Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

I. Öffentlich-rechtliche Abteilung, Beschwerde in Strafsachen 1B.283/2007
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Bundesgericht
Tribunal fédéral
Tribunale federale
Tribunal federal

{T 0/2}
1B_283/2007 /biz

Sentenza del 27 novembre 2008
I Corte di diritto pubblico

Composizione
Giudici federali Féraud, presidente,
Reeb, Eusebio,
cancelliere Crameri.

Parti
Amministrazione federale delle contribuzioni, 3003 Berna,
ricorrente,

contro

A.A.________,
B.A.________,
opponenti,
patrocinati dagli avv.ti Mario Postizzi e Goran Mazzucchelli.

Oggetto
richiesta di levata dei sigilli,

ricorso in materia penale contro la sentenza emanata
il 20 novembre 2007 dalla I Corte dei reclami penali
del Tribunale penale federale.

Fatti:

A.
Il 24 dicembre 2004 il Capo del Dipartimento federale delle finanze ha
autorizzato l'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) ad aprire
un'inchiesta fiscale speciale nei confronti degli avvocati A.A.________ e
B.A.________, quest'ultima titolare di uno studio legale e notarile a Lugano.
Il legale è sospettato d'aver commesso gravi infrazioni fiscali ai sensi
dell'art. 190 della legge federale del 14 dicembre 1990 sull'imposta federale
diretta (LIFD; RS 642.11), per aver sottaciuto al fisco federale una parte
importante della sua sostanza e dei suoi redditi imponibili. Egli avrebbe
inoltre partecipato a reati fiscali commessi da C.________, mentre B.A.________
avrebbe partecipato a quelli commessi dal marito.

B.
Il 2/3 febbraio 2005 la Divisione delle inchieste speciali dell'AFC ha
perquisito lo studio legale e sequestrato numerosi documenti cartacei e
informatici, posti sotto suggello. L'8 agosto 2005 la Corte dei reclami penali
del Tribunale penale federale ha accolto una richiesta di levata dei sigilli
presentata dall'AFC, stabilendo per la cernita, da effettuare dalla Corte
medesima, una procedura in tre fasi, confermata dal Tribunale federale (vedi
DTF 132 IV 63). L'8 giugno 2006, considerata la voluminosa documentazione
sequestrata e le divergenze sull'utilità o no della documentazione, il giudice
delegato ha comunicato alle parti, le quali hanno aderito alla proposta, che la
Corte avrebbe statuito autonomamente su tutti gli incarti sequestrati,
rinunciando alla procedura in contraddittorio.

C.
Con decisione del 20 febbraio 2007, la I Corte dei reclami penali (I CRP),
ritenendo impossibile distinguere i clienti protetti dal segreto professionale
dell'avvocato da quelli non protetti, ha accolto la richiesta di versare agli
atti tutti i documenti ancora in sospeso concernenti la contabilità dello
studio legale. Mediante sentenza 1B_47/2007 del 28 giugno 2007 il Tribunale
federale, ritenuta sbrigativa e superficiale detta tesi, ha accolto, in quanto
ammissibile, un ricorso dei coniugi A.________ e ha annullato questa decisione.
In seguito i legali hanno prodotto listati contenenti i nomi dei clienti da
loro ritenuti protetti dal segreto professionale.

D.
Il 16 ottobre 2007 la I CRP, comunicata alle parti la sua volontà di procedere
a tappe, ha restituito agli indagati una ventina di incarti ritenuti inutili
per l'inchiesta. Con giudizio del 12 novembre 2007 essa ha statuito sugli
incarti bancari restanti. Ritenuto che l'individuazione di relazioni attinenti
all'attività tipica dell'avvocato e l'anonimizzazione dei relativi documenti
avrebbe implicato un investimento sproporzionato di tempo, essa ha versato agli
atti solo determinati atti bancari, anonimizzandoli senza la verifica effettiva
dell'esistenza di un segreto da proteggere, vietando all'AFC di utilizzarli o
di trasmetterli a terzi per altre procedure senza il consenso della Corte. Con
sentenza 1B_288/2007 del 30 settembre 2008 il Tribunale federale l'ha
annullata.

E.
La I CRP, con decisione del 20 novembre 2007, si è pronunciata sugli incarti
non considerati nell'esame di periodi contabili speciali. Rilevato che si
tratta di migliaia di atti, in gran parte contenenti nomi di terzi, richiamati
i motivi addotti nella sentenza del 12 novembre 2007, ha ribadito che la
cernita e l'anonimizzazione dei nomi rappresenterebbe un lavoro totalmente
sproporzionato. Essa ha quindi deciso quanto segue:

"1. I seguenti incarti devono essere restituiti, ai sensi dei considerandi,
agli indagati: S1, S24 (parziale), S30 (parziale), S32 (parziale), S269
(parziale), S364 (parziale), S441 (parziale).

2. I seguenti incarti devono essere versati agli atti ai sensi dei
considerandi: S23 (parziale), S24 (parziale), S30 (parziale), S32 (parziale),
S364 (parziale), S269 (parziale), S441 (parziale), S440 (parziale).

3. L'utilizzo o la trasmissione a terzi, per altre procedure, di documenti o
informazioni concernenti clienti degli indagati provenienti dagli incarti S23 e
S24 di cui al punto 2 del presente dispositivo è proibito in assenza di nuove
decisioni da parte della I Corte dei reclami penali.

4. (spese)".

F.
Avverso questo giudizio l'AFC presenta un ricorso in materia penale al
Tribunale federale. Chiede, in via cautelare, di concedere l'effetto sospensivo
al gravame e di congiungere i susseguenti ricorsi che saranno inoltrati; in via
principale, di annullare la decisione impugnata e, in sostanza, di versare agli
atti del procedimento penale in forma integrale e non anonimizzata i libri base
(cassa, posta, banca, debitori e creditori) per verificare la completezza e la
correttezza delle registrazioni contabili, il libro mastro delle relative
registrazioni, le liste delle corrispondenti registrazioni di ogni singolo
conto e le pezze giustificative, con il divieto di utilizzare le informazioni
riguardanti terzi in altri procedimenti, salvo autorizzazione della I CRP;
postula inoltre di versare agli atti tutte le fatture concernenti l'attività
tipica e atipica dei legali in forma integrale; in via subordinata, chiede di
versarli in maniera anonimizzata.

La I CRP chiede la reiezione, in quanto ammissibile, del ricorso. I coniugi
A.________ postulano, proceduralmente, di stralciare dall'incarto gli allegati
n. da 2 a 19 prodotti dalla ricorrente, in via principale, di dichiarare
inammissibile il ricorso e, in via subordinata, di respingerlo.

Al ricorso è stato conferito effetto sospensivo in via superprovvisionale.

La decisione in esame è stata impugnata anche dagli avvocati A.A.________ e
B.A.________ (1B_287/2007 decisa in data odierna).

Diritto:

1.
1.1 Come già stabilito dal Tribunale federale (sentenza 1B_288/2007 del 30
settembre 2008 consid. 1.2), la domanda ricorsuale di congiungere le differenti
cause dev'essere respinta, a maggior ragione visto che le motivazioni dei vari
ricorsi sono differenti.

1.2 L'ammissibilità del gravame è pacifica. La legittimazione della ricorrente
è stata ammessa nella citata sentenza del 30 settembre 2008 (consid. 1.4).

2.
2.1 La ricorrente, richiamando l'art. 125 cpv. 2 LIFD, secondo cui le persone
fisiche con reddito da attività lucrativa indipendente devono allegare alla
dichiarazione i conti annuali firmati (bilanci e conti profitti e perdite),
precisa di possederli. Essa insiste nondimeno sulla necessità di poter accedere
ai libri contabili dello studio legale dai quali sono state estratte le cifre
riportate sul conto d'esercizio e sul bilancio, allo scopo di procedere alle
necessarie verifiche (art. 130 LIFD), ricordato che in ambito penale non sono
ammesse le regole valide per la tassazione d'ufficio. Essa espone poi quattro
esempi che dimostrerebbero l'impossibilità di proseguire nell'inchiesta
fondandosi soltanto sulla documentazione messa a disposizione dalla I CRP.
Sottolinea che il segreto professionale sarebbe venuto meno, per cui
occorrerebbe poter disporre anche delle fatture relative alle prestazioni
tipiche dell'attività d'avvocato. Critica infine l'assunto secondo cui
l'anonimizzazione degli atti costituirebbe un lavoro sproporzionato, potendo
procedere al loro annerimento automatico.

2.2 Nella risposta, i legali ripropongono l'argomentazione secondo cui la
domanda principale del ricorso, segnatamente di versare agli atti tutti i
documenti bancari in forma integrale e non anonimizzata, sarebbe inammissibile,
siccome costitutiva di "res iudicata". Pure la domanda ricorsuale formulata in
via subordinata sarebbe inammissibile, poiché la ricorrente sarebbe d'accordo
per la prima volta con il principio dell'anonimizzazione. Contestano quindi la
possibilità di esaminare l'apprezzamento compiuto dalla I CRP circa l'utilità o
no di un documento per l'inchiesta. Nel merito, essi criticano l'asserita
mancata separazione diligente dell'attività tipica dell'avvocato da quella
commerciale e contestano il fatto che non potrebbero prevalersi del segreto
professionale, rilevando infine che l'istanza precedente avrebbe proceduto a
una cernita "quantomeno sommaria". Queste critiche, come pure le osservazioni
della I CRP, sono già state respinte nelle sentenze del 30 settembre 2008.
D'altra parte, come si vedrà, di massima, allo stadio attuale gli opponenti non
possono più prevalersi del segreto professionale, per cui anche le loro
ulteriori critiche, secondo cui l'apprezzamento operato dalla I CRP
costituirebbe un accertamento fattuale insindacabile, non sono decisive (cause
1B_288/2007 e 1B_286/2007).

2.3 Come visto, la I CRP si è limitata in sostanza a ribadire che la cernita e
l'eventuale anonimizzazione dei documenti comporterebbe un lavoro "totalmente
sproporzionato".
Nel giudizio impugnato, la I CRP ha ripreso l'argomentazione esposta nella sua
precedente decisione del 12 novembre 2007, secondo cui l'esame dell'effettiva
esistenza di un segreto professionale e l'anonimizzazione dei relativi
documenti costituirebbero misure troppo dispendiose e sproporzionate. Questa
pronunzia è stata annullata dal Tribunale federale con la citata sentenza
1B_288/2007: è stato ribadito, come già esposto nella sentenza 1B_47/2007 del
28 giugno 2007, che detta tesi sbrigativa e superficiale non era condivisibile.

È stato rilevato che l'argomentazione della I CRP, secondo cui in caso di
dubbio si sarebbe in presenza di documenti coperti dal segreto professionale,
ma che, considerato il dispendio di tempo richiesto, la loro anonimizzazione
non potrebbe essere pretesa, contraddiceva manifestamente quanto espresso dal
Tribunale federale. In effetti, anche nell'ambito del procedimento in esame,
l'unione nella medesima persona delle funzioni di amministratore e di avvocato
non permette più di distinguere chiaramente quanto rientra in ciascun tipo di
attività, per cui il richiamo alla tutela del segreto professionale
dell'avvocato è di massima escluso. Visto il coinvolgimento dei legali
nell'inchiesta e il fatto che gran parte dei documenti concernono attività
estranee a quella tipica dell'avvocato e che tale distinzione non può essere
operata in maniera chiara, nella fattispecie l'interesse pubblico a perseguire
le gravi sospettate infrazioni prevale sulla tutela del segreto professionale,
per di più invocato in modo generico ed essendo peraltro manifesto che
A.A.________ in nessun caso poteva invocarlo. Un'eventuale anonimizzazione
potrebbe quindi limitarsi a determinati documenti: rientra comunque nel potere
di apprezzamento della I CRP esprimersi al riguardo (1B_288/2007 consid. 3 e
4).

3.
Riguardo all'analisi della documentazione in esame, la ricorrente rileva di non
contestare la decisione impugnata per quanto attiene agli incarti S23/24 e S364
e, in sostanza, l'incarto S441. Per gli altri incarti l'istanza precedente ha
rilevato quanto segue, insistendo sul fatto che i documenti nei quali figurano
nomi di terzi potenzialmente protetti dal segreto professionale devono essere
restituiti agli opponenti.
S1: l'incarto contiene un centinaio di documenti (liste di prestazioni,
progetti di note d'onorario, ecc.) relativi ad attività svolte dall'avv.
A.A.________ tra il 1998 e il 2001. La I CRP, ritenuto che la loro
anonimizzazione sarebbe molto problematica, rileva ch'essi non presenterebbero
un interesse particolare per l'inchiesta, dato che le informazioni ivi
contenute sarebbero state riprese nelle note d'onorario inviate ai clienti, per
cui ha deciso di restituirli agli opponenti.

L'assunto è chiaramente infondato. In effetti, già nella sentenza 1S.31/2005
del 6 febbraio 2006, il Tribunale federale aveva stabilito che l'avv.
A.A.________, indagato nel procedimento in esame, non poteva prevalersi del
segreto professionale (consid. 3.2.1 e 3.3.2), per cui, contrariamente alla
tesi dell'istanza inferiore, riguardo ai suoi documenti la questione
dell'anonimizzazione non si pone. D'altra parte, come rettamente rilevato dalla
ricorrente, l'utilità di detti atti non non può essere del tutto esclusa, visto
ch'essi potrebbero indicare se del caso da che entità venivano fatturate le sue
prestazioni.
S30: l'incarto contiene parte dei listati contabili del 2002, riferibili a un
gran numero di clienti, per cui, secondo la I CRP, la loro anonimizzazione non
sarebbe ragionevole: tenuto poi conto del loro "relativo" interesse per
l'inchiesta, essa ha deciso di consegnarli agli opponenti. Nell'incarto
figurano inoltre decine di note d'onorario e richiami concernenti i debitori di
determinate fatture. La I CRP, ritenuta l'assenza di un interesse preponderante
per l'inchiesta di questi documenti, per motivi non indicati e difficilmente
comprensibili, ha stabilito la restituzione agli opponenti di quelli
potenzialmente legati a prestazioni tipiche dell'avvocato, versando agli atti
soltanto quelli connessi ad attività chiaramente atipiche.

L'argomentazione è priva di fondamento. In effetti, l'interesse per l'inchiesta
di tali listati e delle note di onorario, in particolare proprio di quelle
legate all'attività d'avvocato, è palese. Detti documenti devono essere
pertanto, di massima, versati agli atti: l'anonimizzazione, se del caso, di
alcune decine di note d'onorario non rappresenterebbe del resto un lavoro
sproporzionato.

S32: l'incarto contiene decine di fatture indirizzate a un cliente degli
opponenti, secondo una nota manoscritta contenuta nell'incarto, per un totale
non pagato di fr. 429'362.30. La I CRP, ritenuto facilmente anonimizzabile
questa nota, l'ha versata agli atti. Essa ha osservato che, per contro, le
altre note di onorario potrebbero potenzialmente concernere prestazioni coperte
dal segreto professionale, ma che in assenza dei relativi incarti essa non può
procedere alla verifica delle prestazioni fatturate, per cui, considerata la
loro utilità limitata per l'inchiesta, devono essere restituite agli opponenti.

Come si è visto, l'argomento della mole di lavoro non è decisivo e di massima
la tutela del segreto professionale è esclusa nella fattispecie; anche le note
di onorario, decisive per l'inchiesta, devono in via generale essere versate
agli atti, in principio in forma non anonimizzata.

S269 (parziale): l'incarto comprende diversi documenti contabili degli esercizi
2003 e 2004, nei quali figurano nomi di terzi potenzialmente protetti dal
segreto professionale, segnatamente liste di debitori: la I CRP ha quindi
deciso di restituirli agli opponenti.

Anche questi atti, per i motivi appena esposti, devono essere versati agli
atti, di massima, in forma integrale.

4.
4.1
Ne segue, che il ricorso dev'essere accolto e la decisione impugnata annullata
nel senso dei considerandi.

4.2 Le spese seguono la soccombenza (art. 66 cpv. 1 LTF). Non si assegnano
ripetibili (art. 68 cpv. 3 LTF).

4.3 L'emanazione del presente giudizio rende priva d'oggetto la domanda di
effetto sospensivo.

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1.
Il ricorso è accolto e la decisione emanata dalla I Corte dei reclami penali
del Tribunale penale federale il 20 novembre 2007 è annullata. La causa viene
rinviata alla I Corte dei reclami penali per nuovo giudizio nel senso dei
considerandi.

2.
Le spese giudiziarie di fr. 2'000.-- sono poste a carico degli opponenti.

3.
Comunicazione alla ricorrente, ai patrocinatori degli opponenti e alla I Corte
dei reclami penali del Tribunale penale federale.

Losanna, 27 novembre 2008

In nome della I Corte di diritto pubblico
del Tribunale federale svizzero
Il presidente: Il cancelliere:

Féraud Crameri