Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

II. Zivilrechtliche Abteilung, Beschwerde in Zivilsachen 5A.333/2007
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5A_333/2007 /viz

Sentenza del 21 agosto 2007
II Corte di diritto civile

Giudici federali Raselli, presidente,
Escher, Marazzi,
cancelliere Piatti.

Massa fallimentare della X.________,
ricorrente, rappresentata dall'Ufficio fallimenti del distretto Plessur,
Grabenstrasse 15, 7000 Coira,

contro

A.________,
patrocinato dall'avv. Rosemarie Weibel,
banca Y.________,
B.________,
opponenti,
Ufficio di esecuzione di Lugano, via Bossi 2a,
6900 Lugano.

sequestro/garanzia bancaria,

ricorso in materia civile contro la decisione emanata il 12 giugno 2007 dalla
Camera di esecuzione e fallimenti del Tribunale d'appello del Cantone Ticino,
quale autorità di vigilanza.

Fatti:

A.
L'11 ottobre 2000 A.________ ha ottenuto dal Pretore del distretto di Lugano
il sequestro di beni della X.________. In applicazione dell'art. 277 LEF
l'Ufficio di esecuzione di Lugano ha liberato il 16 marzo 2001 i beni
sequestrati contro il rilascio di una garanzia bancaria della banca
Y.________, in cui questa si è impegnata irrevocabilmente a pagare
all'Ufficio, a prima richiesta, ogni somma fino ad un massimo di fr.
410'000.-- contro presentazione di una richiesta di pagamento che indica
l'importo totale dovuto a dipendenza della sentenza definitiva nella
procedura di convalida del sequestro dalla quale risulti l'importo
pignorabile. L'avvocato B.________ aveva depositato a suo nome, ma per conto
della X.________, presso la banca Y.________ l'importo di fr. 416'941.95 a
garanzia dell'impegno assunto dall'istituto di credito nella garanzia
bancaria.
Il 4 ottobre 2006 il Presidente del tribunale distrettuale di Plessur ha
dichiarato il fallimento della X.________.

B.
Il 16 novembre 2006 l'Ufficio dei fallimenti del distretto di Plessur ha
chiesto all'Ufficio di esecuzione di Lugano di incassare la garanzia e di
trasmettergli il capitale e gli interessi. Con provvedimento 21 novembre 2006
l'Ufficio di esecuzione ha annullato il sequestro e le relative esecuzioni
(dispositivo n. 1) e ha ritenuto che la garanzia bancaria sia da considerare
di spettanza della massa fallimentare, motivo per cui ha indicato che
"provvederà di conseguenza a richiedere il relativo versamento all'istituto
bancario citato ed al suo trasferimento all'Ufficio dei fallimenti del
Circondario di Plessur" (dispositivo n. 2).

C.
Sia la banca Y.________ che A.________ hanno impugnato il predetto
provvedimento. Con sentenza 12 giugno 2007 la Camera di esecuzione e
fallimenti del Tribunale d'appello del Cantone Ticino, quale autorità di
vigilanza, ha congiunto i ricorsi e li ha parzialmente accolti, annullando la
cifra due del dispositivo del provvedimento impugnato. L'autorità di
vigilanza ha accertato la propria competenza a trattare i rimedi e ha
ritenuto prematura la domanda di incasso della garanzia bancaria, perché
questa non è semplicemente decaduta con l'apertura del fallimento, ma
sussiste fintanto che l'escussa non ha riconsegnato all'Ufficio di esecuzione
i beni sequestrati, ciò che in concreto non è ancora avvenuto.

D.
Con ricorso del 25 giugno 2007 la massa fallimentare della X.________ chiede
che la sentenza cantonale venga riformata nel senso che i ricorsi cantonali
siano dichiarati irricevibili o, in via subordinata, che siano respinti. Dopo
aver narrato e completato i fatti, afferma che non competeva all'autorità di
vigilanza ticinese, ma a quella grigione trattare i rimedi. Sostiene altresì
che la decisione impugnata viola il diritto e renda più difficoltosa la
procedura fallimentare, perché ritiene che non faccia senso mantenere una
garanzia bancaria dopo il fallimento e che la stessa debba decadere perché
priva d'oggetto.
Non è stato ordinato uno scambio di scritti.

Diritto:

1.
1.1 Sentenze in materia di esecuzione e fallimento soggiacciono al ricorso in
materia civile, che in tale ambito sostituisce il ricorso previsto dal
previgente art. 19 LEF (art. 72 cpv. 2 lett. a LTF combinato con l'art. 19
LEF). Il ricorso è ammissibile contro decisioni emanate dall'ultima istanza
cantonale (art. 75 cpv. 1 LTF). Le sentenze pronunciate dalle autorità
cantonali di vigilanza, adite con un ricorso giusta l'art. 17 LEF contro
provvedimenti degli uffici di esecuzione e fallimenti, sono decisioni finali
ai sensi dell'art. 90 LTF, atteso che in linea di principio nella procedura
di esecuzione forzata in corso non è più possibile mettere in discussione
tali provvedimenti (DTF 133 III 350 consid. 1.2). La decisione dell'autorità
di vigilanza può essere impugnata indipendentemente dal valore di lite (art.
100 cpv. 2 lett. a LTF).

1.2 La ricorrente è senz'altro legittimata a proporre il presente rimedio.
Essa ha partecipato al procedimento innanzi all'autorità inferiore (art. 76
cpv. 1 lett. a LTF) e, quale massa fallimentare della società nei cui
confronti era stato pronunciato ed eseguito il sequestro nell'ambito del
quale è stata rilasciata la garanzia bancaria in discussione, ha un interesse
giuridicamente protetto ad ottenere l'annullamento della decisione impugnata
(art. 76 cpv. 1 lett. b LTF).

2.
La ricorrente afferma che non competeva all'autorità di vigilanza ticinese
giudicare i rimedi della banca e del creditore sequestrante, perché l'Ufficio
di esecuzione di Lugano avrebbe agito in via rogatoria per l'Ufficio dei
fallimenti del distretto di Plessur. Essa ritiene che il provvedimento
dell'Ufficio di esecuzione avrebbe dovuto essere impugnato innanzi
all'autorità di vigilanza grigione.
In concreto, la ricorrente pare misconoscere che la garanzia bancaria in
discussione è stata rilasciata nell'ambito di un sequestro ordinato a Lugano
ed eseguito dall'Ufficio di esecuzione del medesimo distretto. Anche quando
ha liberato - oltre cinque anni prima della pronuncia del fallimento - i beni
sequestrati contro la prestazione di una garanzia, l'Ufficio di esecuzione
non ha agito in via rogatoria per l'Ufficio fallimenti. Non spetta pertanto
all'amministrazione del fallimento, ma all'Ufficio di esecuzione decidere
sulla sorte della garanzia bancaria e quindi all'autorità di vigilanza di
quest'ultimo trattare eventuali ricorsi su questo tema. Ne segue che la
censura posta a fondamento della conclusione principale di dichiarare i
rimedi cantonali irricevibili si rivela infondata.

3.
3.1 L'autorità di vigilanza ha indicato che le garanzie ai sensi dell'art. 277
LEF garantiscono l'obbligo dell'escusso di ripresentare gli oggetti posti
sotto sequestro o di sostituirli con altri di ugual valore in caso di
pignoramento o fallimento. Essa ha quindi ritenuto che tali garanzie
sussistono fintanto che l'escusso non abbia riconsegnato (rispettivamente
sostituito) i beni sequestrati che l'Ufficio di esecuzione dovrà trasmettere
giusta l'art. 199 LEF all'amministrazione del fallimento. Rileva poi che
l'avvocato, che aveva depositato a suo nome, ma per conto della fallita, fr.
416'941.95 presso la banca Y.________ a garanzia dell'impegno da questa
assunto nella garanzia bancaria, non ha ancora girato tale importo
all'amministrazione del fallimento, perché si prevale di un diritto di
compensazione per parcelle rimaste insolute. Per questo motivo ha reputato
che la garanzia bancaria è ancora in vigore e che la domanda di incasso
dell'Ufficio di esecuzione è prematura, atteso che essa potrà unicamente
essere formulata una volta conosciuto l'importo versato all'amministrazione
del fallimento da tale avvocato, che ha proposto un'azione di contestazione
della graduatoria in seguito alla reiezione di una parte delle sue pretese.

3.2 La ricorrente sostiene invece che la decisione dell'autorità di vigilanza
violerebbe gli art. 199 e 206 LEF e renderebbe inutilmente difficoltosa la
procedura di fallimento. Asserisce che non farebbe senso mantenere la
garanzia dopo il fallimento; essa dovrebbe invece decadere perché priva
d'oggetto, affinché gli averi utilizzati per garantirla rientrino nella
massa. Ritiene inoltre che se la garanzia continua a sussistere, il creditore
sequestrante potrebbe incassarla semplicemente presentando una copia della
sentenza di convalida del sequestro ed avvantaggiarsi in questo modo a
scapito degli altri creditori.

3.3 La ricorrente misconosce la portata del provvedimento annullato
dall'autorità di vigilanza. Nella cifra 2 del dispositivo, l'Ufficio di
esecuzione non ha abrogato la garanzia bancaria, ma ha indicato che la
garanzia bancaria è da considerare di spettanza della massa fallimentare e
che provvederà a chiederne il versamento. Per questo motivo, in caso di
accoglimento della conclusione subordinata del rimedio in esame, con la quale
viene chiesto che i ricorsi cantonali siano respinti, verrebbe ripristinata
la predetta cifra del dispositivo della decisione dell'Ufficio di esecuzione,
in cui questo annuncia che procederà all'incasso della garanzia bancaria.

3.3.1 Ora, giusta l'art. 42 LTF gli atti scritti devono contenere le
conclusioni e i motivi (cpv. 1), e nei motivi occorre spiegare in modo
conciso perché l'atto impugnato viola il diritto (cpv. 2). Sennonché il
ricorso non contiene alcuna motivazione riferita alla sentenza impugnata: la
ricorrente non spende una parola per esporre le ragioni che farebbero
apparire contraria al diritto la decisione dell'autorità di vigilanza di non
permettere all'Ufficio di esecuzione di incassare la garanzia bancaria a
questo stadio della procedura. Nell'impugnativa la ricorrente si limita ad
illustrare i motivi per cui ritiene che la banca debba essere liberata
dall'obbligo assunto con l'emissione della garanzia bancaria: essa afferma
infatti che la garanzia bancaria sarebbe decaduta e divenuta priva d'oggetto
con il fallimento, che "evidentemente" ("es versteht sich von selbst") la
banca non consegnerà l'importo presso di lei depositato per garantire
l'impegno nei confronti dell'Ufficio di esecuzione fintanto che non verrà
liberata dall'obbligo assunto nella garanzia bancaria ("solange sie nicht von
ihrer Garantieverpflichtung befreit erklärt wird") e che revocando la
garanzia bancaria la procedura fallimentare potrebbe procedere in modo
normale. Ne segue che la conclusione subordinata dev'essere dichiarata
inammissibile, perché priva di una qualsiasi motivazione.

3.3.2 Non è d'altronde possibile esaminare le argomentazioni ricorsuali a
sostegno della - semplice - revoca della garanzia bancaria e della
liberazione della banca da tale obbligo, perché esse suffragano
inammissibilmente conclusioni nuove (art. 99 cpv. 2 LTF), che non sono state
oggetto della procedura cantonale. Infatti, nemmeno la banca, che aveva
prestato la garanzia, aveva chiesto nel proprio ricorso di esserne liberata.

3.4 Giova infine osservare che, contrariamente a quanto affermato nel
ricorso, il creditore sequestrante non può incassare la garanzia bancaria
semplicemente presentando la sentenza di convalida del sequestro. Come
indicato nell'atto di ricorso medesimo, la garanzia bancaria è stata
rilasciata nei confronti dell'Ufficio di esecuzione e compete quindi agli
organi dell'esecuzione forzata farla valere, qualora al momento del
pignoramento o del fallimento i beni in precedenza sequestrati non vengano
ripresentati (DTF 106 III 130 consid. 2 pag. 134).

4.
Da quanto precede discende che, nella misura in cui è ammissibile, il ricorso
risulta infondato e dev'essere respinto. Le spese giudiziarie seguono la
soccombenza (art. 66 cpv. 1 LTF), mentre non si giustifica assegnare
ripetibili agli opponenti, che non sono incorsi in spese necessarie nella
procedura federale, poiché non è stato ordinato uno scambio di scritti.

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1.
Nella misura in cui è ammissibile, il ricorso è respinto.

2.
La tassa di giustizia di fr. 3'000.-- è posta a carico della ricorrente.

3.
Comunicazione alle parti, all'Ufficio di esecuzione di Lugano e alla Camera
di esecuzione e fallimenti del Tribunale d'appello del Cantone Ticino, quale
autorità di vigilanza.

Losanna, 21 agosto 2007

In nome della II Corte di diritto civile
del Tribunale federale svizzero

Il presidente:  Il cancelliere: