Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

II. Öffentlich-rechtliche Abteilung 2P.143/2004
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2P.143/2004 /biz

Sentenza del 21 ottobre 2004
II Corte di diritto pubblico

Giudici federali Merkli, giudice presidente,
Müller e Ramelli, giudice supplente,
cancelliere Bianchi.

A. A.________ e B.A.________,
ricorrenti, patrocinati dall'avv. Carlo Brusatori,

contro

Municipio di Bellinzona, piazza Nosetto,
6500 Bellinzona,
Municipio di Silvaplana, via Maistra,
7513 Silvaplana,
Consiglio di Stato del Cantone Ticino,
Residenza governativa, 6500 Bellinzona,
Tribunale amministrativo del Cantone Ticino,
via Pretorio 16, 6901 Lugano.

art. 8, 9, 24 e 29 Cost. (determinazione di domicilio),

ricorso di diritto pubblico contro la sentenza
del 26 aprile 2004 del Tribunale amministrativo
del Cantone Ticino.

Fatti:

A.
A. A.________ e B.A.________, domiciliati rispettivamente a Bellinzona e ad
Arbedo Castione, si sono sposati il 16 ottobre 1998 davanti all'Ufficiale di
stato civile di Silvaplana (GR), prendendo domicilio comune a Bellinzona.
Facendo valere la crescente attività fuori Cantone di A.A.________,
dipendente della banca X.________, nel mese di luglio del 2001 essi hanno
trasferito il domicilio a Silvaplana, dove sono comproprietari di un
appartamento acquistato nel 1997. Dal 1° gennaio 2003 il marito è passato
alle dipendenze della banca Y.________, sede di Lugano. Con risoluzione
dell'8 luglio 2003, notificata il 24 luglio seguente, il Municipio di
Bellinzona ha stabilito d'ufficio il domicilio di A.A.________ e B.A.________
a Bellinzona a far tempo dal 1° luglio 2003. Secondo l'autorità comunale, i
controlli eseguiti dalla polizia presso "un'ampia casa d'abitazione a
Galbisio" (frazione di Bellinzona), che i coniugi avevano peraltro continuato
a locare anche dopo il trasferimento del domicilio a Silvaplana, dimostravano
la loro presenza regolare in quel luogo piuttosto che nell'appartamento di
vacanza in Engadina.
La decisione municipale è stata confermata su ricorso il 13 gennaio 2004 dal
Consiglio di Stato del Cantone Ticino e il 26 aprile successivo dal Tribunale
cantonale amministrativo.

B.
Con ricorso di diritto pubblico datato 1° giugno 2004 A.A.________ e
B.A.________ insorgono ora davanti al Tribunale federale, invocando la
violazione degli art. 8, 9, 24 e 29 Cost. Oltre alla concessione dell'effetto
sospensivo, in via principale chiedono che la decisione impugnata sia
annullata e dichiarata nulla al pari di quelle delle due istanze inferiori;
in via subordinata postulano invece che siano annullate le decisioni del
Tribunale amministrativo e del Consiglio di Stato e che l'incarto sia
ritornato al Municipio con l'obbligo di assumere altre prove.
Chiamati ad esprimersi, il Consiglio di Stato si è rimesso al giudizio del
Tribunale federale, il Tribunale amministrativo ha dichiarato di confermare
motivazione e conclusione della propria sentenza e il Municipio di Bellinzona
ha proposto di respingere il ricorso, nella misura in cui fosse ricevibile.
Infine, l'Ufficio controllo abitanti di Silvaplana ha fatto sapere di non
essere in grado di pronunciarsi sulla frequenza e sulla durata dei soggiorni
dei coniugi A.________ nel Comune.

C.
Con decreto del 1° luglio 2004 il Presidente di questa Corte ha accolto
parzialmente la domanda d'effetto sospensivo, nel senso che al Comune di
Bellinzona è stata preclusa la possibilità di adottare altri provvedimenti in
relazione con l'iscrizione del domicilio.

Diritto:

1.
Presentata tempestivamente contro una decisione finale di ultima istanza
cantonale (art. 208 cpv. 1 della legge organica comunale del Cantone Ticino,
del 10 marzo 1987; LOC) che tocca i ricorrenti nei loro interessi
giuridicamente protetti, l'impugnativa è di principio ammissibile dal profilo
degli art. 84 cpv. 1 lett. a, 86, 88 e 89 OG.
La natura essenzialmente cassatoria del rimedio rende però inammissibili le
domande con le quali i ricorrenti chiedono più del semplice annullamento
della sentenza del Tribunale cantonale amministrativo (DTF 129 I 129 consid.
1.2.1; 127 II 1 consid. 2c).

2.
In virtù dell'art. 90 cpv. 1 lett. b OG, l'atto di ricorso deve contenere
l'esposizione dei fatti essenziali e quella concisa dei diritti
costituzionali o delle norme giuridiche che si pretendono violati,
specificando in cosa consista la violazione. Il ricorso deve perciò contenere
un'esauriente motivazione giuridica, dalla quale si possa dedurre se e
perché, ed eventualmente in quale misura, la decisione impugnata leda il
ricorrente nei suoi diritti costituzionali (DTF 130 I 26 consid. 2.1; 129 III
626 consid. 4; 129 I 185 consid. 1.6, 113 consid. 2.1).
Nel caso specifico, i ricorrenti, come si dirà, invocano sostanzialmente
l'arbitro nell'accertamento dei fatti e nella valutazione delle prove. È del
resto soltanto entro i limiti ristretti dell'arbitrio che tali aspetti
possono venir esaminati nell'ambito di un ricorso di diritto pubblico (DTF
129 I 337 consid. 4.1; 119 Ia 362 consid. 3a). Gli insorgenti devono pertanto
dimostrare che i giudici cantonali hanno manifestamente misconosciuto il
senso e la portata di un mezzo di prova, che hanno omesso senza ragioni
valide di tener conto di un elemento di prova importante e suscettibile di
modificare l'esito della causa, oppure che, sulla base degli elementi
raccolti, hanno tratto delle deduzioni insostenibili (DTF 129 I 8 consid.
2.1). Essi non possono semplicemente contrapporre il loro parere alla
motivazione della decisione impugnata, come se il Tribunale federale fosse
un'istanza superiore di appello avente la facoltà di rivedere liberamente
fatti e diritto e di ricercare la corretta applicazione ed interpretazione
delle normative cantonali o comunali (DTF 128 I 295 consid. 7a; 125 I 492
consid. 1b; 117 Ia 10 consid. 4b).
Le medesime esigenze valgono per il cosiddetto apprezzamento anticipato delle
prove, in forza del quale l'autorità giudicante può rinunciare all'assunzione
di quei mezzi che, pur essendo proposti dalla parte ricorrente, non appaiono
idonei ad apportare nuovi chiarimenti e a modificare il convincimento
dell'autorità stessa (DTF 124 I 208 consid. 4a; 122 II 464 consid. 4a; 122
III 219 consid. 3c).

3.
II Tribunale cantonale amministrativo ha ricordato inizialmente che l'art. 24
cpv. 1 Cost. garantisce la libertà di domicilio e che tale nozione - definita
dall'art. 23 CC e, analogamente, sul piano cantonale, dagli art. 6 LOC e 2
della legge tributaria del 21 giugno 1994 (LT) - presuppone l'adempimento di
due condizioni cumulative: quella oggettiva della residenza effettiva in un
determinato luogo e quella soggettiva dell'intenzione concreta e manifestata
di stabilirvisi durevolmente.
Passando all'esame concreto, la Corte cantonale non ha ritenuto necessario
assumere le prove proposte dai ricorrenti (testimoni, ispezione del registro
fondiario e sopralluogo), poiché non avrebbero mutato il convincimento
maturato sulla base degli accertamenti esperiti. A questo proposito, essa ha
rilevato, in primo luogo, che A.A.________, nato e cresciuto a Bellinzona,
lavora dal 1° marzo (recte: 1° gennaio) 2003 presso la sede luganese della
banca Y.________. In secondo luogo, ha osservato che i controlli meticolosi e
quasi quotidiani eseguiti dalla polizia comunale tra l'11 febbraio e il 31
marzo 2003 attestano la presenza serale pressoché continua delle due
automobili dei coniugi A.________ e dimostrano perciò ch'essi hanno
soggiornato prevalentemente nell'abitazione di Galbisio; tale circostanza è
verosimilmente da ricondurre all'inizio del nuovo impiego del marito. I
giudici cantonali hanno infine aggiunto che, in base ai documenti bancari
prodotti dai ricorrenti, dal 1° gennaio 2003 le spese e i prelevamenti in
Engadina sono stati effettuati soltanto di venerdì, sabato e domenica, fatta
eccezione delle operazioni eseguite durante periodi che si prestano
solitamente per vacanze in montagna (tre settimane a Natale, due in agosto,
una in ottobre); anche questi documenti dimostrano quindi la natura
secondaria della residenza grigionese.
II Tribunale amministrativo ne ha concluso che il centro degli interessi
personali e professionali dei ricorrenti si trova in Ticino; tanto più che il
Municipio di Silvaplana non ha prodotto nessuna prova a sostegno della
conclusione contraria. Anche l'obiezione dei ricorrenti secondo la quale la
residenza a Bellinzona sarebbe stata solo temporanea, da ricondurre alla
momentanea inagibilità dell'appartamento di Silvaplana, è parsa non provata
ai giudici cantonali.

4.
I ricorrenti menzionano a più riprese la libertà di domicilio garantita
dall'art. 24 cpv. 1 Cost. In realtà essi si limitano tuttavia a contestare
gli accertamenti di fatto per mezzo dei quali i giudici cantonali hanno
considerato adempiuti i requisiti oggettivi e soggettivi del domicilio nel
Comune di Bellinzona; in altre parole essi censurano d'arbitrio
l'apprezzamento delle prove compiuto dalla Corte cantonale.

La tesi di fondo dei ricorrenti è questa: siccome il domicilio a Silvaplana è
stato accettato fino al 30 giugno 2003, incombeva al Municipio di Bellinzona
l'onere di provare i cambiamenti intervenuti dal 1° luglio 2003 in poi. Essi
sostengono che tale prova non è stata fornita. Lo fanno con una motivazione
prolissa e ripetitiva, simile a quella di un atto di appello perfino nella
struttura, come se si trattasse di una causa civile promossa dal Comune di
Bellinzona contro di loro; per di più rinviano più volte, inammissibilmente,
agli atti della procedura cantonale (DTF 129 I 113 consid. 2.1; 115 Ia 27
consid. 4a). Solo nella parte finale del gravame i ricorrenti si riferiscono
direttamente alla motivazione della sentenza impugnata. Agli accertamenti
precisi di quest'ultima concernenti i controlli di polizia a Bellinzona e i
prelievi bancari in Engadina essi contrappongono però semplici affermazioni
sulla loro permanenza nell'appartamento di Silvaplana, sul loro desiderio di
farne il luogo di residenza principale e sulle imprecisate relazioni sociali
ch'essi intratterrebbero in quel Comune.
Per i motivi esposti in precedenza (cfr. consid. 2), un'argomentazione simile
non è atta a dimostrare l'arbitrarietà degli accertamenti di fatto della
sentenza impugnata e, se così è, resistono alla censura d'arbitrio anche le
conclusioni che i giudici cantonali ne hanno tratto quanto all'adempimento
delle condizioni oggettive e soggettive del domicilio dei coniugi ricorrenti
nel Comune di Bellinzona. Considerate le date dell'inizio del lavoro a Lugano
da parte del marito (1° gennaio 2003), dei controlli di polizia (11 febbraio
- 31 marzo 2003), nonché dei prelievi e dei pagamenti con la carta di credito
a Silvaplana e dintorni (nel corso del 2003), non è certamente insostenibile
affermare che tali condizioni sono adempiute perlomeno dal 1° luglio 2003 in
poi. La polizia ha peraltro iniziato i propri rilevamenti precedentemente
all'epoca dell'addotta inagibilità della dimora grigionese, constatando
comunque, già in quel periodo, una presenza pressoché costante a Bellinzona.

5.
I ricorrenti censurano anche la violazione del loro diritto di essere sentiti
(art. 29 cpv. 2 Cost.) per avere l'autorità cantonale rifiutato di eseguire
un sopralluogo nelle abitazioni di Bellinzona e Silvaplana e di sentire non
meglio precisati testimoni. Anche la motivazione di questo argomento è
insufficiente per riguardo all'art. 90 cpv. 1 lett. b OG. La censura è
comunque infondata; tenuto conto dei significativi e convergenti accertamenti
di fatto concernenti il luogo di lavoro del marito, la presenza dei coniugi
nell'abitazione di Bellinzona e i prelievi e le spese  effettuati in Engadina
soltanto i fine settimana o durante i periodi di vacanza, non è in effetti
arbitrario considerare che sopralluoghi e audizioni testimoniali non
avrebbero potuto modificare il giudizio.

6.
Altri diritti fondamentali, quali l'uguaglianza giuridica (art. 8 cpv. 1
Cost.), la buona fede (art. 9 Cost.) e la parità di trattamento sotto il
profilo procedurale (art. 29 cpv. 1 Cost.) sono invocati in modo talmente
immotivato e senza pertinenza col contesto in cui si inseriscono da non
richiedere una pronuncia puntuale e dettagliata.

7.
Sulla scorta delle considerazioni che precedono, il gravame, nella misura in
cui è ricevibile, si avvera quindi infondato.

La tassa di giustizia va posta solidalmente a carico dei ricorrenti, secondo
soccombenza (art. 156 cpv. 1 e 7, art. 153 cpv. 1 e 153a OG). Non si
assegnano ripetibili ad autorità vincenti (art. 159 cpv. 2 OG).

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1.
II ricorso di diritto pubblico, nella misura in cui è ammissibile, è
respinto.

2.
La tassa di giustizia di fr. 3'000.-- è posta a carico dei ricorrenti, in
solido.

3.
Comunicazione al patrocinatore dei ricorrenti, ai Municipi di Bellinzona e
Silvaplana, al Consiglio di Stato e al Tribunale amministrativo del Cantone
Ticino.

Losanna, 21 ottobre 2004

In nome della II Corte di diritto pubblico
del Tribunale federale svizzero

Il giudice presidente:  Il cancelliere: