considerare le concrete caratteristiche degli
edifici accertate dalla Corte cantonale, segnatamente la linearità delle
facciate, la relazione con i palazzi vicini, l'ubicazione marginale rispetto
alle ville storiche che sorgono più a monte sul pendio e il mantenimento di
un'area verde e della vegetazione esistente.  
 
6.3.3. Richiamando il fatto che l'ISOS considera quale grave intromissione
nell'insediamento delle dimore storiche il condominio di sei piani che sorge
all'interno del perimetro di protezione, sulla particella n. 770, i ricorrenti
sostengono che il progetto litigioso comporterebbe l'edificazione di uno
stabile analogo  "con forme e dimensioni discutibili", che contrasterebbe con
l'inventario. La Corte cantonale ha tuttavia esposto le ragioni per cui le
situazioni sono diverse. In questa sede, i ricorrenti si limitano ad addurre
genericamente un ulteriore contrasto con l'ISOS, ma non considerano che il
condominio ritenuto problematico dall'inventario presenta sei piani ed è
situato sul pendio di Castausio, in una posizione che sarebbe tipica di una
villa dell'insieme. Gli edifici progettati sono per contro ubicati a valle, ai
margini del perimetro dell'ISOS, in un rapporto di connessione con le palazzine
già esistenti lungo via Monte Carmen. Nuovamente i ricorrenti non si
confrontano con l'insieme di queste circostanze e non fanno pertanto valere
accertamenti arbitrari o valutazioni insostenibili da parte della Corte
cantonale.  
 
6.3.4. I ricorrenti accennano infine al fatto che "Villa La Belgique" è pure
inserita nell'inventario svizzero dei beni culturali d'importanza nazionale e
regionale (inventario PBC), quale bene culturale d'importanza regionale
(oggetto B; cfr. 4 lett. d LPBC [RS 520.3], art. 1 cpv. 1 OPBC [RS 520.31]).
Rimproverano alla Corte cantonale di non essersi confrontata con questa
circostanza e con la censura da loro sollevata relativa alla necessità di un
preavviso a livello federale.  
La determinazione del perimetro di rispetto per il complesso di "Villa La
Belgique" è tuttavia oggetto della variante pianificatoria relativa alla tutela
dei beni culturali, che come visto, al momento determinante per la decisione
non era in vigore e esula quindi dall'oggetto del litigio. I ricorrenti
disattendono inoltre che la Corte cantonale ha negato un conflitto del progetto
con le ville storiche situate sul pendio di Castausio, rilevando in particolare
che a seguito dell'intervento edilizio la loro visibilità non subirà modifiche
di rilievo. Ha altresì accertato che l'Ufficio dei beni culturali non ha
formulato un preavviso negativo per quanto concerne la tutela di "Villa La
Belgique". Richiamando semplicemente l'iscrizione dell'oggetto nell'inventario
PBC, i ricorrenti non considerano queste circostanze e non fanno quindi valere
una violazione del diritto con una motivazione conforme alle esposte esigenze. 
 
7.   
Ne segue che il ricorso deve essere respinto nella misura della sua
ammissibilità. Le spese giudiziarie e le ripetibili all'istante in licenza
seguono la soccombenza e sono pertanto poste a carico dei ricorrenti (art. 66
cpv. 1 LTF). Non si attribuiscono ripetibili al Comune di Lugano (art. 68 cpv.
3 LTF; DTF 134 II 117 consid. 7). 
 
 
 Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:  
 
1.   
Nella misura in cui è ammissibile, il ricorso è respinto. 
 
2.   
Le spese giudiziarie di fr. 3'000.-- sono poste a carico dei ricorrenti, che
rifonderanno ad D.________ un'indennità di fr. 3'000.-- a titolo di ripetibili
della sede federale. 
 
3.   
Comunicazione ai patrocinatori delle parti, al Municipio di Lugano, al
Dipartimento del territorio, Ufficio delle domande di costruzione, al Consiglio
di Stato e al Tribunale amministrativo del Cantone Ticino. 
 
 
Losanna, 12 ottobre 2017 
 
In nome della I Corte di diritto pubblico 
del Tribunale federale svizzero 
 
Il Giudice presidente: Karlen 
 
Il Cancelliere: Gadoni 

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