Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

II. Öffentlich-rechtliche Abteilung, Beschwerde in öffentlich-rechtlichen Angelegenheiten 2C.529/2007
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2C_529/2007 /biz

Sentenza del 4 ottobre 2007
II Corte di diritto pubblico

Giudici federali Hungerbühler, giudice presidente,
Wurzburger, Karlen,
cancelliera Ieronimo Perroud.

A. ________ alias B.________,
ricorrente, patrocinato dall'avv. Ergin Cimen,

contro

Dipartimento delle istituzioni del Cantone Ticino, Sezione dei permessi e
dell'immigrazione,
6501 Bellinzona,
Giudice delle misure coercitive del Cantone Ticino, 6901 Lugano.

istanza di scarcerazione,

ricorso in materia di diritto pubblico contro la decisione emessa il 29
agosto 2007 dal Giudice delle misure coercitive del Cantone Ticino.

Fatti:

A.
A. ________ alias B.________, sedicente cittadino algerino sprovvisto di
documenti di legittimazione, ha depositato il 18 aprile 2002 una domanda
d'asilo, la quale è stata respinta dapprima dall'Ufficio federale dei
rifugiati (ora Ufficio federale della migrazione) il 10 gennaio 2003 e poi,
su ricorso, dalla Commissione svizzera di ricorso in materia d'asilo il 21
febbraio 2003. Nel contempo gli è stato ordinato di lasciare la Svizzera,
ordine al quale non ha però dato seguito. Il 17 giugno 2004 l'allora Ufficio
federale degli stranieri non è entrato nel merito della domanda di riesame
sottopostale dall'interessato il 6 marzo precedente.
Durante il suo soggiorno in Svizzera A.________ alias B.________ ha
interessato a più riprese le autorità penali, cioè nel novembre 2002 (90
giorni di detenzione e espulsione dalla Svizzera per 3 anni per i reati di
lesioni semplici aggravate e contravvenzione alla legge federale sul
trasporto pubblico, entrambe le pene sospese con un periodo di prova di 3
anni), nel giugno 2004 (60 giorni di detenzione, oltre la revoca della
sospensione condizionale della pena accessoria dell'espulsione, per messa in
circolazione di monete false, ripetuto furto, infrazione alla LStup ed altri
reati; opposizione al decreto d'accusa) e nel dicembre 2004 (arrestato per
infrazione alla LStup, furto e ricettazione).

B.
Il 3 maggio 2005 A.________ alias B.________ è stato incarcerato in vista del
suo allontanamento per tre mesi, carcerazione poi prorogata di ulteriori 3
mesi il 27 luglio 2005. Sentito dalla polizia cantonale, egli ha ribadito di
essere cittadino algerino, malgrado una delegazione di questo paese non lo
abbia riconosciuto come tale, così come di non essere intenzionato a
rientrare in patria e ha rifiutato di collaborare al fine di procurarsi
validi documenti per l'espatrio. Liberato il 2 novembre 2005, l'interessato
ha continuato a soggiornare illegalmente in Svizzera. Il 14 dicembre 2005
l'Ufficio federale della migrazione ha emanato nei suoi confronti un divieto
d'entrata in Svizzera valido fino al 13 dicembre 2015, intimatogli il 9
febbraio 2006.

C.
A.________ alias B.________ è stato fermato, rispettivamente interrogato
dalle competenti autorità a più riprese, segnatamente il 3 febbraio 2006, il
9 febbraio 2006, il 12 settembre 2006, il 16 dicembre 2006 e il 7 febbraio
2007. Nel corso dei diversi interrogatori ha ribadito che non era
intenzionato a lasciare la Svizzera e che rifiutava di collaborare con
l'autorità; ha poi dichiarato di voler convolare a nozze con una cittadina
svizzera residente in Ticino. Malgrado i ripetuti solleciti all'Ufficio
federale della migrazione al fine di procedere alla sua identificazione, egli
non ha potuto finora essere identificato con certezza.

D.
Con decisione del 9 luglio 2007 la Sezione dei permessi e dell'immigrazione
del Dipartimento delle istituzioni del Cantone Ticino ha ordinato la sua
carcerazione in vista di sfratto per la durata di 3 mesi (art. 13b della
legge federale del 26 marzo 1931 concernente la dimora il domicilio degli
stranieri, LDDS; RS 142.20), provvedimento convalidato dal Giudice delle
misure coercitive con decisione dell'11 luglio successivo, cresciuta in
giudicato. Nel corso dell'udienza tenutasi lo stesso giorno l'interessato ha
confessato di chiamarsi A.________, cittadino algerino nato il 26 maggio
1974, in luogo di B.________.

E.
Il 20 agosto 2007 A.________ alias B.________ ha chiesto al Giudice delle
misure coercitive la sua immediata scarcerazione. Dopo aver sentito
l'interessato il 29 agosto 2007, detta autorità ha respinto l'istanza con
giudizio del medesimo giorno, considerando in sostanza che non erano date le
premesse per accogliere l'istanza di scarcerazione così come non erano
adempiti i presupposti legali per porre termine alla carcerazione.

F.
Il 1° ottobre 2007 A.________ alias B.________ ha presentato dinanzi al
Tribunale federale un ricorso in materia di diritto pubblico, con cui chiede
che il giudizio impugnato sia annullato e che egli venga immediatamente
liberato. In via subordinata domanda che egli sia liberato con obbligo di
residenza presso la sua compagna nonché di comparizione regolare presso
l'autorità designata dal Giudice delle misure coercitive. Postula inoltre il
beneficio dell'assistenza giudiziaria con nomina di un avvocato d'ufficio.
Il Tribunale federale non ha ordinato uno scambio di allegati scritti.

Diritto:

1.
La decisione impugnata è stata pronunciata dopo l'entrata in vigore, il 1°
gennaio 2007, della legge federale sul Tribunale federale del 17 giugno 2005
(LTF; RS 173.110; RU 2006 I 1069): la presente procedura è quindi
disciplinata dal nuovo diritto (art. 132 cpv. 1 LTF).

2.
2.1 Giusta l'art. 13b cpv. 1 LDDS, se è stata notificata una decisione di
prima istanza d'allontanamento o espulsione, l'autorità cantonale competente,
allo scopo di garantire l'esecuzione, può incarcerare lo straniero,
segnatamente se "indizi concreti fanno temere che lo stesso intende sottrarsi
all'espulsione, in particolare perché non si attiene all'obbligo di
collaborare" (lett. c; sugli indizi di pericolo di fuga, cfr. DTF 122 II 49
consid. 2a; 125 II 369 consid. 3b/aa; Alain Wurzburger, La jurisprudence
récente du Tribunal fédéral en matière de police des étrangers in: RDAF
53/1997 I pag. 332 seg.). In linea di principio, la carcerazione può durare 3
mesi al massimo; tuttavia, con il consenso dell'autorità giudiziaria
cantonale, essa può essere prorogata di 15 mesi al massimo se particolari
ostacoli si oppongono all'esecuzione dell'allontanamento o dell'espulsione
(art. 13b cpv. 2 LDDS). Le autorità sono tenute ad intraprendere
immediatamente il necessario per l'esecuzione dell'allontanamento o
dell'espulsione (art. 13b cpv. 3 LDDS). Infine, giusta l'art. 13c cpv 5 lett.
a LDDS, la carcerazione ha termine se il motivo della stessa è venuto a
mancare o se risulta che l'esecuzione dell'allontanamento o dell'espulsione è
inattuabile per motivi giuridici o effettivi (cfr. sul tema le sentenze
richiamate in DTF 125 II 369 consid. 3a).

2.2 Nel caso concreto, la carcerazione amministrativa risulta necessaria al
fine di assicurare l'esecuzione della decisione di allontanamento. In
effetti, vi è un insieme di indizi concreti e seri ai sensi dell'art. 13b
cpv. 1 lett. c LDDS che permettono di concludere che il ricorrente ha
l'intenzione di sottrarsi al suo allontanamento. Egli è sprovvisto di
documenti di identità e nei suoi confronti è stata pronunciata una decisione
di allontanamento cresciuta in giudicato, alla quale non ha mai dato seguito.
Al riguardo va rammentato che non incombe al Tribunale federale vagliare la
fondatezza della decisione di rinvio dalla Svizzera, salvo se la stessa
appaia chiaramente insostenibile, o addirittura errata al punto di apparire
nulla (DTF 128 II 193 consid. 2.2.2; 125 II 217 consid. 2; 121 II 59 consid.
2c), ciò che non è manifestamente il caso in concreto. Va poi osservato che
il ricorrente, oltre ad avere interessato a più riprese le autorità penali ed
essere stato condannato ad una pena detentiva, ha soggiornato illegalmente
per diversi anni nel nostro Paese, assumendo quindi un comportamento
biasimevole. Inoltre egli ha sempre dichiarato di non volere tornare nel
proprio paese, così come ha rifiutato di collaborare all'ottenimento di
validi documenti di viaggio, fornendo anche per anni una falsa identità alle
autorità: come rileva a giusto titolo la precedente autorità solo l'11 luglio
2007 egli ha dichiarato le sue presunte vere generalità. Orbene, come già
rilevato da questa Corte, più il comportamento passivo dello straniero (ad
esempio, il rifiuto di collaborare con le autorità per procurarsi documenti
d'identità) perdura e si protrae nel tempo, più si deve considerare che un
tale comportamento costituisce un indizio che permette di concludere per
l'esistenza di un motivo di detenzione ai sensi dell'art. 13c cpv. 1 lett. c
LDDS. Tenuto conto dell'insieme di questi elementi, le condizioni poste
dall'art. 13b cpv. 2 combinato con l'art. 13b cpv. 1 lett. c LDS sono
soddisfatte in concreto. In queste condizioni è quindi irrilevante sapere se
l'autorità precedente poteva anche appellarsi all'art. 13b cpv. 1 lett. b o
cbis LDDS. Visto quanto precede il rifiuto di scarcerazione del ricorrente
ossequia sia il principio di proporzionalità sia quello della celerità.
Inoltre l'esecuzione del suo allontanamento non appare inattuabile per motivi
giuridici o effettivi (art. 13c cpv. 5 lett. a LDDS).

2.3 Per il resto, più particolarmente con riferimento ai suoi tentativi di
mettersi in contatto con le autorità diplomatiche algerine - pratiche
intraprese, sia rilevato di transenna, solo dopo la conferma della
carcerazione - così come all'auspicata misura sostitutiva proposta (cioè
obbligo di residenza presso la compagna con regolare comparizione presso
un'autorità designata dal Giudice delle misure coercitive) si rimanda ai
pertinenti considerandi della decisione impugnata (art. 109 cpv. 3 LTF), i
quali vanno qui condivisi (cfr. sentenza cantonale pag. 8 seg.). Infine, per
quanto concerne le sue intenzioni di convolare a nozze con una cittadina
svizzera, egli può sposarsi anche dopo la sua partenza, ossequiando le
vigenti prescrizioni in materia di diritto degli stranieri, così come può
attendere all'estero l'esito di una procedura rivolta al rilascio di un
permesso di soggiorno (cfr. Hugi Yar, Zwangsmassnahmen im Ausländerrecht, in:
Uebersax/Münch/Geiser/Arnold, Ausländerrecht, Basilea/Ginevra/Monaco 2002,
nota 7.107)
Visto quanto precede è pertanto a ragione che il Giudice delle misure
coercitive ha respinto l'istanza di scarcerazione ai sensi dell'art. 13c cpv.
4 LDDS.

3.
3.1 Il presente ricorso, manifestamente infondato, va deciso secondo la
procedura semplificata dell'art. 109 cpv. 2 lett. a LTF, senza che sia
necessario procedere ad uno scambio di allegati scritti.

3.2 Dal momento che il gravame era sin dall'inizio privo di possibilità di
esito favorevole, la domanda di assistenza giudiziaria dev'essere parimenti
respinta (art. 64 LTF). Le spese giudiziarie dovrebbero pertanto seguire la
soccombenza (art. 66 cpv. 1 prima frase LTF). Sennonché, secondo costante
prassi di questa Corte, in casi di questa indole non si preleva tassa di
giustizia.

Per questi motivi, visto l'art. 109 LTF, il Tribunale federale pronuncia:

1.
Il ricorso è respinto.

2.
La domanda di assistenza giudiziaria è respinta.

3.
Non si prelevano spese giudiziarie.

4.
Comunicazione al patrocinatore del ricorrente, al Dipartimento delle
istituzioni e al Giudice delle misure coercitive del Cantone Ticino nonché
all'Ufficio federale della migrazione.

Losanna, 4 ottobre 2007

In nome della II Corte di diritto pubblico
del Tribunale federale svizzero

Il giudice presidente:  La cancelliera: