Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

I. Öffentlich-rechtliche Abteilung 1P.460/2004
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1P.460/2004 /biz

Sentenza del 3 giugno 2005
I Corte di diritto pubblico

Giudici federali Féraud, presidente,
Aemisegger, Eusebio,
cancelliere Gadoni.

A. A.________, C.A.________,
D.A.________, E.D.________,
F.D.________, G.________,
ricorrenti,
patrocinati dall'avv. Gianluca Generali,

contro

H.________,
patrocinato dall'avv. Nello Bernasconi,
Municipio di Sorengo, 6924 Sorengo,
Consiglio di Stato del Cantone Ticino,
Residenza governativa, 6500 Bellinzona,
Tribunale amministrativo del Cantone Ticino,
via Pretorio 16, casella postale, 6901 Lugano.

licenza edilizia,

ricorso di diritto pubblico contro la sentenza emanata il
9 luglio 2004 dal Tribunale amministrativo del Cantone Ticino.

Fatti:

A.
L'8 luglio 2003 H.________ ha presentato al Municipio di Sorengo una domanda
di costruzione per edificare sul fondo part. xxx di Sorengo, sito in località
Righetto, tre palazzine residenziali di complessivi 24 appartamenti. Sulla
particella già sorge, a confine con la strada cantonale, una stazione di
servizio Tamoil con quattro colonne di distribuzione del carburante, un
chiosco, un bar e un autolavaggio. L'impianto, parzialmente interrato nel
pendio, è coperto da una pensilina in cemento armato, sorretta da pilastri
pure in cemento armato, aperta lungo il fronte stradale e sul suo lato est.
Secondo le risultanze della domanda di costruzione, considerati l'indice di
sfruttamento massimo per la zona interessata (0,8) e la superficie
edificabile del fondo, tenendo conto della superficie utile lorda (SUL) già
realizzata dal chiosco e dal bar (comprensivi delle casse e dei servizi),
nonché dall'autolavaggio esistenti, la SUL ancora disponibile sul fondo
verrebbe esaurita dalle costruzioni progettate.

B.
Al rilascio della licenza edilizia si sono tra gli altri opposti
A.A.________, C.A.________ e D.A.________, F.D.________ e E.D.________ e
G.________, proprietari dei fondi vicini part. www, yyy e zzz di Sorengo. Gli
opponenti hanno in particolare censurato il mancato rispetto dell'indice di
sfruttamento, sostenendo che nel calcolo dello stesso occorreva computare
nella SUL l'intera superficie della tettoia della stazione di servizio. Con
decisione del 14 gennaio 2004 il Municipio di Sorengo ha respinto
l'opposizione e rilasciato la licenza edilizia. Ha ritenuto che solo il
chiosco, il bar e l'autolavaggio fossero da computare come SUL, sicché
l'indice di sfruttamento non veniva superato.

C.
Adito dagli opponenti, con decisione del 16 marzo 2004, il Consiglio di Stato
del Cantone Ticino ne ha accolto il ricorso e annullato la licenza edilizia.
Ha ritenuto che anche la superficie della tettoia che copre l'area di
rifornimento di carburanti doveva essere computata nella SUL, poiché
destinata all'esercizio di un'attività lavorativa. Il Governo ha quindi
rilevato che la considerazione di tale superficie comportava un superamento
rilevante dell'indice di sfruttamento massimo consentito, ciò che imponeva
l'annullamento della licenza edilizia.

D.
Il Tribunale cantonale amministrativo, con sentenza del 9 luglio 2004, ha
accolto il ricorso di H.________ contro la decisione governativa,
annullandola e ripristinando la licenza edilizia rilasciata dal Municipio. La
Corte cantonale ha rilevato che nella SUL devono essere conteggiate
unicamente le superfici di locali e di spazi chiusi, che sono utilizzabili o
si prestano ad essere utilizzate per l'abitazione e il lavoro. Ha quindi
ritenuto che, nella misura in cui copre le colonne di distribuzione del
carburante, la tettoia non forma uno spazio prevalentemente chiuso
configurabile alla stregua di un locale di un edificio destinato al lavoro,
per cui la relativa superficie non andava computata nella SUL.

E.
Gli opponenti impugnano con un ricorso di diritto pubblico al Tribunale
federale questo giudizio, chiedendo di annullarlo. Fanno valere una
violazione dei principi della parità di trattamento e della buona fede, del
divieto dell'arbitrio, della garanzia della proprietà e delle garanzie
procedurali generali. Dei motivi si dirà, per quanto necessario, nei
considerandi.
La Corte cantonale si conferma nella propria sentenza. Il Consiglio di Stato
e il Municipio di Sorengo si rimettono al giudizio del Tribunale federale,
mentre la controparte privata chiede di respingere il ricorso.

Diritto:

1.
Il Tribunale federale esamina d'ufficio e con piena cognizione
l'ammissibilità dei ricorsi che gli vengono sottoposti, senza essere
vincolato dagli argomenti delle parti o dalle loro conclusioni (DTF 131 II 58
consid. 1, 129 I 337 consid. 1 e rinvii).

