Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

Strafrechtliche Abteilung, Beschwerde in Strafsachen 6B.551/2013
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Bundesgericht
Tribunal fédéral
Tribunale federale
Tribunal federal

[8frIR2ALAGK1]     
{T 0/2}
                   
6B_551/2013

Sentenza del 1° ottobre 2013

Corte di diritto penale

Composizione
Giudici federali Mathys, Presidente,
Schneider, Eusebio,
Cancelliere Gadoni.

Partecipanti al procedimento
A.________,
patrocinato dall'avv. Fulvio Pezzati,
ricorrente,

contro

Ministero pubblico del Cantone Ticino, Palazzo di giustizia, via Pretorio 16,
6901 Lugano,
opponente.

Oggetto
Appropriazione indebita (art. 138 CP),

ricorso in materia penale contro la sentenza emanata
il 17 marzo 2013 dalla Corte di appello e di revisione penale del Cantone
Ticino.

Fatti:

A. 
Con sentenza del 14 luglio 2011 la Corte delle assise criminali ha riconosciuto
A.________ autore colpevole di falsità in documenti e di appropriazione
indebita. Riguardo a quest'ultimo reato, gli è stato rimproverato di essersi,
nel periodo tra dicembre 1998 ed agosto 2002, allo scopo di procacciarsi un
indebito profitto, indebitamente appropriato di oggetti d'arte e antiquariato,
nonché dell'importo di USD 270'000.-- a lui affidati da B.________. L'imputato
è stato condannato alla pena detentiva di otto mesi, sospesa condizionalmente
per un periodo di prova di tre anni.

B. 
Adita sia dal Procuratore pubblico (PP) sia dall'imputato, con sentenza del 17
marzo 2013 la Corte di appello e di revisione penale (CARP) ha respinto
l'appello del primo e parzialmente accolto quello del secondo. Ha prosciolto
l'imputato dall'accusa di falsità in documenti, confermando per contro la
condanna per il reato di appropriazione indebita. Rilevata in particolare una
violazione del principio di celerità, la CARP lo ha poi condannato alla pena
detentiva di quattro mesi, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di
cinque anni.

C. 
A.________ impugna questa sentenza con un ricorso in materia penale al
Tribunale federale, chiedendo in via principale di essere prosciolto anche
dall'accusa di appropriazione indebita e di annullare i punti del dispositivo
relativi alla sua condanna. In via subordinata, chiede che la durata del
periodo di prova della sospensione condizionale non sia superiore a due anni.
Il ricorrente postula inoltre di essere ammesso al beneficio del gratuito
patrocinio.
Non sono state chieste osservazioni sul gravame.

Diritto:

1. 
Presentato dall'imputato, che ha partecipato alla procedura dinanzi alla
precedente istanza, le cui conclusioni sono state parzialmente disattese (art.
81 cpv. 1 lett. a e b n. 1 LTF), e diretto contro una decisione finale (art. 90
LTF) resa in materia penale (art. 78 cpv. 1 LTF) da un'autorità di ultima
istanza cantonale (art. 80 cpv. 1 LTF), il ricorso in materia penale,
tempestivo (art. 100 cpv. 1 LTF), è sotto i citati aspetti ammissibile.

2.

2.1. Conformemente a quanto stabilito dagli art. 95 e 96 LTF, il ricorso in
materia penale al Tribunale federale può essere presentato per violazione del
diritto, nel quale rientra pure il diritto costituzionale (DTF 136 II 101
consid. 3; 134 IV 36 consid. 1.4.1). Secondo l'art. 42 cpv. 2 LTF, nel ricorso
occorre spiegare per quali ragioni l'atto impugnato viola il diritto. Il
ricorrente deve quindi almeno concisamente confrontarsi con le considerazioni
esposte nella decisione impugnata (DTF 134 II 244 consid. 2.1). Le esigenze di
motivazione sono inoltre accresciute laddove il ricorrente lamenta l'arbitrio
nell'accertamento dei fatti e nella valutazione delle prove, dato che ciò
equivale a sostenere che i fatti sono stati accertati in violazione dell'art. 9
Cost. e del diritto federale (DTF 134 IV 36 consid. 1.4.1). Trattandosi di
garanzie di rango costituzionale, a norma dell'art. 106 cpv. 2 LTF il Tribunale
federale esamina infatti le relative censure soltanto se siano motivate in modo
chiaro e preciso, conformemente alla prassi precedentemente in vigore in
materia di ricorso di diritto pubblico (cfr. DTF 136 I 49 consid. 1.4.1; 134 I
83 consid. 3.2; 134 II 244 consid. 2.2; 133 IV 286 consid. 1.4). In questa
misura, argomentazioni vaghe o meramente appellatorie e semplici rinvii agli
atti cantonali sono quindi inammissibili (DTF 134 I 83 consid. 3.2; 129 I 113
consid. 2.1). Per motivare l'arbitrio non basta criticare semplicemente la
decisione impugnata contrapponendole una versione propria, ma occorre
dimostrare per quale motivo l'accertamento dei fatti o la valutazione delle
prove sarebbero manifestamente insostenibili, si trovino in chiaro contrasto
con la fattispecie, si fondino su una svista manifesta o contraddicano in modo
urtante il sentimento della giustizia e dell'equità. La decisione deve inoltre
essere arbitraria nel suo risultato e non solo nella sua motivazione (DTF 138 I
49 consid. 7.1 e rinvii).

2.2. Il gravame disattende le citate esigenze di motivazione. Il ricorrente si
limita infatti a ribadire la sua versione dei fatti, criticando genericamente
la sentenza impugnata. Non si confronta puntualmente con gli accertamenti
contenuti nel giudizio avversato, spiegando conformemente all'art. 106 cpv. 2
LTF per quali ragioni la CARP avrebbe manifestamente disatteso la rilevanza di
un mezzo probatorio o avrebbe omesso, senza fondati motivi, di tenere conto di
una prova importante, idonea ad influire sulla decisione presa. Né il
ricorrente sostanzia i motivi per cui, sulla base del complesso degli elementi
raccolti, la precedente istanza avrebbe fatto delle deduzioni insostenibili.

2.3. Il ricorrente richiama in sostanza unicamente la causa civile promossa nei
suoi confronti dall'accusatore privato, già pendente al momento della
presentazione della denuncia penale. Fa in particolare riferimento al contenuto
di un verbale dell'11 giugno 2001 dinanzi al giudice civile, dal quale
risulterebbe ch'egli ha sempre sostenuto di avere ricevuto gli oggetti dalla
controparte a titolo di pagamento. Adduce inoltre di non essersi mai servito né
spossessato dei beni, ma di averli conservati in attesa della decisione del
giudice civile. Il ricorrente sostiene inoltre che la questione di sapere se
egli avesse o meno un credito nei confronti dell'accusatore privato era di
natura civile ed avrebbe dovuto essere risolta in quella sede.
Ora, la Corte cantonale ha puntualmente spiegato per quali ragioni ha ritenuto
realizzato il reato di appropriazione indebita. Ha esaminato le versioni delle
parti anche alla luce delle altre risultanze disponibili, spiegando i motivi
per cui quella resa dall'imputato appariva altamente inverosimile e
giuridicamente infondata. La CARP ha accertato che non esisteva alcun contratto
tra il ricorrente e l'accusatore privato in merito allo sconto della garanzia
di USD 10'000'000.-- ed all'eventuale commissione su tale operazione. Ha
inoltre constatato che nessuna operazione immobiliare si era perfezionata
attraverso l'intermediazione o il sostegno del ricorrente e che nemmeno vi era
stato uno sconto della garanzia. La precedente istanza ha altresì rilevato che
non era nemmeno dimostrata l'esistenza di un accordo tra l'imputato e
l'accusatore privato, in base al quale quest'ultimo gli avrebbe promesso un
compenso del 5 % per la restituzione della garanzia: ipotesi peraltro illogica,
trattandosi praticamente di carta straccia. La CARP ha poi ritenuto che neppure
dal contratto "preliminare di compravendita di quote S.r.l." erano sorti
crediti dell'imputato nei confronti dell'accusatore privato, il quale non era
intervenuto a titolo personale, ma quale rappresentante delle società
venditrici. D'altra parte, i giudici cantonali non hanno di per sé negato che
gli oggetti affidati al ricorrente erano rimasti in suo possesso, ma hanno
spiegato perché il totale rifiuto di restituirli all'accusatore privato,
proprietario degli stessi, costituiva un'appropriazione indebita ai sensi
dell'art. 138 cpv. 1 CP. Limitandosi in sostanza a richiamare l'esistenza della
causa civile pendente, il ricorrente non si confronta con le esposte
considerazioni, spiegando per quali ragioni sarebbero arbitrarie o altrimenti
lesive del diritto. In particolare non espone le ragioni per cui la CARP
avrebbe accertato, in modo manifestamente insostenibile, l'assoluta
inconsistenza delle pretese da lui prospettate nei confronti dell'accusatore
privato. Né egli fa valere una violazione di determinate norme procedurali, per
il fatto che si sarebbe imposta una sospensione del procedimento penale in
attesa dell'esito della causa civile. Carente sotto il profilo delle esigenze
di motivazione imposte dagli art. 42 cpv. 2 e 106 cpv. 2 LTF, il gravame non
deve pertanto essere esaminato oltre.

2.4. Il ricorrente critica la durata del periodo di prova di cinque anni della
sospensione condizionale. Al riguardo, non fa tuttavia valere, con una
motivazione conforme alle citate esigenze, la violazione di specifiche
disposizioni del CP in materia di commisurazione della pena e della sua
sospensione condizionale. La questione non deve comunque essere esaminata oltre
in questa sede, giacché in seguito all'accoglimento del connesso ricorso
presentato dal PP, la Corte cantonale dovrà statuire nuovamente su questo
aspetto (cfr. sentenza 6B_539/2013 del 1° ottobre 2013).

3. 
Ne segue che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile.
La domanda di assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio presentata in
questa sede deve essere respinta, essendo il gravame fin dall'inizio privo di
possibilità di successo (art. 64 cpv. 1 LTF). Le spese giudiziarie sono di
conseguenza poste a carico del ricorrente, in considerazione della sua
soccombenza (art. 66 cpv. 1 LTF).

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1. 
Il ricorso è inammissibile.

2. 
La domanda di assistenza giudiziaria è respinta.

3. 
Le spese giudiziarie di fr. 2'000.-- sono poste a carico del ricorrente.

4. 
Comunicazione al patrocinatore del ricorrente, al Ministero pubblico e alla
Corte di appello e di revisione penale del Cantone Ticino.

Losanna, 1° ottobre 2013

In nome della Corte di diritto penale
del Tribunale federale svizzero

Il Presidente: Mathys

Il Cancelliere: Gadoni

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