Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

I. Zivilrechtliche Abteilung, Subsidiäre Verfassungsbeschwerde 4D.41/2007
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4D_41/2007

Sentenza del 21 novembre 2007
I Corte di diritto civile

Giudici federali Corboz, presidente,
Rottenberg Liatowitsch, Kolly,
cancelliera Gianinazzi.

A. ________,
ricorrente,

contro

Giudicatura di pace di Lugano, via Carducci 4,
(II° Piano), arch. Giovanni Gherra, 6900 Lugano.

art. 29 cpv. 1 Cost.,

ricorso per ritardata giustizia nel procedimento civile
che oppone la ricorrente alla banca B.________SA.

Ritenuto in fatto e considerando in diritto:

1.
Il 21 novembre 2006 A.________ si è rivolta alla Giudicatura di pace di
Lugano onde ottenere la condanna della banca B.________SA al pagamento di fr.
1'274.45 oltre interessi al 5 % dall'11 dicembre 1998 - pari al saldo del
libretto di risparmio intestato alla madre, deceduta nel 1998, che la banca
avrebbe illecitamente trattenuto - e il rigetto definitivo dell'opposizione
interposta dalla banca contro il precetto esecutivo spiccato il 10 gennaio
2006 per il medesimo importo.

2.
All'udienza di discussione del 18 gennaio 2007 A.________ ha invitato la
banca a presentare la documentazione da cui risulterebbe la sua
autorizzazione a trattenere quanto figurava sul libretto di risparmio della
madre. Qualora ciò non fosse possibile - ha proseguito l'istante - la banca
dovrebbe consegnarle l'importo richiesto.

La banca B.________SA ha dichiarato di non essere in possesso degli atti
evocati dall'istante - la quale non è stata peraltro in grado di specificarne
la natura - indi per cui la richiesta di edizione documenti dovrebbe venire
respinta. La banca ha pure proposto di respingere l'istanza nel merito. Come
già spiegato in due lettere indirizzate a A.________ - il 6 agosto 2004
rispettivamente l'11 ottobre 2005 - prodotte all'udienza, l'importo da lei
richiesto è stato infatti posto in compensazione, conformemente all'art. 120
CO, con il debito che la madre aveva nei confronti della banca in relazione
all'uso della carta di credito.

3.
Il 13 agosto 2007 A.________ ha scritto al Tribunale federale lamentandosi
del silenzio del giusdicente dopo la predetta udienza.

Invitata a precisare il senso della sua missiva, il 29 agosto 2007 essa ha
inoltrato formale ricorso al Tribunale federale dolendosi di non aver ancora
ricevuto la sentenza nella predetta causa.

Nelle osservazioni del 30 ottobre 2007 il Giudice di pace di Lugano,
segnalata l'ingente mole di lavoro e l'avvenuta partenza della segretaria
dopo la fine di gennaio 2007, ha preannunciato l'emanazione della sentenza
entro qualche mese.

4.
Giusta l'art. 94 LTF, se la giurisdizione adita nega o ritarda indebitamente
la pronuncia di una decisione impugnabile può essere interposto ricorso.

4.1 Il ricorso per denegata rispettivamente ritardata giustizia può essere
interposto in ogni tempo.

Esso soggiace tuttavia all'esigenza dell'esaurimento del corso delle istanze
cantonali; in altre parole, se il diritto cantonale prevede un rimedio che
conferisce al Tribunale superiore un potere d'intervento nel caso in cui il
ricorso per ritardata giustizia si rivelasse fondato, prima di rivolgersi al
Tribunale federale l'interessato è tenuto ad adire l'autorità cantonale di
vigilanza (cfr. DTF 119 Ia 237 consid. 2b e 3).

Nel Canton Ticino l'autorità di vigilanza sui giudici di pace, come su tutte
le altre autorità giudiziarie, è il Consiglio della Magistratura (art. 74
segg. LOG/TI). La segnalazione a questo consiglio non configura però un
rimedio nel senso appena esposto giacché essa dà luogo a un procedimento
disciplinare in esito al quale l'autorità di vigilanza potrà, se del caso,
infliggere delle sanzioni disciplinari (cfr. art. 80 LOG/TI) ma non imporre
al magistrato di emanare una decisione in tempi brevi.

Sotto questo profilo il ricorso si avvera pertanto ricevibile.

4.2 La controversia verte sul diritto di A.________ di ottenere la consegna
del saldo del libretto di risparmio intestato alla madre, di fr. 1'274.45.

Si tratta dunque di una causa civile di natura pecuniaria che, una volta
giudicata, potrà essere portata dinanzi al Tribunale federale solo mediante
un ricorso in materia costituzionale ai sensi dell'art. 113 segg. LTF, visto
l'esiguo valore litigioso (cfr. art. 74 cpv. 1 lett. b LTF) e il tema della
lite, che non riguarda una questione di diritto d'importanza fondamentale
(cfr. art. 74 cpv. 2 lett. a LTF).

Lo scritto della ricorrente può dunque essere tenuto in considerazione
esclusivamente quale ricorso in materia costituzionale.

5.
Con il ricorso in materia costituzionale può essere censurata la violazione
di diritti costituzionali (art. 116 LTF).

5.1 L'art. 106 cpv. 2 LTF (cui rinvia l'art. 117 LTF) stabilisce che il
Tribunale federale esamina la violazione di diritti fondamentali e di
disposizioni cantonali soltanto se il ricorrente ha sollevato e motivato tale
censura. Questa norma riprende in sostanza il cosiddetto "principio
dell'allegazione" (Rügepflicht) che vigeva sotto l'egida dell'OG per il
ricorso di diritto pubblico (cfr. Messaggio concernente la revisione totale
dell'organizzazione giudiziaria federale del 28 febbraio 2001, in: FF 2001
pag. 3900). Ciò significa che il Tribunale federale non procede alla verifica
della costituzionalità dell'atto impugnato sotto tutti gli aspetti possibili,
bensì vaglia solo le censure che sono state sollevate in modo chiaro e
dettagliato nell'allegato ricorsuale (DTF 133 III 393 consid. 6).

5.2 Ora, nel documento inviato al Tribunale federale la ricorrente non
menziona esplicitamente alcuna norma del diritto cantonale rispettivamente
del diritto costituzionale che il giudice di pace avrebbe violato né spiega
in cosa risiederebbe la violazione.

Il ricorso deve dunque venir dichiarato inammissibile per carente
motivazione.

6.
Il caso impone tuttavia le seguenti considerazioni.

6.1 Nelle osservazioni del 30 ottobre 2007 il giudice di pace dichiara che la
causa è pronta per essere giudicata e preannuncia la possibilità di una
sentenza "nei prossimi mesi".

Dalla lettura degli atti si evince infatti che il tema della lite è
chiaramente definito, così come anche le rispettive posizioni delle parti; né
risultano esservi ulteriori prove da assumere, dato che la banca ha già
dichiarato di non essere in possesso dei documenti (solo) menzionati
dall'istante. A questo proposito giova osservare che, stando a quanto emerge
dal verbale d'udienza, in tale occasione A.________ non ha inteso formulare
una domanda di edizione documenti, bensì ha "sfidato" la banca a provare
l'asserito diritto di trattenere l'importo rimasto sul libretto di risparmio
della madre, diritto che - a suo modo di vedere - potrebbe essere ammesso
solamente in presenza di una sua formale autorizzazione a procedere in tal
senso.

Di diverso avviso la banca, la quale fonda il proprio diritto sul credito
vantato nei confronti della titolare del libretto di risparmio a dipendenza
dell'uso della carta di credito, ch'essa ha posto in compensazione con il
saldo del libretto di risparmio.
In queste circostanze, come ritenuto dal giudice, non appare necessario
procedere a un secondo dibattimento (cfr. Cocchi/Trezzini, Codice di
procedura civile ticinese massimato e commentato, Lugano 2000, n. 2 ad art.
297 CPC/TI).

Ciò significa che la causa è pronta per essere giudicata dal 18 gennaio 2007,
quando si è svolta l'udienza di discussione.

6.2 Ora, l'art. 283 CPC/TI stabilisce che le sentenze dei giudici di pace
devono essere pronunciate e notificate entro tre mesi dalla data fissata per
il dibattimento.

Anche se si tratta di un termine d'ordine, esso non è sprovvisto di qualsiasi
efficacia. L'autorità si espone infatti al rimprovero di commettere un
diniego di giustizia formale, qualora non rispetti in maniera abusiva un
siffatto termine (cfr. sentenza del 17 marzo 2005 nella causa 1P.145/2005
consid. 2.8, pubblicata in RtiD 2005 II n. 1 pag. 3).

6.2.1 Giusta l'art. 29 cpv. 1 Cost. nei procedimenti dinanzi ad autorità
giudiziarie o amministrative ognuno ha diritto alla parità ed equità di
trattamento, nonché ad essere giudicato entro un termine ragionevole.

Questa disposizione consacra il principio della celerità. L'autorità
cantonale viola questa garanzia costituzionale qualora prolunghi in modo
inabituale la trattazione di un oggetto rientrante nella sua competenza,
senza che circostanze particolari lo giustifichino. La questione di sapere se
la durata di una procedura superi quella "ragionevole" va valutata sulla base
del tipo di procedura in oggetto, della complessità della causa, del
comportamento delle parti (cfr. DTF 124 I 139 consid. 2c).

6.2.2 In concreto, come detto, il tema della vertenza è definito chiaramente
fin dal 18 gennaio 2007.

Dato che sulla qualità di erede di A.________ non v'è litigio e che
l'esistenza di un saldo sul libretto di risparmio intestato alla madre non
solo è stata dimostrata ma anche ammessa dalla banca B.________SA, occorre
stabilire se quest'ultima può validamente opporsi alla richiesta di
A.________ invocando la compensazione (ex art. 120 CO) con il credito ch'essa
vantava nei confronti della titolare del libretto di risparmio all'epoca del
suo decesso.
Il fatto che, in simili circostanze, il 29 agosto 2007 (data del ricorso),
ovvero oltre sette mesi dopo il dibattimento, non fosse stata ancora emanata
alcuna decisione - quando il diritto processuale ticinese indica che, di
principio, questa dovrebbe venir pronunciata entro tre mesi - può
effettivamente suscitare delle perplessità. La questione di sapere se tale
durata configuri un diniego di giustizia formale non deve comunque essere
decisa definitivamente vista l'inammissibilità del gravame.

6.2.3 Si osserva tuttavia che l'ulteriore prolungamento dell'attesa
preannunciato dal giudice di pace per i motivi da lui addotti - ovvero
l'avvenuta partenza della segretaria alla fine di gennaio 2007 - è
inaccettabile.

Secondo costante giurisprudenza, infatti, un eventuale ritardo nel giudicare
non può essere giustificato da un sovraccarico di lavoro o deficienze
organizzative, competendo allo Stato l'obbligo di dotare le autorità
giudiziarie del personale e dei mezzi necessari per poter statuire in tempi
ragionevoli ed ai tribunali quello di organizzare la loro attività in modo da
poter evadere le vertenze loro sottoposte entro un termine adeguato (cfr. DTF
107 Ib 160 consid. 3c pag. 165 con rinvii).

6.3 Nonostante l'inammissibilità del gravame sotto il profilo della sua
motivazione, si invita pertanto il giudice a concludere senza indugio la
procedura che concerne la ricorrente.

7.
Non si prelevano spese giudiziarie.

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1.
Il ricorso è inammissibile.

2.
Non si prelevano spese giudiziarie.

3.
Comunicazione alla ricorrente e alla Giudicatura di pace di Lugano.

Losanna, 21 novembre 2007

In nome della I Corte di diritto civile
del Tribunale federale svizzero

Il Presidente: La Cancelliera: