Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

I. Sozialrechtliche Abteilung, Beschwerde in öffentlich-rechtlichen Angelegenheiten 8C.140/2007
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Tribunale federale
Tribunal federal

8C_140/2007 {T 0/2}

Sentenza del 21 aprile 2008
I Corte di diritto sociale

Composizione
Giudici federali Ursprung, Presidente,
Frésard, Buerki Moreni, giudice supplente,
cancelliere Schäuble.

Parti
S.________,
ricorrente, patrocinato dall'avv. Alfio Mazzola,
studio legale e notarile Sulser & Jelmini, Piazza Molino Nuovo 8, 6900 Lugano,

contro

Cassa di disoccupazione UNIA, Via Bossi 12, 6830 Chiasso,
opponente, e
Stato del Cantone Ticino, 6500 Bellinzona

Oggetto
Assicurazione contro la disoccupazione,

ricorso contro il giudizio del Tribunale delle assicurazioni del Cantone Ticino
del 2 marzo 2007.

Fatti:

A.
A.a S.________, nato nel 1953, coniugato, ha svolto attività lavorativa quale
responsabile amministrativo della società anonima G.________ SA, che si
occupava della gestione di tre saloni di parrucchiere a X.________ con il
marchio J.________, fino al 31 luglio 2005 - dal 1° agosto 2003 al 50%, in
quanto beneficiario di una rendita del 50% dell'assicurazione infortuni e
dell'assicurazione invalidità -, data a partire dalla quale il suo
licenziamento è divenuto effettivo. Nel mese di agosto 2005 la società è
fallita e la sua attività è stata ripresa da P.________ SA, con sede a
X.________, la cui amministratrice unica era (ed è), dal 4 marzo 2003,
M.________, figlia dell'assicurato.

Con effetto dal mese di agosto 2005 S.________ ha chiesto e ottenuto dalla
Cassa disoccupazione Unia (in seguito Cassa) il versamento di indennità di
disoccupazione al 50%. Dal mese di marzo 2006 il versamento delle prestazioni è
stato sospeso in seguito ad una segnalazione della Procuratrice pubblica
C.________, secondo cui, alla luce di alcuni documenti sequestrati nel corso di
un'inchiesta penale in corso, S.________ avrebbe percepito un salario per
l'attività svolta in favore di P.________ SA.
A.b Con decisione del 16 giugno 2006, confermata in data 27 giugno 2006, in
seguito all'opposizione inoltrata dall'assicurato, la Cassa ha negato il
diritto di S.________ a indennità di disoccupazione da agosto 2005, in quanto
egli, in seno a P.________ SA, disponeva di poteri analoghi a quelli di un
datore di lavoro.

Con provvedimento del 6 luglio 2006 l'amministrazione ha quindi chiesto la
restituzione delle indennità versate da agosto 2005 a febbraio 2006.

B.
Contro la decisione amministrativa su opposizione del 27 giugno 2006
S.________, rappresentato dall'avv. Alfio Mazzola, si è aggravato con ricorso
al Tribunale delle assicurazioni del Cantone Ticino, chiedendone l'accoglimento
e la conseguente riforma della decisione impugnata nel senso dell'apertura di
un termine quadro per la riscossione dell'indennità di disoccupazione dal 1°
agosto 2005, rispettivamente l'annullamento della decisione del 6 luglio 2006,
con cui la Cassa aveva chiesto la restituzione delle indennità percepite,
ritenuto che egli non aveva svolto alcuna attività per conto di P.________ SA.
Egli ha altresì chiesto di essere posto al beneficio dell'assistenza
giudiziaria con gratuito patrocinio.

Con giudizio del 2 marzo 2007 la Corte cantonale ha parzialmente accolto il
gravame, annullato la decisione su opposizione del 27 giugno 2006 con cui la
Cassa aveva negato il diritto a indennità di disoccupazione da agosto 2005 a
febbraio 2006 e trasmesso gli atti all'amministrazione, affinché si
pronunciasse sull'opposizione interposta dall'assicurato contro la decisione
emanata in data 6 luglio 2006 tendente alla restituzione delle indennità
versate durante il medesimo lasso di tempo. Per il periodo da marzo a maggio
2006 il gravame è invece stato respinto, ritenuto che presso P.________ SA
S.________ aveva assunto una posizione analoga a quella di un datore di lavoro.
La Corte cantonale ha pure rigettato la domanda di gratuito patrocinio, non
avendo l'interessato provato lo stato di indigenza.

C.
Contro la pronunzia cantonale S.________, ancora rappresentato dall'avv.
Mazzola, è insorto, con ricorso in materia di diritto pubblico, al Tribunale
federale, postulandone l'accoglimento e segnatamente il riconoscimento del
diritto a prestazioni dell'assicurazione disoccupazione dal 1° agosto 2005 in
poi. Egli ha pure chiesto di essere posto al beneficio del gratuito patrocinio
sia in sede cantonale che federale. Delle motivazioni si dirà nei considerandi
di diritto.

Pendente causa l'assicurato, tramite il proprio patrocinatore, ha dato seguito
alla richiesta di questa Corte di trasmettere la documentazione atta a
sostanziare la domanda di assistenza giudiziaria e gratuito patrocinio.

Chiamate a pronunciarsi sul gravame la Cassa e la Segreteria di Stato
dell'economia non si sono espresse.

Diritto:

1.
Oggetto del contendere è il diritto di S.________ a indennità di disoccupazione
dal mese di marzo al mese di maggio 2006. Nella misura in cui infatti
l'interessato chiede anche il riconoscimento delle relative prestazioni da
agosto 2005 a febbraio 2006, nel frattempo già versate, il ricorso in materia
di diritto pubblico è irricevibile, in quanto su questo punto, e meglio sulla
correttezza della decisione del 6 luglio 2006 con cui la Cassa ha chiesto la
restituzione delle indennità percepite per questo lasso di tempo, la Corte
cantonale non si è ancora espressa, avendo essa rinviato gli atti
all'amministrazione per competenza e meglio per emanare la relativa decisione
su opposizione (DTF 131 V 164 consid. 2.1 pag. 164).

Il rifiuto di riconoscere indennità di disoccupazione per il periodo da marzo a
maggio 2006 configura una decisione parziale che può essere impugnata secondo
l'art. 91 lett. a LTF. Il ricorso è quindi ricevibile.

2.
2.1 Il ricorso può essere presentato per violazione del diritto, così come
determinato dagli art. 95 e 96 LTF. Il ricorrente può censurare l'accertamento
dei fatti soltanto se è stato svolto in modo manifestamente inesatto o in
violazione del diritto ai sensi dell'art. 95 LTF e l'eliminazione del vizio può
essere determinante per l'esito del procedimento (art. 97 cpv. 1 e 105 cpv. 2
LTF). In effetti per l'art. 105 cpv. 1 LTF il Tribunale federale fonda la sua
sentenza sui fatti accertati dall'autorità inferiore.

2.2 Se la parte ricorrente intende scostarsi dai fatti stabiliti dall'autorità
precedente, deve spiegare in maniera circostanziata per quali motivi ritiene
che le condizioni di una delle eccezioni previste dall'art. 105 cpv. 2 LTF
sarebbero realizzate; in caso contrario, non si può tener conto di uno stato di
fatto diverso da quello posto a fondamento della decisione impugnata (art. 97
cpv. 1 LTF; sentenze 1C_24/2007 del 15 marzo 2007, consid. 1.6, e 6B_2/2007 del
14 marzo 2007, consid. 3).

In materia di apprezzamento delle prove e constatazione dei fatti l'autorità
cade nell'arbitrio se non considera senza motivi seri un mezzo di prova atto a
modificare la decisione, quando si sbaglia chiaramente sul suo senso o la sua
portata, o ancora quando fondandosi sugli elementi raccolti, trae delle
conclusioni insostenibili (DTF 129 I 8 consid. 2.1 pag. 9).

2.3 Nell'ambito dell'accertamento dei fatti e della valutazione delle prove
inoltre il giudice di merito dispone di un ampio potere di apprezzamento. Per
censurare un asserito accertamento arbitrario dei fatti o un'asserita
valutazione arbitraria delle prove non è sufficiente che il ricorrente critichi
semplicemente la decisione impugnata o che contrapponga a quest'ultima un
proprio accertamento o una propria valutazione, per quanto essi siano
sostenibili o addirittura preferibili. Egli deve bensì dimostrare per quale
motivo l'accertamento dei fatti o la valutazione delle prove da lui criticati
sarebbero manifestamente insostenibili o in chiaro contrasto con la situazione
di fatto, si fonderebbero su una svista manifesta o contraddirebbero in modo
urtante il sentimento della giustizia e dell'equità (DTF 125 I 166 consid. 2a
pag. 168; 125 II 10 consid. 3a pag. 15; 124 I 312 consid. 5a pag. 316; 124 V
137 consid. 2b pag. 139 e riferimenti).

2.4 Secondo la giurisprudenza, infine, commette un abuso del potere di
apprezzamento, l'autorità che, pur rispettando i limiti di tale suo potere, si
lascia guidare da considerazioni non pertinenti, estranee allo scopo della
normativa applicabile o che viola principi generali del diritto, quali in
particolare il divieto di arbitrio e della disparità di trattamento nonché le
regole della buona fede e della proporzionalità (DTF 123 V 150 consid. 2 pag.
152 con riferimenti).

2.5 Il Tribunale federale applica d'ufficio il diritto (art. 106 cpv. 1 LTF).
Esso non è vincolato né dagli argomenti sollevati nel ricorso né dai motivi
addotti dall'autorità inferiore; può dunque accogliere un ricorso per motivi
diversi da quelli invocati dalla parte insorgente e respingerlo adottando
un'argomentazione differente da quella esposta nel giudizio impugnato (cfr. DTF
130 III 136 consid. 1.4 pag. 140). Tenuto conto dell'esigenza di motivazione di
cui all'art. 42 cpv. 1 LTF, sotto pena d'inammissibilità (art. 108 cpv. 1 lett.
b LTF), il Tribunale federale esamina in linea di principio solo le censure
sollevate; esso non è tenuto ad esaminare, come lo farrebbe un'autorità di
prima istanza, tutte le questioni giuridiche che si pongono se queste ultime
non sono più oggetto di discussione in sede federale (sentenza 9C_47/2007 del
29 giugno 2007, consid. 1). Il Tribunale non può entrare nel merito sulla
pretesa violazione di un diritto costituzionale o su questioni attinenti al
diritto cantonale o intercantonale se la censura non è stata sollevata né
motivata in modo preciso dalla parte ricorrente (art. 106 cpv. 2 LTF).

3.
3.1 Nel proprio ricorso S.________ sostiene che l'accertamento dei fatti e la
valutazione delle prove, di cui al giudizio impugnato, sono manifestamente
insostenibili e violano il principio dell'equità, in quanto in aperto contrasto
con la situazione reale. Egli fa valere in particolare di non aver mai svolto
attività per P.________ SA, ma di essersi limitato a consigliare la figlia. In
effetti detta società aveva dichiarato di non poterlo assumere a causa della
sua limitata disponibilità lavorativa e della mancata immissione di un
importante capitale. Sostenere che egli godesse di una posizione paragonabile a
quella di un datore di lavoro va quindi considerato del tutto arbitario,
ritenuto anche che egli aveva già lasciato la G.________ SA al momento della
ripresa dei saloni da parte di P.________ SA.

3.2 La Corte cantonale ha per contro ritenuto, alla luce del contenuto dei
verbali di interrogatorio dei dipendenti di P.________ SA (alcuni già alle
dipendenze di G.________ SA e anche di R.________ SA, società attiva in
precedenza), che il passaggio da una società all'altra non aveva modificato il
ruolo rivestito dal ricorrente e che egli, all'interno della società gerente,
godeva di una posizione professionale paragonabile a quella di un datore di
lavoro, mentre la figlia, malgrado l'iscrizione a registro di commercio quale
amministratrice unica, risultava tutt'al più essere un cosiddetto uomo di
paglia.

4.
Giusta l'art. 8 cpv. 1 LADI il diritto all'indennità di disoccupazione è
subordinato segnatamente alla condizione che l'assicurato sia disoccupato
totalmente o parzialmente (lett. a) e sia idoneo al collocamento (lett. f). Per
l'art. 10 cpv. 1 e 2 LADI è considerato totalmente disoccupato chi non è
vincolato da un rapporto di lavoro e cerca un'occupazione a tempo pieno, mentre
è considerato parzialmente disoccupato chi non è vincolato da alcun rapporto di
lavoro e cerca unicamente un'occupazione a tempo parziale oppure ha
un'occupazione a tempo parziale e cerca un'occupazione a tempo pieno o un'altra
occupazione a tempo parziale. Secondo il cpv. 2bis del disposto, non è invece
considerato parzialmente disoccupato il lavoratore il cui tempo normale di
lavoro è stato temporaneamente ridotto (lavoro ridotto). L'art. 15 cpv. 1 LADI,
nel tenore vigente dal 1° luglio 2003, dispone poi che il disoccupato è idoneo
al collocamento se è disposto, capace ed autorizzato ad accettare
un'occupazione adeguata e a partecipare a provvedimenti di reintegrazione.

Non hanno diritto all'indennità di disoccupazione i lavoratori che godono di
una situazione professionale paragonabile a quella di un datore di lavoro e che
continuano a influenzare in maniera determinante le decisioni del datore di
lavoro. Ciò vale anche nei casi in cui essi sono stati formalmente licenziati,
nella misura in cui non hanno sciolto ogni legame con la società, la perdita
del lavoro non potendo essere verificata (SVR 2005 AlV no. 13 pag. 43 [sentenza
C 20/05 del 29 giugno 2005]). Questa Corte ha inoltre ripetutamente statuito
che il fatto di subordinare il versamento di indennità di disoccupazione
all'interruzione di ogni legame con la società di cui la persona interessata
era alle dipendenze può apparire rigoroso a seconda delle circostanze del caso
concreto. Nondimeno non si devono dimenticare i motivi che giustificano questa
condizione, segnatamente il controllo della perdita di lavoro del disoccupato,
che è uno dei presupposti necessari per percepire le indennità di
disoccupazione (art. 8 cpv. 1 lett. b LADI). Se infatti un tale controllo può
essere facilmente eseguito nel caso di un dipendente che perde il lavoro,
perlomeno parzialmente, ciò non è il caso per quanto concerne le persone che
occupano una posizione dirigenziale che, malgrado siano state formalmente
licenziate, continuano a svolgere un'attività per conto della società nella
quale lavoravano. Grazie alla posizione di cui beneficiano all'interno della
ditta possono in effetti influenzare la perdita di lavoro che subiscono, ciò
che rende la loro disoccupazione difficilmente controllabile (DLA 2003 no. 22
pag. 242 consid. 4).

Inoltre, fintanto che un dirigente mantiene dei legami con la sua società, non
soltanto è impossibile controllare la perdita di lavoro che subisce, ma esiste
pure la possibilità che egli decida di perseguire lo scopo sociale (DLA 2002
no. 28 pag. 183; sentenza del Tribunale federale delle assicurazioni C 37/02
del 22 novembre 2002). In tal caso, eccezion fatta per un esame a posteriori
delle circostanze - che è contrario al principio secondo cui questo esame ha
luogo nel momento in cui si statuisce sul diritto dell'assicurato -, è quindi
impossibile determinare se le condizioni legali sono adempiute. Del resto con
la citata condizione non viene perseguito l'abuso in sé stesso, bensì il
rischio d'abuso (DLA 2003 no. 22 pag. 242 consid. 4).

Va infine precisato che non ci si deve fondare sulla posizione formale
dell'organo, bensì si deve valutare l'estensione del potere decisionale in
funzione delle circostanze concrete. È dunque il concetto materiale di organo
direttivo ad essere determinante, in quanto è il solo modo di garantire che
l'art. 31 cpv. 3 lett. c LADI, il cui scopo è quello di combattere gli abusi,
raggiunga il suo obbiettivo. In particolare quando si tratta di determinare
qual è la possibilità effettiva di un dirigente di influenzare il processo
decisionale dell'azienda conviene considerare i rapporti interni alla ditta.
L'estensione del potere decisionale verrà stabilito in funzione delle
circostanze concrete. La sola eccezione riconosciuta a questo principio
riguarda i membri del consiglio di amministrazione in quanto dispongono per
legge di un potere determinante ai sensi dell'art. 31 cpv. 3 lett. c LADI. Per
questi membri il diritto a prestazione può essere escluso senza che sia
necessario determinare più concretamente la responsabilità all'interno della
ditta (DLA 2004 no. 21 pag. 198 consid. 3.2).

5.
Un attento esame degli atti non può che indurre questa Corte a condividere le
conclusioni cui è giunta l'istanza precedente, secondo cui la posizione di
S.________ all'interno di P.________ SA era paragonabile a quella di un datore
di lavoro, malgrado l'avvenuto licenziamento da parte di G.________ SA, che
gestiva in precedenza i saloni e presso cui l'assicurato era alle dipendenze
quale responsabile amministrativo, e il fatto che formalmente non ricopriva la
carica formale di consigliere di amministrazione della ditta. In effetti detta
valutazione è tutt'altro che in chiaro contrasto con la situazione di fatto; di
conseguenza, da un punto di vista della cognizione limitata di cui dispone
questa Corte, non è in alcun modo censurabile.

Al riguardo va rilevato che dai verbali degli interrogatori a cui sono stati
sottoposti dal Procuratore pubblico dipendenti e ex dipendenti di G.________ SA
(subentrata a R.________ SA, società fallita nel 2002) e di P.________ SA,
rispettivamente S.________ e la figlia M.________, posti alla base del giudizio
impugnato, risulta che, dopo il licenziamento da parte di G.________ SA (che
S.________ intendeva acquistare), ha operato in favore della nuova società,
amministrata dalla figlia, non soltanto sporadicamente, quale consulente
esterno di quest'ultima, nuova del settore. Egli ha infatti continuato ad
occuparsi del personale, a mantenere i contatti con i nuovi interessati, a
condurre i colloqui di lavoro, a compilare e portare nei negozi rispettivamente
consegnare le buste paga, mentre la figlia compariva solo raramente presso i
saloni e aveva assunto un solo dipendente. Come correttamente affermato dalla
Corte cantonale inoltre le uniche due testimonianze secondo cui sarebbe stata
M.________ ad occuparsi della ditta non appaiono per nulla fedefacenti, in
quanto in contrasto con le altre, univoche, testimonianze assunte dal
Procuratore pubblico e altresì poiché rilasciate da persone molto vicine a
M.________ e S.________. La mancata considerazione di tali deposizioni poggia
pertanto su motivi seri. Lo stesso vale per la testimonianza di F.________ che
appare altamente contraddittoria e quindi non fedefacente.

Dagli atti risulta pure che S.________ ha favorito il passaggio della gestione
dei saloni J.________ da G.________ SA a P.________ SA, la quale sempre grazie
al ricorrente aveva in precedenza già acquisito l'inventario dei negozi a
garanzia di un prestito fornito alla prima società, in seguito fallita. Dalle
dichiarazioni dello stesso ricorrente emerge infatti il suo chiaro interesse ad
operare nuovamente all'interno della società, non solo quale dipendente, ma
addirittura quale proprietario, tramite acquisto delle azioni per mezzo del
capitale che credeva di poter ottenere da H.________, alfine di assicurare un
avvenire a sé stesso e alla figlia (sentenza del Tribunale federale delle
assicurazioni U 59/06 del 10 luglio 2006, consid. 3 e 4). Del resto l'attività
di questi saloni era di fatto da lui gestita già in precedenza, malgrado la sua
funzione di dipendente e meglio tramite R.________ SA dapprima, e G.________ SA
poi (di cui non ha mai voluto rivelare il nominativo degli azionisti). Al
riguardo i dipendenti hanno infatti affermato che al momento del passaggio da
G.________ SA a P.________ SA nulla è cambiato nella gestione dei saloni,
soprattutto per quanto riguardava le persone di riferimento. Non va neppure
dimenticato che agli atti vi sono documenti secondo cui egli sarebbe stato
addirittura remunerato per la propria attività e che nulla prova che detti
documenti, come afferma l'interessato, fossero stati redatti solo per poter
ottenere dei prestiti.

Per nulla manifestamente infondata o contraria alla realtà dei fatti e pertanto
arbitraria, appare quindi l'ipotesi secondo cui l'assicurato, intenzionato a
rilevare l'attività dei saloni J.________, fine da lui stesso ammesso (egli era
del resto già intenzionato ad acquistare G.________ SA prima del fallimento),
si sia licenziato - faceva del resto parte dei suoi compiti assumere e
licenziare il personale - percependo da un lato indennità di disoccupazione
rispettivamente continuando a tirare le fila dell'attività tramite P.________
SA, amministrata formalmente dalla figlia, che in quel momento non disponeva di
altra occupazione. Tale agire gli permetteva infatti da un lato di risparmiare
il proprio salario (tra l'altro presumibilmente investito nell'assunzione in
luglio di T._______, al 50%, quale dipendente "produttivo ") e dall'altro di
continuare ad avere sotto il proprio controllo la ditta che intendeva
acquistare.

In simili circostanze il fatto che S.________ non fosse più giuridicamente alle
dipendenze della G.________ SA al momento in cui è subentrata P.________ SA è
irrilevante, considerato che è provato con il grado della verosimiglianza
valido nelle assicurazioni sociali che egli, oltre a mantenere i contatti con
la società, ha continuato da solo o tramite rispettivamente insieme alla
figlia, ad occuparsi della gestione dei saloni, anche dopo il passaggio di
proprietà, e quindi egli non ha mai lasciato definitivamente la ditta. Ne
consegue che in concreto vi era un chiaro rischio di abuso.

Visto quanto sopra, il giudizio impugnato non si fonda su un accertamento dei
fatti manifestamente errato rispettivamente su un apprezzamento delle prove
arbitrario. Di conseguenza questa Corte è vincolata all'accertamento dei fatti
operato dal Tribunale cantonale. Su questo tema il giudizio impugnato va quindi
confermato, mentre il ricorso in materia di diritto pubblico, nella misura in
cui è ricevibile, va respinto.

6.
6.1 Secondo il ricorrente arbitraria è anche la mancata concessione
dell'assistenza giudiziaria in sede cantonale, in quanto la Corte adita non
avrebbe tenuto conto della decisione del Giudice dell'istruzione e dell'arresto
(GIAR), secondo cui egli era indigente.

Per il giudice cantonale, S.________ non ha allegato i necessari documenti a
comprova della propria indigenza malgrado abbia avuto modo di sostanziare le
proprie entrate e i propri oneri. Non ha inoltre ritenuto vincolante quanto
statuito dal GIAR, in quanto quest'ultimo aveva indicato che l'assicurato era
privo di entrate, malgrado fosse al beneficio perlomeno di rendite LAINF,
dell'AI e della LPP.

6.2 Su questo punto il giudizio impugnato non può essere confermato, in quanto
la decisione di rifiuto dell'assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio si
fonda su un accertamento incompleto dei fatti.

Conformemente alla giurisprudenza, gli allegati a un'istanza d'assistenza
giudiziaria devono fornire ragguagli sul reddito, la fortuna, l'insieme degli
oneri finanziari e i bisogni elementari attuali dell'interessato (DTF 125 IV
161 consid. 4 pag. 164). In concreto, nel formulario ufficiale, l'insorgente
non ha fornito alcuna indicazione sui suoi redditi e sui suoi oneri finanziari,
limitandosi a richiamare le proprie dichiarazioni fiscali (non prodotte),
nonché la decisione del GIAR, che in stessa epoca l'aveva posto - in sede
penale - al beneficio dell'assistenza giudiziaria. Tuttavia, alla luce del
provvedimento dell'autorità penale, il richiedente poteva reputare che la sua
indigenza fosse sufficientemente accertata. Il giudice di prime cure avrebbe
quindi dovuto, sotto pena di violare altrimenti il diritto garantito dall'art.
61 lett. f LPGA, attirare l'attenzione dell'interessato sul fatto che la
decisione dell'autorità penale non conteneva informazioni sufficienti per
statuire e chiedere la trasmissione di ulteriori documenti. Solo nel caso in
cui l'interessato non avesse dato seguito alla richiesta, l'istanza avrebbe
potuto essere respinta per mancata collaborazione (cfr. ancora DTF 125 IV 161
consid. 4 pag. 164). Poiché l'assicurato non ha tuttavia avuto alcuna
possibilità di completare gli atti, non si può certo concludere ch'egli abbia
violato il proprio obbligo di collaborare all'accertamento dei fatti rilevanti.

La decisione di rifiuto dell'assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio va
quindi annullata. Su questo tema l'incarto va pertanto rinviato all'istanza
precedente, affinché, dopo aver proceduto ai necessari accertamenti, si
pronunci nuovamente sul diritto all'assistenza giudiziaria con gratuito
patrocinio.

7.
In conclusione, nella misura in cui è ricevibile, il ricorso in materia di
diritto pubblico è parzialmente accolto, il punto cinque del dispositivo
impugnato concernente l'istanza dell'insorgente tendente alla concessione del
gratuito patrocinio essendo annullato e l'incarto rinviato alla Corte cantonale
affinché si pronunci nuovamente, esperiti i necessari accertamenti, sulla
citata istanza in sede cantonale.

8.
L'assicurato chiede di essere posto al beneficio dell'assistenza giudiziaria e
del gratuito patrocinio in sede federale.

8.1 Il Tribunale federale dispensa la parte, la quale dimostra di essere in uno
stato di bisogno e le cui conclusioni non si rivelano fin dall'inizio
sprovviste di possibilità di esito favorevole, dal pagare le spese processuali
e i disborsi (art. 64 cpv. 1 LTF). Se occorre, il Tribunale federale può fare
assistere questa parte da un avvocato i cui onorari sono sopportati dalla cassa
del Tribunale medesimo (art. 64 cpv. 2 LTF). Quando la parte sia più tardi in
grado di pagare, sarà tenuta alla rifusione verso la cassa del Tribunale (art.
64 cpv. 4 LTF).

8.2 Alla luce del questionario per l'assistenza giudiziaria gratuita prodotto
su richiesta di questo Tribunale, lo stato di bisogno del ricorrente è
pacifico. Per quanto riguarda le conclusioni del ricorso esse non erano in
generale fin dall'inizio sprovviste di possibilità di esito favorevole per cui
l'assistenza giudiziaria può venire accordata.

9.
9.1 Gli oneri processuali seguono la soccombenza (art. 66 cpv. 1 LTF). Il
ricorrente, soccombente nella sua domanda principale intesa al riconoscimento
di prestazioni dell'assicurazione contro la disoccupazione, dovrebbe quindi
sopportare la maggior parte delle spese; le stesse sono per il momento assunte,
a titolo di assistenza giudiziaria gratuita, dalla Cassa del Tribunale
federale. Nella limitata misura in cui invece il ricorrente chiede il beneficio
di tale assistenza per la sede cantonale, egli vince la causa. Le relative
spese non si possono porre a carico dell'amministrazione opponente, non
interessata alla questione. Trattandosi di una lite concernente l'assistenza
giudiziaria, esse neppure possono essere messe a carico del Cantone (Hansjörg
Seiler/Nicolas von Werdt/Andreas Güngerich, Kommentar zum Bundesgerichtsgesetz,
Berna 2007, no. 52 all'art. 66).

9.2 Nella misura in cui l'interessato è parzialmente vincente in causa, egli,
rappresentato da un legale, ha diritto a un'indennità di parte ridotta, che
sarà posta a carico del Cantone Ticino (art. 68 cpv. 1 LTF). La sua istanza
tendente al riconoscimento del gratuito patrocinio è in tale misura priva di
oggetto.

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1.
In parziale accoglimento del ricorso, nella misura in cui è ricevibile, la
cifra 5 del dispositivo del giudizio cantonale del 2 marzo 2007 è annullata e
l'incarto è rinviato al Tribunale delle assicurazioni del Cantone Ticino
affinché si pronunci nuovamente, dopo aver proceduto ai necessari chiarimenti,
sull'istanza presentata in sede cantonale tendente alla concessione
dell'assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio. Per il resto il ricorso è
respinto.

2.
Al ricorrente viene concessa l'assistenza giudiziaria.

3.
Le spese giudiziarie di fr. 500.- sono poste a carico del ricorrente e per il
momento assunte dalla Cassa del Tribunale.

4.
Lo Stato del Cantone Ticino verserà al ricorrente un'indennità di fr. 800.- a
titolo di ripetibili della sede federale.

5.
L'Avvocato Alfio Mazzola, Lugano, viene designato patrocinatore del ricorrente
per la procedura innanzi al Tribunale federale. La Cassa del Tribunale gli
verserà un'indennità di fr. 1700.-.

6.
Comunicazione alle parti, al Tribunale delle assicurazioni del Cantone Ticino e
alla Segreteria di Stato dell'economia.
Lucerna, 21 aprile 2008
In nome della I Corte di diritto sociale
del Tribunale federale svizzero
Il Presidente: Il Cancelliere:

Ursprung Schäuble