Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

I. Öffentlich-rechtliche Abteilung 1P.601/2004
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1P.601/2004 /viz

Sentenza del 2 dicembre 2005
I Corte di diritto pubblico

Giudici federali Féraud, presidente,
Nay, Eusebio,
cancelliere Gadoni.

X. ________ SA,
ricorrente,
patrocinata dall'avv. Gabriele Padlina,

contro

Comune di Stabio, 6855 Stabio,
rappresentato dal Municipio e patrocinato
dall'avv. Claudio Cereghetti,
Consiglio di Stato del Cantone Ticino,
residenza governativa, 6500 Bellinzona,
Tribunale della pianificazione del territorio del Cantone Ticino, Palazzo di
giustizia, via Pretorio 16, 6901 Lugano.

revisione generale del piano regolatore di Stabio,

ricorso di diritto pubblico contro la sentenza emanata il 27 agosto 2004 dal
Tribunale della pianificazione del territorio del Cantone Ticino.

Fatti:

A.
La X.________ SA è proprietaria dei fondi part. n. 127, 148 e 149 di Stabio,
ubicati in località Fornace-Rognaghe. Le particelle, tra di loro confinanti e
adiacenti o comunque lambite dal fiume Laveggio, formano un vasto comparto
inedificato di complessivi 54'052 m2, che il piano direttore cantonale
attribuisce essenzialmente al territorio agricolo. Il precedente piano
regolatore comunale, approvato dal Consiglio di Stato del Cantone Ticino il 5
ottobre 1976, inseriva il fondo part. n. 127 in una zona industriale e i
fondi part. n. 148 e 149 nella zona residua.
Il 23 febbraio 2000 il Consiglio comunale di Stabio ha adottato il progetto
di revisione generale del piano regolatore, che prevedeva l'inserimento dei
fondi nella zona agricola. Un settore delle particelle n. 148 e 149 contiguo
al fiume Laveggio è inoltre stato inserito in una zona di protezione
naturalistica volta a tutelare un biotopo umido e il comparto fluviale. I
fondi part. n. 127 e 148 sono pure interessati dal tracciato della prevista
strada principale A394.

B.
Con risoluzione del 7 maggio 2002 il Consiglio di Stato ha in sostanza
approvato il piano regolatore, respingendo nel contempo il ricorso presentato
dalla X.________ SA contro il trattamento pianificatorio dei suoi fondi. Il
Governo ha ritenuto la mancata attribuzione dei fondi alla zona edificabile
conforme al piano direttore, alla pianificazione di ordine superiore e
all'assetto valido per l'intero comprensorio posto a sud della prevista
strada principale.

C.
Adito dalla proprietaria, con giudizio del 27 agosto 2004, il Tribunale della
pianificazione del territorio del Cantone Ticino (TPT), dopo l'esperimento di
un sopralluogo, ne ha respinto in quanto ricevibile il ricorso. La Corte
cantonale ha ritenuto la revisione del piano regolatore giustificata,
riguardo ai fondi della proprietaria, da un notevole cambiamento delle
circostanze. Ha considerato i fondi inseriti in un vasto comparto inedificato
comprendente ampi appezzamenti agricoli intercalati da fasce boschive e il
suo inserimento in zona agricola conforme quindi al piano direttore. La Corte
cantonale, rilevato che il comprensorio riveste anche un interesse
naturalistico, ha negato una violazione della garanzia della proprietà. Ha
per finire ritenuto infondata la censura di violazione dell'autonomia
comunale da parte del Governo.

D.
La X.________ SA impugna con un ricorso di diritto pubblico al Tribunale
federale questo giudizio, chiedendo di annullarlo. La ricorrente lamenta una
violazione degli art. 26 Cost., 15 lett. a e 21 cpv. 2 LPT, nonché un preteso
erroneo e mancato apprezzamento di fatti rilevanti. Dei motivi si dirà, per
quanto necessario, nei considerandi.

E.
Il TPT si conferma nella sua sentenza. Il Consiglio di Stato chiede di
respingere il ricorso, mentre il Comune di Stabio ne postula la reiezione
nella misura della sua ammissibilità.

Diritto:

1.
1.1 Presentato tempestivamente contro una decisione resa da un'autorità di
ultima istanza cantonale, il ricorso di diritto pubblico, nella misura in cui
viene fatta valere la pretesa violazione di diritti costituzionali dei
cittadini, è di massima ammissibile giusta gli art. 84 cpv. 1 lett. a, 86
cpv. 1 e 89 OG, come pure in virtù dell'art. 34 cpv. 3 LPT.

1.2 La legittimazione della ricorrente, proprietaria dei fondi colpiti dal
provvedimento pianificatorio, è data secondo l'art. 88 OG (DTF 129 I 337
consid. 1.3 e rinvii).

1.3 Poiché gli atti di causa sono sufficienti per potersi pronunciare sul
gravame, il sopralluogo richiesto dalla ricorrente non si giustifica e non
viene eseguito (art. 95 OG; DFT 123 II 248 consid. 2a).

2.
2.1 Secondo l'art. 90 cpv. 1 OG l'atto di ricorso, oltre alla designazione
della decisione impugnata, deve contenere le conclusioni del ricorrente
(lett. a), come pure l'esposizione dei fatti essenziali e quella concisa dei
diritti costituzionali o delle norme giuridiche che si pretendono violati,
precisando in che consista la violazione (lett. b). Nell'ambito di un ricorso
di diritto pubblico il Tribunale federale non applica d'ufficio il diritto,
ma statuisce unicamente sulle censure sollevate e solo se sono
sufficientemente motivate: il ricorso deve quindi contenere un'esauriente
motivazione giuridica dalla quale si possa dedurre se, perché ed
eventualmente in quale misura la decisione impugnata leda il ricorrente nei
suoi diritti costituzionali (DTF 129 I 113 consid. 2.1; 127 I 38 consid. 3c
pag. 43; 125 I 71 consid. 1c, 492 consid. 1b; 122 I 70 consid. 1c).

2.2 Per quanto la ricorrente si limita a riproporre le censure sollevate in
sede cantonale senza confrontarsi con le argomentazioni contenute nel
giudizio impugnato e senza in particolare spiegare, con una motivazione
conforme all'art. 90 cpv. 1 lett. b OG e alla giurisprudenza, in quale misura
e per quali ragioni esse sarebbero lesive della Costituzione, il ricorso in
esame riveste un carattere essenzialmente appellatorio ed è quindi
inammissibile. Né il gravame adempie le citate esigenze di motivazione
laddove la ricorrente accenna a una pretesa violazione della garanzia della
proprietà, adducendo semplicemente che non sarebbero in concreto date le
condizioni per una sua restrizione. Criticando inoltre un erroneo
apprezzamento dei fatti, la ricorrente disattende che nell'ambito di un
ricorso di diritto pubblico il Tribunale federale esamina unicamente dal
ristretto profilo dell'arbitrio l'accertamento dei fatti e la valutazione
delle prove e, non essendo un'autorità superiore di pianificazione, si impone
un certo riserbo nella valutazione di situazioni locali, meglio conosciute
dall'autorità cantonale, astenendosi altresì dall'interferire in questioni di
spiccato apprezzamento, quali sono in genere l'istituzione delle zone di
utilizzazione (DTF 129 I 337 consid. 4.1 e rinvii; cfr. inoltre, sulla
nozione di arbitrio, DTF 129 I 8 consid. 2.1; 128 I 273 consid. 2.1 e
rinvii).

2.3 Il presente gravame è altresì inammissibile nella misura in cui, pure in
questa sede, la ricorrente critica il tracciato della prospettata strada
principale A394, che verrebbe ad attraversare i suoi fondi. Tale opera
stradale, già prevista e pianificata in un piano generale approvato (cfr.
sentenza 1P.255/2003 del 14 aprile 2004, parzialmente pubblicata in: RtiD
II-2004, n. 26, pag. 95 segg.), è stata soltanto ripresa nel piano regolatore
comunale, sicché le relative contestazioni esulano da questa procedura.
Nemmeno possono essere esaminate sia le censure sollevate dalla ricorrente
riguardo al mancato rilascio di una licenza edilizia per la costruzione di
due capannoni industriali sotto il regime pianificatorio previgente sia
l'esistenza delle premesse per un'espropriazione materiale derivante dalla
pianificazione litigiosa, da fare valere se del caso seguendo l'appropriata
procedura (cfr. art. 39 della legge cantonale di espropriazione, dell'8 marzo
1971). D'altra parte, contrariamente a quanto sembra ritenere la ricorrente,
il TPT non le ha di principio negato un diritto ad una piena indennità (art.
26 cpv. 2 Cost., art. 5 cpv. 2 LPT), ma ha semplicemente rinviato la
questione alla procedura espropriativa. In tale circostanza, spettava semmai
alla ricorrente addurre dinanzi a questa Corte perché i giudici cantonali si
sarebbero rifiutati in modo arbitrario di esaminare nel merito le censure di
natura espropriativa (cfr. DTF 118 Ib 26 consid. 2b, 134 consid. 2).

3.
3.1 La ricorrente accenna pure a una violazione dell'autonomia comunale,
sostenendo che il Consiglio di Stato, adottando a suo tempo il piano generale
concernente la continuazione della strada A394, avrebbe imposto delle scelte
proprie in contrasto con la volontà del Comune e con il previgente piano
regolatore, influenzando così la pianificazione locale.

3.2 Il Tribunale federale riconosce ai privati la facoltà di invocare
l'autonomia comunale a titolo sussidiario, a sostegno di altre censure, solo
quando il Comune non abbia espressamente o per atti concludenti rinunciato ad
avvalersene (DTF 119 Ia 214 consid. 2c; 116 Ia 221 consid. 1e). Poiché in
concreto il Comune chiede esplicitamente la reiezione del ricorso,
contestando partitamente le tesi ricorsuali, alla ricorrente deve essere
negata la legittimazione ad invocare l'autonomia comunale. D'altra parte, la
mancata attribuzione dei fondi della ricorrente alla zona edificabile è stata
adottata in modo autonomo dal Comune stesso ed il Governo l'ha semplicemente
approvata, senza quindi ingerire nelle scelte pianificatorie comunali.

4.
4.1 La ricorrente accenna genericamente al principio della stabilità dei piani
(art. 21 LPT), adducendo che si giustificherebbe in concreto di mantenere il
fondo part. n. 127 nella zona edificabile, come era il caso nel regime
pianificatorio precedente.

4.2 Per quanto sia perlomeno dubbio che la censura, non esplicitamente
invocata in relazione con uno specifico diritto costituzionale, adempia le
esigenze di motivazione poste dall'art. 90 cpv. 1 lett. b OG, il principio
della stabilità dei piani assicura ch'essi rimangano validi per almeno
quindici anni, purché siano conformi alla LPT (art. 15 lett. b LPT; DTF 128 I
190 consid. 4.2 e rinvii). Nel caso in esame il piano regolatore previgente,
approvato dal Consiglio di Stato del Cantone Ticino il 5 ottobre 1976, è
antecedente all'entrata in vigore, il 1° gennaio 1980, della LPT e non può
quindi essere ritenuto conforme alla stessa: la ricorrente non può pertanto
validamente appellarsi al principio della stabilità dei piani (cfr. sentenza
1P.355/2000 dell'8 novembre 2000, consid. 2a, pubblicata in RDAT I-2001, n.
49, pag. 199 segg.). Essa disattende inoltre che, in quanto il piano
regolatore qui litigioso approvato dal Governo il 7 maggio 2002 è il primo ad
essere conforme alla LPT, il diniego di inserire i suoi fondi, e in
particolare la particella n. 127, nella zona industriale di per sé non
rientra nella nozione di dezonamento, bensì in quella di mancata attribuzione
alla zona edificabile (DTF 125 II 431 consid. 3b; 123 II 481 consid. 6b-c;
122 II 326 consid. 4c).

5.
5.1 La ricorrente ravvisa infine nella mancata attribuzione delle sue
particelle, segnatamente sempre della part. n. 127, alla zona edificabile una
disparità di trattamento rispetto ai proprietari dei fondi vicini, inseriti
nel comparto industriale.

5.2 Il principio dell'uguaglianza dinanzi alla legge (DTF 131 I 1 consid.
4.2; 130 I 65 consid. 3.6 e rinvii) ha una portata necessariamente limitata
nell'ambito di provvedimenti pianificatori. Poiché occorre formare zone, è
necessario poterle delimitare: non è quindi insostenibile trattare
differentemente dal profilo pianificatorio ed edilizio anche terreni analoghi
per conformità e posizione (DTF 121 I 245 consid. 6e/bb; 117 Ia 302 consid.
4b; 116 Ia 193 consid. 3b). L'invocato principio si identifica in sostanza
con il divieto dell'arbitrio: per non essere definita arbitraria la
delimitazione delle zone deve fondarsi su criteri pianificatori oggettivi e
ragionevoli (DTF 117 Ia 434 consid. 3e; 115 Ia 384 consid. 5b).

5.3 Anche su questo punto l'ammissibilità del ricorso appare dubbia dal
profilo dell'art. 90 cpv. 1 lett. b OG, perché la ricorrente si limita a
criticare solo genericamente il provvedimento pianificatorio, accennando
all'interesse regionale della zona industriale di Stabio e negando
l'esistenza di valori naturalistici e paesaggistici da tutelare. In ogni
caso, il TPT ha diffusamente esposto le ragioni alla base della
pianificazione litigiosa, rilevando in particolare che la superficie
complessiva dei fondi non colpita dal progetto stradale forma comunque un
vasto comprensorio prativo inedificato adiacente al fiume Laveggio,
contornato da una fascia boschiva. Ha inoltre accertato che il comparto
risulta sostanzialmente privo di urbanizzazione, siccome servito solo da una
strada sterrata a confine con i tre fondi, e posto fuori dalle principali vie
di comunicazione a sud della prevista strada A394. Esso si apre su un ampio
territorio agricolo e boschivo confinante con un analogo comprensorio del
Comune di Genestrerio. Non risulta al proposito, né è seriamente prospettato
dalla ricorrente, che gli accertamenti contenuti nel giudizio impugnato siano
in chiaro contrasto con gli atti o manifestamente insostenibili e nemmeno che
la mancata attribuzione alla zona industriale delle particelle della
ricorrente sia stata confermata dai giudici cantonali abusando del loro
potere d'apprezzamento. La circostanza che fondi vicini siano attribuiti alla
zona industriale, anche se di rilevanza regionale, non impone di per sé di
inserirvi anche le particelle litigiose, ove si consideri che la zona
industriale risulta sufficientemente capiente ed estesa e che le particelle
della ricorrente si trovano in un'ubicazione diversa, a sud del prospettato
collegamento viario che funge da delimitazione sotto il profilo territoriale.

6.
Ne segue che il ricorso deve essere respinto in quanto ammissibile. Le spese
seguono la soccombenza (art. 156 cpv. 1 OG). La ricorrente dovrà inoltre
rifondere al Comune di Stabio, patrocinato da un legale, un'equa indennità
per ripetibili della sede federale (art. 159 cpv. 1 OG).

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1.
Nella misura in cui è ammissibile, il ricorso è respinto.

2.
La tassa di giustizia di fr. 3'000.-- è posta a carico della ricorrente, che
rifonderà al Comune di Stabio un'indennità di fr. 2'000.-- a titolo di
ripetibili della sede federale.

3.
Comunicazione ai patrocinatori delle parti, al Consiglio di Stato e al
Tribunale della pianificazione del territorio del Cantone Ticino.

Losanna, 2 dicembre 2005

In nome della I Corte di diritto pubblico
del Tribunale federale svizzero

Il presidente:  Il cancelliere: