Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

Sozialrechtliche Abteilungen E 1/2006
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Sentenza del 26 luglio 2007
II Corte di diritto sociale

Giudici federali U. Meyer, presidente,
Lustenberger, Borella, Kernen,
Buerki Moreni, giudice supplente,
cancelliere Grisanti.

O. ________, ricorrente,

contro

Cassa di compensazione del Cantone Ticino, via Ghiringhelli 15a, 6501
Bellinzona, opponente.

Indennità per perdita di guadagno e assicurazione per la    maternità,

ricorso di diritto amministrativo contro il giudizio del Tribunale delle
assicurazioni del Cantone Ticino del 12 aprile 2006.

Fatti:

A.
A.a O.________ svolge l'attività di fisioterapista indipendente dal 1°
settembre 2000.

Con decisione definitiva del 25 aprile 2005 la Cassa di compensazione del
Cantone Ticino (in seguito Cassa) ha fissato i contributi AVS/AI/IPG dovuti
dall'assicurata per l'attività svolta nel 2002 sulla base di un reddito
aziendale annuo di fr. 76'761.-.

In data 22 giugno 2005 l'interessata ha comunicato all'amministrazione che,
in vista della prossima sospensione dell'attività per gravidanza e congedo
maternità, il reddito da lei presumibilmente percepito nel 2005 sarebbe
ammontato a circa fr. 40'000.-. Con decisione provvisoria del 27 giugno 2005
la Cassa ha così fissato i contributi per il 2005 in base al reddito
presumibile di fr. 40'000.-.
A.b Con la nascita della figlia A.________ il 26 luglio 2005, O.________ ha
chiesto alla Cassa il versamento di indennità di maternità.

Mediante decisione del 28 settembre 2005, confermata il 2 novembre 2005 anche
in seguito all'opposizione dell'assicurata, l'amministrazione, dopo aver
assunto alcune informazioni presso l'Ufficio federale delle assicurazioni
sociali (UFAS), ha stabilito in fr. 89.60 l'importo dell'indennità
giornaliera dovuta all'interessata dal 26 luglio fino al 31 ottobre 2005. Per
il calcolo dell'indennità, la Cassa si è fondata sul reddito aziendale
presumibilmente realizzabile nel 2005, pari a fr. 40'000.-, notificatole
dall'assicurata stessa.

B.
O.________ si è aggravata al Tribunale delle assicurazioni del Cantone
Ticino. Opponendosi a che il calcolo per l'indennità potesse (anche) tener
conto di entrate percepite successivamente al parto, come sarebbe stato se ci
si fosse basati sul reddito conseguibile nel 2005, l'assicurata ha
sostanzialmente chiesto che le indennità di maternità fossero fissate sulla
base del reddito di riferimento considerato per l'ultima decisione definitiva
di fissazione dei contributi cresciuta in giudicato, rispettivamente sulla
base di quello conseguito negli ultimi nove mesi prima del parto.

Per giudizio del 12 aprile 2006 il Tribunale cantonale delle assicurazioni ha
respinto il gravame rilevando essenzialmente che la soluzione adottata dalla
Cassa era conforme alla legge.

C.
O.________ ha interposto ricorso di diritto amministrativo al Tribunale
federale delle assicurazioni (dal 1° gennaio 2007: Tribunale federale).
Facendo segnatamente valere una ingiustificata disparità di trattamento per
rapporto alla situazione prevista per legge e ordinanza per le madri
salariate, le cui indennità sarebbero esclusivamente determinate sulla base
del salario conseguito prima del parto, la ricorrente chiede che anche le
indennità di maternità a lei spettanti vengano stabilite in questo modo, e
più precisamente sulla base dei redditi effettivamente realizzati nei nove
mesi precedenti il parto oppure di quello di riferimento per l'ultima
decisione definitiva di fissazione dei contributi.

Chiamati a pronunciarsi sul gravame, la Cassa e l'UFAS hanno proposto di
respingerlo.

Diritto:

1.
Oggetto del contendere è l'importo delle indennità di maternità assegnate
(provvisoriamente) a O.________ in seguito alla nascita della figlia
A.________ il 26 luglio 2005 e più precisamente il reddito di riferimento
posto alla base di tale calcolo.

2.
La legge federale sul Tribunale federale del 17 giugno 2005 (LTF; RS 173.110)
è entrata in vigore il 1° gennaio 2007 (RU 2006 1205, 1241). Poiché la
decisione impugnata è stata pronunciata precedentemente a questa data, la
procedura resta disciplinata dall'OG (art. 132 cpv. 1 LTF; DTF 132 V 393
consid. 1.2 pag. 395).

3.
Nella misura in cui - come si avvera in concreto - la procedura di ricorso
concerne l'assegnazione o il rifiuto di prestazioni assicurative, l'ambito
del potere cognitivo di questo Tribunale non è limitato all'esame della
violazione del diritto federale, compreso l'eccesso o l'abuso del potere di
apprezzamento, ma si estende anche all'esame dell'adeguatezza della decisione
impugnata; la Corte in tal caso non è vincolata dall'accertamento di fatto
operato dai primi giudici e può scostarsi dalle conclusioni delle parti, a
loro vantaggio o pregiudizio (art. 132 OG, nella versione in vigore fino al
30 giugno 2006).

4.
Il 1° luglio 2005 (RU 2005 1429 1437), in forza del mandato costituzionale di
cui all'art. 116 Cost., sono entrati in vigore i nuovi art. 16b-h della legge
federale sulle indennità di perdita di guadagno per chi presta servizio e in
caso di maternità (LIPG). Con l'introduzione delle nuove norme è pure stata
sottoposta a revisione totale la relativa ordinanza federale, anch'essa
entrata in vigore il 1° luglio 2005, che agli art. 23-35 OIPG disciplina il
diritto a indennità giornaliere in caso di maternità (cfr. pure DTF 133 V 73
consid. 1 pag. 75 per quanto concerne la competenza di questa Corte a
statuire in merito).

4.1 Secondo l'art. 16b cpv. 1 LIPG ha diritto all'indennità la donna che:
a. era assicurata obbligatoriamente ai sensi della legge sull'AVS durante i
nove mesi immediatamente precedenti il parto;
b. durante tale periodo ha esercitato un'attività lucrativa per almeno cinque
mesi;
c. al momento del parto:
1. è una salariata ai sensi dell'articolo 10 della LPGA;
2. è un'indipendente ai sensi dell'articolo 12 LPGA; o
3. collabora nell'azienda del marito percependo un salario in contanti.
Il diritto all'indennità inizia il giorno del parto (art. 16c cpv. 1 LIPG) e
si estingue normalmente 98 giorni dopo il suo inizio (art. 16d LIPG).
Per l'art. 16e cpv. 1 LIPG l'indennità di maternità è versata sotto forma di
indennità giornaliera. Quest'ultima ammonta all'80% del reddito medio
conseguito prima dell'inizio del diritto all'indennità. All'accertamento di
tale reddito è applicabile per analogia l'articolo 11 capoverso 1 (cpv. 2).

Secondo quest'ultima disposizione, per l'accertamento del reddito medio
conseguito prima del servizio è determinante il reddito da cui sono prelevati
i contributi secondo la LAVS. Il Consiglio federale emana prescrizioni sul
calcolo dell'indennità e incarica l'UFAS di allestire tabelle vincolanti con
importi arrotondati (cpv. 1).

4.2 Per l'art. 31 cpv. 1 OIPG l'indennità in caso di maternità per
lavoratrici salariate è calcolata sulla base dell'ultimo salario indicativo
percepito prima del parto, convertito in salario giornaliero medio. Per la
conversione non si tiene conto dei giorni in cui la madre non ha percepito o
ha percepito solo parzialmente un salario a causa di:
a. malattia;
b. infortunio;
c. disoccupazione;
d. servizio ai sensi dell'articolo 1a LIPG;
e. altri motivi indipendenti dalla sua volontà.

Per quanto riguarda il calcolo delle indennità per le lavoratrici
indipendenti, si applica per analogia l'articolo 7 capoverso 1 OIPG (art. 32
OIPG).

Secondo l'art. 7 cpv. 1 OIPG l'indennità è calcolata sulla base del reddito
determinante per l'ultimo contributo AVS prima dell'entrata in servizio,
convertito in salario giornaliero medio. Se in seguito viene stabilito un
altro contributo AVS per l'anno del servizio, può essere richiesto un nuovo
calcolo dell'indennità.

4.3 La procedura di calcolo delle indennità di maternità è stata disciplinata
dall'UFAS anche nella circolare sull'indennità di maternità in vigore dal 1°
luglio 2005 (consultabile, finora, solo in lingua tedesca e francese), in cui
alla cifra 1084 viene in particolare ribadito il principio, valido sia per le
indipendenti che per le dipendenti, previsto all'art. 16e LIPG per cui
l'importo dell'indennità ammonta all'80% del reddito determinante realizzato
dalla madre immediatamente prima del parto.

Per quanto riguarda le lavoratrici dipendenti la cifra 1088 ribadisce il
principio suesposto, precisando che il reddito determinante è quello di cui
all'art. 5 LAVS.

Per le lavoratrici indipendenti viene per contro precisato che determinante è
il reddito, convertito in guadagno giornaliero, che è stato ritenuto per
fissare l'ultimo contributo AVS prima del parto (cifra 1089). Viene per il
resto rinviato, per analogia, alle cifre 5043 a 5046 delle Direttive, sempre
dell'UFAS, sull'ordinamento delle indennità di perdita di guadagno (DIPG;
sulla portata, non vincolante per il giudice delle assicurazioni sociali,
delle direttive amministrative cfr. DTF 132 V 121 consid. 4.4 pag. 125 e
sentenze ivi citate).

4.4 Per la cifra 5043 DIPG, l'indennità per i lavoratori indipendenti è
calcolata in base al reddito, convertito in guadagno giornaliero, preso in
considerazione per fissare l'ultimo contributo AVS prima dell'entrata in
servizio. Non si tiene conto di eventuali decisioni di riduzione o di condono
relative a questo contributo.

Secondo la cifra 5045 DIPG, se, al momento dell'entrata in servizio, i
contributi dovuti per l'anno in questione non sono stati ancora oggetto di
una decisione passata in giudicato, l'indennità è calcolata secondo il
reddito preso in considerazione dalla cassa di compensazione per fissare gli
acconti dei contributi per quell'anno.

Giusta la cifra 5046 DIPG, infine, se, in seguito, la cassa di compensazione,
basandosi sulla comunicazione fiscale, fissa un contributo più elevato per
l'anno in questione, la persona prestante servizio può pretendere che
l'indennità sia adeguata al nuovo reddito e che la differenza sia versata
retroattivamente. La cassa di compensazione deve informare in modo adeguato
la persona prestante servizio di questa possibilità. Se il contributo fissato
ulteriormente risulta essere più basso, le indennità pagate in più non devono
essere restituite.

5.
5.1 Il Tribunale di prime cure, confermando l'operato dell'amministrazione e
sostenendo la compatibilità delle direttive dell'UFAS con le norme di legge e
di ordinanza, ha osservato che, essendo le madri state parificate a coloro
che prestano servizio, le modalità di calcolo delle prestazioni devono essere
le medesime. Trattandosi dell'interpretazione dell'art. 7 OIPG, e più
precisamente della nozione di reddito determinante per l'ultimo contributo
AVS prima dell'entrata in servizio, rispettivamente prima del parto, i primi
giudici hanno precisato che esso sarebbe comprensivo anche del reddito di cui
è stato tenuto conto per fissare provvisoriamente i contributi per l'anno in
corso, e quindi per l'anno del parto, atteso che la connotazione temporale
"prima dell'entrata in servizio, rispettivamente prima del parto", si
riferirebbe al momento dell'emanazione della decisione provvisoria o
definitiva dei contributi, non al periodo in cui è stato conseguito il
reddito.

5.2 Con il ricorso di diritto amministrativo l'interessata chiede di fissare
l'indennità di maternità in base al reddito da lei esposto relativo ai nove
mesi precedenti il parto oppure fondandosi sull'ultima decisione definitiva
emessa prima dell'evento assicurato e meglio su quella relativa ai contributi
dovuti per l'anno 2002. Tenendo conto del reddito provvisorio da lei
notificato per il 2005, anno del parto, che considera pure il reddito
conseguito posteriormente ad esso, verrebbe per contro a crearsi una
disparità di trattamento ingiustificata, segnatamente tra madri dipendenti e
indipendenti.

6.
6.1 Contrariamente a quanto sembrano lasciare intendere la pronuncia impugnata
e le prese di posizione dell'amministrazione, visto il chiaro tenore degli
articoli 16e cpv. 2 e 11 cpv. 1 LIPG, va precisato che per la determinazione
(definitiva) dell'indennità in caso di maternità può unicamente fare stato il
reddito conseguito prima dell'evento assicurato (in casu: la nascita della
figlia), e non anche quello realizzato successivamente. Diversamente,
infatti, una lavoratrice indipendente che partorisce a inizio anno e che
magari, oltre a ciò, pianifica di rimanere a casa per occuparsi del figlio
oltre il periodo legale assicurato, rischierebbe di vedersi fortemente
ridotto se non addirittura negato (nell'ipotesi in cui la madre si prendesse
un anno di pausa) il diritto all'indennità, pur avendo essa normalmente
lavorato fino al momento dell'evento assicurato. Tale soluzione, oltre a
creare effettivi problemi di disparità di trattamento per rapporto alla
situazione valida per le lavoratrici dipendenti, contrasterebbe con il chiaro
senso della legge e del mandato costituzionale (cfr. pure DTF 133 V 73
consid. 4.1 pag. 77 seg. con riferimenti, per cui non è nemmeno
indispensabile che la madre riprenda un'attività lucrativa dopo la nascita,
decisivo essendo lo statuto professionale della madre al momento in cui
partorisce; v. inoltre il Rapporto della Commissione della sicurezza sociale
e della sanità del Consiglio nazionale del 3 ottobre 2002 relativo
all'iniziativa parlamentare di modifica della LIPG e di estensione del suo
campo applicativo alle madri che esercitano un'attività lucrativa, FF 2002
6713 segg., segnatamente 6739; cfr. infine pure Pascal Mahon, Le régime des
allocations pour perte de gain, in: Ulrich Meyer-Blaser [editore],
Schweizerisches Bundesverwaltungsrecht, Soziale Sicherheit, 2a ed., 2006,
pag. 1922 seg.).
6.2 Per quanto concerne invece il solo aspetto qui in lite, ovvero quello
della determinazione (provvisoria) dell'indennità sulla base del reddito
notificato - peraltro conformemente all'art. 24 cpv. 4 OAVS - alla Cassa
dalla ricorrente, esso può e deve essere risolto secondo le indicazioni
fornite dalla legge e dall'ordinanza.

6.2.1 Posta la premessa che il reddito determinante per il diritto
all'indennità (definitiva) dovrà essere quello conseguito prima del parto, va
ancora precisato che l'art. 32 OIPG, pur rimandando alla disciplina prevista
all'art. 7 cpv. 1 OIPG per i lavoratori indipendenti che prestano servizio,
vi rinvia solo per analogia ("sinngemäss"; l'aggiunta manca, a dire il vero
nel testo francese, tuttavia, vista la diversità delle situazioni da
esaminare, può senz'altro accordarsi la precedenza alle versioni tedesca e
italiana). Il che significa che nell'interpretazione dell'art. 7 cpv. 1 OPIG
può essere tenuto conto, nella misura in cui ciò risulti necessario, delle
particolarità proprie alle madri indipendenti.

6.2.2 Fatte queste premesse, va osservato che il testo dell'art. 7 cpv. 1
OIPG non appare del tutto chiaro a una sua prima lettura. In particolare, non
è del tutto chiaro se per "ultimo contributo AVS prima dell'entrata in
servizio", rispettivamente del parto ("Einkommen, das für den letzten [vor
dem Einrücken] verfügten AHV-Beitrag massgebend war", "revenu qui a servi de
base à la dernière décision de cotisation à l'AVS"), debba intendersi l'anno
(civile) contributivo prima dell'entrata in servizio, rispettivamente del
parto (in casu: l'anno 2004), oppure l'anno (civile) contributivo stesso
dell'entrata in servizio, rispettivamente del parto (in casu: l'anno 2005).

Anche in considerazione della precisazione di cui alla seconda frase del cpv.
1, che altrimenti non farebbe alcun senso, è tuttavia chiaro che per "ultimo
contributo AVS prima" del parto non può intendersi in casu quello desumibile
dall'ultima decisione definitiva di fissazione dei contributi relativa a un
periodo, l'anno 2002, troppo distante dall'evento assicurato. Pertanto, in
ragione anche della mancanza di un accertamento definitivo dei contributi per
l'anno 2004, il fatto che l'amministrazione abbia fissato (provvisoriamente)
l'indennità giornaliera sulla base del reddito di fr. 40'000.- annui non è
censurabile.

6.2.3 Né, contrariamente a quanto sembra far valere la ricorrente, la norma
di ordinanza in esame è contraria alla legge o comunque al principio di
parità di trattamento (art. 8 Cost.). Infatti, il rinvio dell'art. 32 OIPG
("per analogia"; cfr. DTF 130 V 71 consid. 3.2.1 pag. 75; 129 V 27 consid.
2.2 pag. 30 con riferimenti) - che permette di tenere conto della particolare
situazione delle partorienti, che, a differenza di coloro che normalmente
prestano servizio militare o civile, dopo l'evento assicurato necessariamente
subiscono una perdita di guadagno e ciò anche oltre il periodo assicurato se
al loro rientro riducono, come spesso accade, il loro pensum lavorativo -
permette senz'altro di interpretare l'art. 7 cpv. 1 OIPG conformemente alla
legge e alla Costituzione. A tal proposito giova ricordare che la seconda
frase dell'art. 7 cpv. 1 OIPG prevede la possibilità di adattare, in via
definitiva, l'indennità se per l'anno in questione viene stabilito un altro
contributo AVS. Orbene, se in tale ambito, per la definizione dell'indennità
definitiva, si prenderà, come prescritto dalla legge, in considerazione
unicamente il reddito realizzato prima della nascita del figlio -
l'amministrazione potendo per il resto, a dipendenza delle circostanze
concrete da esaminare, determinare liberamente se ad esempio considerare a
tal fine il reddito conseguito l'anno precedente il parto oppure quello
realizzato, fino alla nascita del figlio, l'anno del parto debitamente
rivalutato sui 12 mesi -, la soluzione proposta dall'ordinanza si concilia
con le esigenze superiori di carattere legale e costituzionale.

6.2.4 Spetterà pertanto all'amministrazione, al momento opportuno, stabilire
le indennità definitive facendo attenzione di non considerare il reddito
posteriore al parto.

6.2.5 Se è pur vero che questa soluzione presenta lo svantaggio pratico per
l'assicurata, che al momento topico successivo alla nascita si vede
riconoscere (in via provvisoria) un'indennità con ogni verosimiglianza
ridotta, non va d'altro lato dimenticato che è proprio la ricorrente ad avere
determinato questa situazione nella misura in cui ha segnalato alla Cassa la
modifica presumibile del reddito per il 2005 beneficiando così peraltro di
una riduzione contributiva e degli acconti per l'anno in questione.

6.2.6 Vanamente l'insorgente pretende che non avendo ancora restituito due
acconti di fr. 1'535.05, pagati prima del parto sulla base della decisione
definitiva relativa ai contributi per il 2002, la Cassa avrebbe accettato di
ritenere determinante il reddito desumibile da quest'ultima decisione. Questa
conclusione non può di certo essere tratta, anche se va da sé, come peraltro
espressamente previsto dalla decisione provvisoria dei contributi del 27
giugno 2005, che il conguaglio, rispettivamente la restituzione di contributi
eventualmente pagati in eccesso, dovrà essere onorato (in appropriata sede)
dalla Cassa.

6.3 Stante quanto precede, la pronuncia impugnata dev'essere confermata nel
suo risultato, anche se non nelle sue motivazioni.

7.
Vertendo sull'assegnazione o il rifiuto di prestazioni assicurative, la
procedura è gratuita (art. 134 OG, nella versione in vigore fino al 30 giugno
2006).

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1.
Il ricorso di diritto amministrativo è respinto nel senso dei considerandi.

2.
Non si percepiscono spese giudiziarie.

3.
Comunicazione alle parti, al Tribunale delle assicurazioni del Cantone Ticino
e all'Ufficio federale delle assicurazioni sociali.

Lucerna, 26 luglio 2007

In nome della II Corte di diritto sociale
del Tribunale federale svizzero

Il presidente: Il cancelliere: