Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

Strafrechtliche Abteilung, Beschwerde in Strafsachen 6B.935/2014
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Bundesgericht
Tribunal fédéral
Tribunale federale
Tribunal federal

[8frIR2ALAGK1]     
6B_935/2014        

Sentenza del 6 marzo 2017

Corte di diritto penale

Composizione
Giudici federali Denys, Presidente,
Eusebio, Rüedi,
Cancelliera Ortolano Ribordy.

Partecipanti al procedimento
D.________,
patrocinato dall'avv. dott. Michele Rusca,
ricorrente,

contro

1. Ministero pubblico del Cantone Ticino, palazzo di giustizia, via Pretorio
16, 6901 Lugano,
2. aa.________Ltd,
patrocinata dall'avv. Georg Zondler,
3. G.________,
4. Cliente 01,
5. H.________,
entrambi patrocinati dall'avv. dott. Elio Brunetti,
6. I.________,
patrocinato dall'avv. Ilario Bernasconi,
7. Cliente 02,
8. bb.________Inc.,
9. Cliente 03,
10. cc.________Familienstiftung,
11. dd.________Inc.,
12.ee.________Inc.,
13. Cliente 04,
14. Cliente 05,
tutti patrocinati dall'avv. Luca Marcellini,
15. M.________,
patrocinato dall'avv. Davide Corti,
16. qq.________Inc.,
patrocinata dall'avv. Filippo Ferrari,
17. Cliente 07,
18. Cliente 08,
entrambi patrocinati dall'avv. Emanuele Verda,
opponenti.

Oggetto
Truffa aggravata, arbitrio, dolo, commisurazione della pena,

ricorso in materia penale contro la sentenza emanata
il 18 agosto 2014 e il 29 settembre 2014 dalla Corte
di appello e di revisione penale del Cantone Ticino.

Fatti:

A.

A.a. Costituita agli inizi degli anni '70, ff.________SA, attualmente
ff.________SA in liquidazione (di seguito: ff.________SA o società), aveva
quale scopo essenziale la consulenza finanziaria, la gestione patrimoniale e il
commercio di valori mobiliari. L.________ è stato l'azionista di maggioranza e
il promotore della società. Nel corso degli anni, ha ceduto gradualmente il suo
pacchetto azionario, fino a quando nel 1996 ha trasferito tutte le sue azioni a
E.E.________, che è divenuto nuovo azionista di maggioranza. Nel 1975
D.________ è stato assunto da ff.________SA in qualità di contabile. L'anno
successivo è entrato a far parte del Consiglio di amministrazione e vi è uscito
nel 2003 su richiesta dell'allora Commissione federale delle banche (di
seguito: CFB; confluita nell'autorità federale di vigilanza sui mercati
finanziari [FINMA]), continuando comunque a lavorare per la società.

A.b. A cavallo degli anni '80 e '90 ff.________SA ha avuto serie difficoltà
finanziarie, riconducibili in particolare all'utilizzo delle liquidità dei
clienti per operazioni effettuate nell'interesse della stessa e/o dei relativi
azionisti, accumulando importanti perdite. Si è reso così necessario un
risanamento della società: negli anni 1991-1993 L.________ e E.E.________ vi
hanno immesso beni propri per complessivi 6 milioni di franchi. L'operazione è
stata però solo di facciata, in quanto il primo ha fornito titoli senza valore,
poi venduti per buoni ai clienti di ff.________SA, e il secondo fondi mutuati
da terzi, la cui remunerazione e restituzione è avvenuta, almeno in parte, con
i fondi della stessa società. Per tutti gli anni '90 è stata tenuta, quanto
meno per parte dei clienti, una doppia contabilità volta a celare agli
investitori la minore consistenza del proprio patrimonio rispetto a quello che
ritenevano di possedere in base alle fasulle comunicazioni fornite loro
sull'esito degli investimenti. Nel 1996 è inoltre sorta una lite giudiziaria
negli Stati Uniti tra L.________ e E.E.________ conclusasi nel giugno 1998 con
un accordo extragiudiziale (settlement), che ha comportato per i clienti della
società una perdita di circa il 38 % dei loro investimenti. In quel periodo è
stato costituito pure il fondo di investimenti T.________, entità giuridica
delle Antille Olandesi gestita dalla società americana ii.________Inc. con sede
a New York e appartenente economicamente a E.E.________ e a D.________. Quote
di tale fondo, in cui non si sa quali beni siano effettivamente stati immessi
all'epoca, sono state attribuite ai clienti di ff.________SA in sostituzione
delle loro quote di investimenti perdenti e al fine di coprire la perdita
generata dal settlement.

A.c. Nel 1999 un cliente della società ha denunciato al Ministero pubblico del
Cantone Ticino E.E.________ e D.________ per i titoli di appropriazione
indebita, amministrazione infedele e falsità in documenti, in relazione a
irregolarità nella gestione del suo portafoglio. Ne è scaturito un procedimento
penale, nel corso del quale nell'agosto 2000 nei confronti dei denunciati e di
L.________ è stata promossa l'accusa di appropriazione indebita qualificata e
di amministrazione infedele a scopo di lucro. L'istruzione penale si è in
seguito arenata al punto che il 4 aprile 2012 è stato decretato l'abbandono del
procedimento, motivato dall'imminente prescrizione dell'azione penale.

A.d. Benché informata della denuncia penale in fase di istruzione, con
decisione del 4 luglio 2000 la CFB ha concesso a ff.________SA l'autorizzazione
a esercitare quale commerciante di valori mobiliari, riservandosi tuttavia la
possibilità di rivalutare la situazione in funzione degli sviluppi
dell'inchiesta penale. Nel febbraio 2003, in occasione di un controllo, essa ha
constatato gravi violazioni dei doveri di diligenza degli intermediari
finanziari commesse da ff.________SA, imputabili in particolare a D.________.
La CFB ha quindi ordinato a kk.________, revisore esterno della società, una
verifica approfondita dell'attività. Nel relativo rapporto venivano rilevate
alcune irregolarità, non tali però da rimettere in discussione l'autorizzazione
a esercitare quale commerciante di valori mobiliari. Adita da alcune denunce di
clienti di ff.________SA, che non avevano ottenuto la restituzione del denaro
affidatole, il 18 giugno 2004 la CFB ha disposto una revisione straordinaria,
nominando la società di revisione ll.________SA quale osservatrice. A seguito
di un rapporto preliminare, la CFB ha vietato alla società l'esercizio di tutti
i negozi giuridici, dei pagamenti a detrimento dei suoi attivi e l'accettazione
di nuovi fondi di clienti e ha nominato l'osservatrice quale incaricata delle
inchieste ai sensi dell' (ormai abrogato) art. 23 ^quater della legge dell'8
novembre 1934 sulle banche (LBCR; RU 1971 817). Sulla base delle emergenze del
rapporto stilato dall'incaricata delle inchieste, con decisione del 19 agosto
2004, la CFB ha ritirato a ff.________SA l'autorizzazione a esercitare
l'attività di commerciante di valori mobiliari e ha dichiarato il suo
fallimento a far tempo dal 20 agosto 2004, nominando ll.________SA quale sua
liquidatrice.

B. 
Il 29 marzo 2004 un cliente di ff.________SA ha inoltrato una denuncia penale
in particolare per i titoli di truffa e amministrazione infedele, preludio di
una serie di denunce presentate da numerosi altri clienti della società. È
stata così avviata una nuova inchiesta penale che ha condotto sul banco degli
imputati, tra gli altri, D.________.

C. 
Con sentenza del 14 dicembre 2012 la Corte delle assise criminali ha
riconosciuto D.________ autore colpevole di truffa aggravata siccome commessa
per mestiere, nonché di ripetuta falsità in documenti, prosciogliendolo
dall'accusa di appropriazione indebita. D.________ è stato condannato alla pena
detentiva di 3 anni e 6 mesi, da dedursi il carcere preventivo sofferto, e al
pagamento in favore dello Stato di un risarcimento equivalente di 1 milione di
franchi. È stato inoltre condannato al pagamento, in solido con altri imputati,
di vari importi ai numerosi accusatori privati. La Corte delle assise criminali
ha inoltre confiscato [recte: mantenuto il sequestro conservativo di] valori
patrimoniali di pertinenza del condannato, dissequestrando il suo avere di
libero passaggio. Ha infine devoluto il risarcimento compensatorio in favore
degli accusatori privati i cui crediti sono stati riconosciuti.

D. 
Adita dal condannato, con sentenza del 18 agosto 2014, rettificata in data 29
settembre 2014, la Corte di appello e di revisione penale del Cantone Ticino
(CARP) ne ha parzialmente accolto l'appello. Pur confermando la condanna, ha
ridotto la pena detentiva a 3 anni, da dedursi il carcere preventivo sofferto,
sospendendone parzialmente l'esecuzione in ragione di 30 mesi con un periodo di
prova di 2 anni e fissando a 6 mesi la pena da espiare.

E. 
D.________ insorge al Tribunale federale con un ricorso in materia penale,
postulando l'annullamento della sentenza dell'ultima autorità cantonale e il
rinvio dell'incarto alla CARP per nuovo giudizio. Chiede inoltre di essere
posto al beneficio dell'assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio.

Non sono state chieste osservazioni sul gravame.

Diritto:

1.

1.1. Presentata tempestivamente (art. 100 cpv. 1 unitamente all'art. 45 cpv. 1
LTF) dall'imputato (art. 81 cpv. 1 LTF) e diretta contro una decisione finale
(art. 90 LTF) resa in materia penale (art. 78 cpv. 1 LTF) da un'autorità
cantonale di ultima istanza (art. 80 LTF), l'impugnativa appare di massima
ammissibile.

1.2. Il ricorso in materia penale al Tribunale federale è un rimedio di diritto
di natura riformatoria (art. 107 cpv. 2 LTF). Il ricorrente non può pertanto
limitarsi a chiedere l'annullamento della decisione impugnata, ma in linea di
principio deve anche formulare delle conclusioni sul merito della vertenza. La
mancata ottemperanza a tali esigenze conduce all'inammissibilità del gravame, a
meno che la motivazione dello stesso, eventualmente letta unitamente alla
decisione impugnata, permetta senz'altro di comprendere ciò che il ricorrente
voglia ottenere nel merito (DTF 137 II 313 consid. 1.3).

In concreto l'insorgente si limita a postulare l'annullamento della sentenza
della CARP. Dalla motivazione ricorsuale risulta però che intende ottenere il
proscioglimento dall'imputazione di truffa ai danni dei clienti aa.________ e
zz.________, il riconoscimento di aver commesso la truffa aggravata per dolo
eventuale e non diretto, nonché una riduzione della pena inflittagli, ciò che
appare sufficiente ad adempiere le esigenze dell'art. 42 cpv. 1 LTF.

1.3. Giusta l'art. 99 cpv. 2 LTF, non sono ammissibili nuove conclusioni,
ovvero conclusioni che non sono state presentate all'autorità precedente e che
tendono di conseguenza a estendere l'oggetto di impugnazione, costituito dalla
decisione dell'autorità cantonale di ultima istanza (v. art. 80 LTF). È quindi
escluso postulare più o altro rispetto alle ultime conclusioni formulate
dinanzi all'autorità precedente (v. sentenza 6B_863/2010 del 17 gennaio 2011
consid. 4).

Il ricorrente ritiene di non poter essere ritenuto responsabile della truffa ai
danni dei clienti aa.________ e zz.________, chiedendo implicitamente il suo
proscioglimento da tale imputazione. Sennonché dalla sentenza impugnata risulta
che, nonostante con l'appello egli abbia postulato tale proscioglimento, al
dibattimento la difesa non ha confermato tale conclusione, limitandosi a
sostenere che l'imputato avrebbe agito con dolo eventuale e non diretto (v.
sentenza impugnata pag. 144 consid. 56). In simili circostanze, non contestate
nel gravame, il proscioglimento richiesto al Tribunale federale costituisce una
nuova conclusione inammissibile in questa sede.

1.4. Il Tribunale federale applica d'ufficio il diritto (art. 106 cpv. 1 LTF).
Nondimeno, tenuto conto dell'onere di allegazione e motivazione imposto
dall'art. 42 cpv. 2 LTF, di regola esamina unicamente le censure sollevate e
debitamente motivate. La parte ricorrente deve spiegare, confrontandosi con i
considerandi dell'autorità precedente, perché l'atto impugnato viola il diritto
ai sensi degli art. 95 segg. LTF (DTF 140 III 86 consid. 2). Le esigenze di
motivazione sono inoltre accresciute in presenza di censure afferenti garanzie
di rango costituzionale o convenzionale che, a norma dell'art. 106 cpv. 2 LTF,
il Tribunale federale esamina solo se sollevate e motivate in modo chiaro e
preciso (DTF 138 I 171 consid. 1.4) : argomentazioni vaghe o meramente
appellatorie e semplici rinvii agli atti cantonali sono quindi inammissibili (
DTF 141 IV 317 consid. 5.4).

2. 
Nel primo capitolo del suo gravame, il ricorrente spiega di aver costantemente
lamentato una violazione del principio dell'unità processuale sancito dall'art.
29 cpv. 1 CPP. Il procedimento penale a carico del latitante E.E.________, deus
ex machina delle malversazioni commesse attraverso ff.________SA, sarebbe stato
disgiunto e sospeso. Ciò avrebbe concretizzato il rischio per l'insorgente di
dover rispondere anche di colpe non sue, il suo ruolo essendo stato accomunato
a quello del principale responsabile dei reati.

Chiamata a pronunciarsi a titolo pregiudiziale su tale problematica, la CARP ha
respinto l'eccezione sollevata dalla difesa, ritenendo la disgiunzione
legittima e giustificata. Il ricorrente nulla obietta al riguardo, in
particolare non sostiene e ancor meno dimostra che su questo punto la decisione
della corte cantonale, unico oggetto di impugnazione in questa sede (v. art. 80
LTF), violi il diritto, omettendo completamente di confrontarsi con i
consideranti dell'autorità precedente. Non v'è pertanto ragione di attardarsi
oltre sulla questione.

3. 
L'insorgente censura arbitrio nell'accertamento dei fatti.

3.1. In base all'art. 97 cpv. 1 LTF, la parte ricorrente può censurare
l'accertamento dei fatti soltanto se è stato svolto in modo manifestamente
inesatto, ovvero arbitrario (DTF 141 IV 249 consid. 1.3.1), o in violazione del
diritto ai sensi dell'art. 95 LTF e l'eliminazione del vizio può essere
determinante per l'esito del procedimento. Trattasi di elementi che
l'insorgente deve sostanziare.

Per giurisprudenza invalsa, l'arbitrio non si realizza già qualora la soluzione
proposta con il ricorso possa apparire sostenibile o addirittura migliore
rispetto a quella contestata; il Tribunale federale annulla la pronunzia
criticata solo se il giudice del merito ha emanato un giudizio che appare - e
ciò non solo nella sua motivazione bensì anche nell'esito - manifestamente
insostenibile, in aperto contrasto con la situazione reale, gravemente lesivo
di una norma o di un principio giuridico chiaro e indiscusso, oppure in
contraddizione urtante con il sentimento della giustizia e dell'equità (DTF 141
I 49 consid.3.4). Per quanto attiene più in particolare alla valutazione delle
prove e all'accertamento dei fatti, il giudice - il quale in questo ambito
dispone di un ampio margine di apprezzamento - incorre nell'arbitrio se
misconosce manifestamente il senso e la portata di un mezzo di prova, se omette
senza valida ragione di tener conto di un elemento di prova importante
suscettibile di modificare l'esito della vertenza, oppure se ammette o nega un
fatto ponendosi in aperto contrasto con gli atti di causa o interpretandoli in
modo insostenibile (DTF 140 III 264 consid. 2.3 pag. 266).

3.2. Il ricorrente considera arbitrario, perché asseritamente basato sul nulla,
l'accertamento secondo cui la quotazione NAV (net asset value, valore
dell'attivo netto) del fondo di investimento T.________ veniva stabilita, oltre
che da E.E.________, anche da lui. Adduce poi che, contrariamente a quanto
ritenuto in sede cantonale in urto con le deposizioni di alcuni testi, egli non
avrebbe minimamente collaborato con le persone incaricate di effettuare le
revisioni ordinarie e straordinarie rispettivamente la revisione interna della
società.

Le critiche di arbitrio risultano inammissibili: da un lato, l'insorgente non
spiega in che modo l'eliminazione degli asseriti vizi possa essere determinante
per l'esito del procedimento; dall'altro, le sue argomentazioni sono
appellatorie, opponendo semplicemente la propria valutazione delle prove a
quella della CARP. Esse si rivelano pure infondate nel merito. In relazione al
valore delle azioni del fondo d'investimento, sulla scorta della decisione
della CFB del 19 agosto 2004 concernente il ritiro dell'autorizzazione e la
dichiarazione di fallimento di ff.________SA, l'autorità precedente ha
accertato che veniva comunicato da E.E.________ e dal ricorrente (incarto
cantonale allegato n. 195). Risulta peraltro che, per sua stessa ammissione,
l'insorgente sapeva che il NAV del fondo non corrispondeva al suo valore reale
(v. sentenza impugnata pag. 128). Quanto poi alla contestata collaborazione con
il revisore esterno della società, dalle dichiarazioni rese alla CFB da
P.________, dipendente della società di revisione esterna e responsabile della
pratica ff.________SA, richiamate dalla CARP, emerge che tale dipendente, anche
se in misura minore rispetto ad altre persone di ff.________SA, abbia
intrattenuto dei contatti anche con il ricorrente. Riguardo alla revisione
interna infine, i giudici cantonali non hanno accertato alcuna collaborazione
dell'insorgente con l'estensore del relativo rapporto, sicché non è data di
capire la critica ricorsuale.

4. 
La sentenza impugnata riconosce il ricorrente colpevole di truffa per mestiere
ai danni di 111 clienti, indotti a disporre di oltre 131 milioni di franchi,
con un danno finale per 80 di essi di poco inferiore a 70 milioni di franchi.

4.1. L'insorgente, che non contesta l'adempimento degli estremi del reato di
truffa aggravata, sostiene di aver agito con dolo eventuale e non diretto come
ritenuto dalla CARP. Benché sapesse delle perdite della società, non aveva
consapevolezza della loro entità. Pur conscio del fallimento degli investimenti
e del conseguente rischio di insolvenza di ff.________SA, non avrebbe potuto
prevedere l'evoluzione esponenziale delle perdite, generate dalle scelte
d'investimento, dalle spese faraoniche e dai colossali prelievi personali di
E.E.________, unica persona che avrebbe gestito il denaro dei clienti. Sarebbe
pertanto errato ritenere che l'insorgente ha acquisito clienti sapendo che i
loro capitali erano in realtà destinati ad altri scopi.

4.2. La CARP ha accertato che il ricorrente sapeva sia come veniva utilizzato
il denaro raccolto dai clienti sia che a questi veniva mostrata una situazione
non corrispondente alla realtà per evitare di dover restituire i soldi. Era
peraltro direttamente coinvolto in queste pratiche, applicate unitamente a
E.E.________. Malgrado sapesse della mancata copertura dei fondi di
investimento, ha agito o lasciato che questi agisse, di modo che formalmente i
soldi dei nuovi clienti venivano immessi nei fondi e dunque, in pratica, fatti
sparire per poi essere riutilizzati diversamente da quanto con loro concordato.
Anche ammettendo che il principale artefice delle malversazioni era
E.E.________, l'autorità precedente ha ritenuto assodato che l'insorgente ne ha
sempre condiviso ogni decisione e politica d'investimento, o meglio, di
utilizzazione dei soldi confluiti nella società. Ha aderito e applicato le
modalità di disinformazione della clientela al fine di nascondere le perdite e
indurla a consegnare denaro, consapevole che sarebbe stato impiegato per
coprire i costi della società, per scopi privati di alcuni suoi organi e per
tacitare quei clienti che chiedevano il disinvestimento: il ricorrente,
unitamente al correo e ai complici, ha innestato un sistema truffaldino alla
Bernard Madoff, fondato sullo schema Ponzi (Schneeballsystem). Sotto il profilo
soggettivo, in particolare, la CARP ha concluso per la sussistenza di un dolo
diretto. Infatti, l'insorgente non ha semplicemente preso in considerazione e
accettato che i clienti venissero ingannati, ma li ha volontariamente convinti
a consegnare il loro denaro a ff.________SA, consapevole delle difficoltà in
cui questa versava da anni, dell'utilizzo effettivo dei capitali raccolti,
ovvero per tutt'altri scopi rispetto a quelli concordati con i clienti, e
sapendo che la tranquillità di questi ultimi veniva ottenuta mediante
collocamenti pro forma nei fondi gestiti da ii.________Inc., di cui il
ricorrente era azionista, nonché attraverso falsi estratti conto.

4.3. Commette con intenzione un crimine o un delitto chi lo compie
consapevolmente e volontariamente (art. 12 cpv. 2 prima frase CP). Oltre a
essere consapevole della concreta possibilità di realizzare la fattispecie,
l'autore deve volere agire contro il bene giuridicamente protetto. Questa
volontà è data se il sopraggiungere dell'evento o del risultato illecito
costituisce il vero scopo del comportamento dell'autore, se appare come un
presupposto necessario per raggiungere l'obiettivo da lui perseguito oppure se
rappresenta solo una conseguenza collaterale a lui indifferente o addirittura
da lui non desiderata (DTF 130 IV 58 consid. 8.2). In simili ipotesi, sussiste
dolo diretto. L'autore può agire anche con dolo eventuale (art. 12 cpv. 2
seconda frase CP) : in questo caso egli ritiene possibile che l'evento o il
reato si produca e, cionondimeno, agisce, poiché prende in considerazione
l'evento nel caso in cui si realizzi, lo accetta pur non desiderandolo (DTF 137
IV 1 consid. 4.2.3). Queste due forme di dolo non si distinguono sul piano
volitivo, ma piuttosto su quello cognitivo, l'autore ritenendo il risultato
certo nel dolo diretto e possibile in quello eventuale (DTF 98 IV 65 pag. 66).

Ciò che l'autore sapeva, voleva o ha preso in considerazione pertiene
all'accertamento dei fatti, che vincola il Tribunale federale, tranne se svolto
in modo manifestamente inesatto o in violazione del diritto (v. art. 105 LTF).
È per contro una questione di diritto, valutabile con piena cognizione, quella
di sapere se, sulla base dei fatti accertati, la conclusione sul dolo sia
fondata (DTF 138 V 74 consid. 8.4.1 e rinvii).

4.4. Sulla scorta dei fatti accertati dalla CARP, non (debitamente) contestati
in questa sede, le conclusioni dei giudici precedenti sul dolo non prestano il
fianco a critiche. A fronte della sua assodata consapevolezza della mancata
copertura dei fondi di investimento, dell'utilizzo del denaro raccolto dai
nuovi clienti, in particolare per tacitare il disinvestimento di quelli vecchi
e coprire i costi della società, elementi sottaciuti ai clienti a cui venivano
forniti estratti conto inveritieri, l'adempimento degli estremi della truffa
non poteva apparire all'insorgente solo possibile, ma quanto meno certo, a
prescindere dalla contezza della reale entità delle perdite. Sapendo che ai
clienti venivano attribuite solo formalmente quote nei fondi d'investimento, ha
comunque continuato nell'attività di raccolta di denaro presso nuovi clienti,
procedendo anche alla disinformazione volta a celare le perdite. La censura
appare dunque infondata.

5. 
Infine il ricorrente si duole della commisurazione della pena. Pur riconoscendo
la minore importanza del suo ruolo nei fatti in giudizio rispetto a quello di
E.E.________, la CARP non ha però accordato a tale circostanza particolare
rilevanza. La sua posizione non potrebbe in alcun modo essere accomunata a
quella di quest'ultimo di cui sarebbe stato unicamente una pedina. La latitanza
del principale artefice del dissesto ff.________SA avrebbe comportato per
l'insorgente anche l'addebito delle responsabilità del vero dominus della
società, l'unico ad essersi effettivamente servito dei soldi dei clienti come
se fossero suoi. Rileva inoltre di non aver tratto grandi vantaggi dalla sua
attività nella società, non percependo peraltro il suo salario con regolarità
ed essendo l'unica persona coinvolta nella vicenda a ritrovarsi in povertà.

5.1. Giusta l'art. 47 CP, il giudice commisura la pena alla colpa dell'autore.
Tiene conto della vita anteriore e delle condizioni personali dell'autore,
nonché dell'effetto che la pena avrà sulla sua vita (cpv. 1); la colpa è
determinata secondo il grado di lesione o esposizione a pericolo del bene
giuridico offeso, secondo la riprensibilità dell'offesa, i moventi e gli
obiettivi perseguiti, nonché, tenuto conto delle circostanze interne ed
esterne, secondo la possibilità che l'autore aveva di evitare l'esposizione a
pericolo o la lesione (cpv. 2).

La norma conferisce al giudice un ampio potere di apprezzamento. Il Tribunale
federale interviene solo quando il giudice cantonale cade nell'eccesso o
nell'abuso di questo potere, ossia laddove la pena esca dal quadro edittale,
sia valutata in base a elementi estranei all'art. 47 CP o appaia eccessivamente
severa o clemente (DTF 136 IV 55 consid. 5.6 pag. 61).

5.2. In relazione alle circostanze legate all'atto (Tatkomponenten), la CARP ha
rilevato le proporzioni inusitate della truffa, le modalità con cui il
ricorrente ha agito, nonché la sua persistenza a delinquere, anche dopo
l'apertura del primo procedimento penale, in modo reiterato e frequente su un
arco temporale superiore ai 5 anni, in piena coscienza dell'incontenibile buco
debitorio della società. L'autorità cantonale ha considerato poi favorevolmente
la minore importanza nei fatti in giudizio della figura dell'insorgente
rispetto a quella di E.E.________, ma in modo limitato, perché comunque sia è
stato un personaggio chiave della vicenda, trovandosi al secondo posto della
scala gerarchica dei suoi protagonisti. La fonte quasi esclusiva dei guadagni
del ricorrente dal novembre 1999 sino al suo fallimento è stata proprio la
società, da cui ha incassato salari e benefici economici, e in precedenza ha
addirittura effettuato speculazioni finanziarie a titolo personale con il
denaro dei clienti, di modo che per la CARP ha delinquito per cupidigia. La sua
colpa è quindi stata definita grave al punto da giustificare una pena base, per
la truffa aggravata e la ripetuta falsità in documenti, di 7/8 anni. I giudici
precedenti hanno ridotto di 1 anno questa pena base per tener conto delle
circostanze legate all'autore (Täterkomponenten), ovvero l'attuale situazione
dell'insorgente, ridotto in uno stato di semi povertà, nonché la particolare
sensibilità alla pena riconducibile ai suoi gravi problemi di salute e alla sua
età. Alla luce dell'importante lesione del principio di celerità e considerato
il lungo tempo trascorso dai fatti, la CARP ha proceduto a un'ulteriore
sensibile riduzione della pena base per giungere alla sanzione finale di 3 anni
di detenzione. Ritenendo dati i presupposti della condizionale parziale, ha
fissato a 6 mesi la parte di pena da espiare, sospendendo condizionalmente i
restanti 30 per un periodo di prova di 2 anni.

5.3. Da questo dettagliato esame, qui solo riassunto, risulta che l'autorità
cantonale ha compiutamente e correttamente commisurato la pena. Non ha negletto
il ruolo di secondo piano del ricorrente rispetto a quello del latitante
E.E.________, tenendone conto anche se in misura limitata. Ciò che non appare
criticabile, atteso che l'insorgente ha agito con dolo diretto in correità con
quest'ultimo e non è dunque stato una semplice pedina nelle sue mani, come
preteso nel gravame. Adducendo di non aver percepito il suo salario con
regolarità per contestare di essere stato mosso da cupidigia, il ricorrente si
prevale di fatti non accertati e quindi inammissibili (art. 105 cpv. 1 LTF),
visto che non dimostra l'adempimento dei presupposti dell'art. 97 cpv. 1 LTF.
Non nega peraltro che la fonte predominante dei suoi guadagni nel periodo
determinante sia stata la società, nonostante l'inconsistenza delle basi
economiche su cui questa si fondava. La CARP ha del resto rilevato che
l'insorgente avrebbe senza problemi potuto guadagnarsi il necessario per vivere
più che decentemente senza ricorrere alle malversazioni, di modo che poteva,
senza violare il diritto, ritenere che il ricorrente ha delinquito mosso da
motivi egoistici. Essa ha comunque tenuto in debita considerazione la sua
attuale precaria situazione finanziaria. Oltre a situarsi nell'ampia cornice
edittale, la pena inflittagli risulta confacentemente adeguata alla colpa
determinata sulla base di tutti gli elementi pertinenti della fattispecie.

6. 
Ne segue che, per quanto ammissibile, il ricorso si rivela infondato e va
respinto.

La domanda di assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio non può trovare
accoglimento, essendo le conclusioni ricorsuali sin dall'inizio prive di
possibilità di successo (art. 64 cpv. 1 e 2 LTF). Il Tribunale federale
rinuncia tuttavia a prelevare spese giudiziarie (art. 66 cpv. 1 LTF).

Le parti opponenti non sono state invitate a presentare osservazioni sul
gravame e non sono quindi incorse in spese necessarie per la sede federale. Non
v'è pertanto motivo di assegnare loro un'indennità per ripetibili (art. 68
LTF).

 Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1. 
Nella misura in cui è ammissibile, il ricorso è respinto.

2. 
La domanda di assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio è respinta.

3. 
Non si prelevano spese giudiziarie.

4. 
Comunicazione alle parti e alla Corte di appello e di revisione penale del
Cantone Ticino.

Losanna, 6 marzo 2017

In nome della Corte di diritto penale
del Tribunale federale svizzero

Il Presidente: Denys

La Cancelliera: Ortolano Ribordy

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