1.1 Interposto tempestivamente contro una decisione finale di ultima istanza
cantonale e fondato essenzialmente su una pretesa violazione dei diritti
costituzionali dei cittadini, il ricorso di diritto pubblico è di massima
ammissibile secondo gli art. 84 cpv. 1 lett. a, 86 cpv. 1 e 89 cpv. 1 OG.

1.2 Come rilevato anche dai ricorrenti, il vicino è legittimato dal profilo
dell'art. 88 OG a interporre ricorso di diritto pubblico contro il rilascio
di una licenza edilizia quando invochi la violazione di disposizioni
destinate a proteggere non soltanto l'interesse pubblico, ma anche quello dei
vicini, come è segnatamente il caso per le norme concernenti le dimensioni,
le distanze dai confini, l'indice di sfruttamento, l'altezza e il numero dei
piani degli edifici (DTF 127 I 44 consid. 2c-d e rinvii, 117 Ia 18 consid 3b,
112 Ia 413 e rinvii). Egli deve inoltre rientrare nell'ambito di protezione
di queste disposizioni ed essere toccato dai pretesi effetti illeciti della
costruzione litigiosa (DTF 118 Ia 232 consid. 1a e rinvii). Secondo la
controparte, i ricorrenti non sarebbero legittimati a presentare il gravame
in esame, poiché, viste la conformazione dei luoghi e la distanza dalle loro
abitazioni, non subirebbero alcun pregiudizio dalle costruzioni progettate.
Risulta tuttavia che la particella yyy confina direttamente con il fondo
part. xxx oggetto della domanda di costruzione e che la particella www è
immediatamente vicina a quest'ultimo, separata unicamente da una strada.
Perlomeno nella misura in cui sono interessate tali proprietà, i ricorrenti
sono toccati personalmente nei loro interessi giuridicamente protetti
dall'edificazione litigiosa e sono quindi di principio legittimati a
interporre il gravame. L'aspetto della legittimazione non deve pertanto
essere ulteriormente approfondito.

1.3 Nella misura in cui le accennate violazioni del principio della buona
fede e delle garanzie procedurali generali non vengono puntualmente
approfondite dai ricorrenti nell'esposizione delle loro argomentazioni
ricorsuali, il gravame disattende le esigenze di motivazione imposte
dall'art. 90 cpv. 1 lett. b OG ed è pertanto inammissibile (cfr. DTF 127 I 38
consid. 3c pag. 43 e rinvii).

2.
2.1 I ricorrenti rimproverano alla Corte cantonale un'applicazione arbitraria
delle disposizioni cantonali sul calcolo della superficie utile lorda, e
quindi dell'indice di sfruttamento, con la conseguente violazione della
garanzia della proprietà. Rilevano che l'art. 38 della legge edilizia
cantonale, del 13 marzo 1991 (LE), non prevede esplicitamente l'esclusione di
tettoie o pensiline di stazioni di servizio dal calcolo della SUL. Sostengono
che a torto la Corte cantonale avrebbe ritenuto rilevante il fatto che la
copertura non fosse prevalentemente chiusa verso l'esterno, omettendo invece
di considerare determinante il fatto ch'essa forma una struttura unitaria e
funzionale che copre l'intero impianto e che non assume una funzione soltanto
secondaria rispetto al negozio ed al bar.

2.2 La licenza edilizia litigiosa non impedisce, né pregiudica in modo
rilevante, l'utilizzazione conforme alla destinazione dei fondi dei
ricorrenti. La restrizione della loro proprietà non è quindi particolarmente
grave, sicché l'accennata violazione della garanzia sancita dall'art. 26
Cost. coincide con la pretesa violazione del divieto dell'arbitrio (DTF 129 I
337 consid. 3.2 e rinvii).
Giusta l'art. 37 cpv. 1 LE l'indice di sfruttamento è il rapporto tra la SUL
degli edifici e la superficie edificabile del fondo. Secondo l'art. 38 cpv. 1
prima frase LE, quale SUL si considera la somma della superficie dei piani
sopra e sotto terra degli edifici, incluse le superfici dei muri e delle
pareti nella loro sezione orizzontale. Non vengono computate tutte le
superfici non utilizzate o non utilizzabili per l'abitazione o il lavoro
come: le cantine, i solai, gli essiccatoi e le lavanderie delle abitazioni; i
locali per il riscaldamento, per il combustibile, per i serbatoi; i locali
per i macchinari degli ascensori, della ventilazione o della climatizzazione;
i locali comuni per lo svago nelle abitazioni plurifamiliari; i vani
destinati al deposito di biciclette e carrozzine per bambini, al posteggio
anche sotterraneo di veicoli a motore, ecc.; i corridoi, le scale e gli
ascensori che servono unicamente all'accesso di locali non calcolabili nella
SUL; i porticati aperti, le terrazze dei tetti coperte, ma non chiuse
lateralmente, i balconi e le logge aperte che non servono come ballatoi (art.
38 cpv. 1 seconda frase LE).
La Corte cantonale ha rilevato che si considerano "edifici" le costruzioni
che presentano locali o spazi chiusi, ossia vani delimitati nella loro
estensione orizzontale da muri o pareti, destinati a proteggere uomini e cose
verso l'esterno, mentre rientra nella nozione di "piano" lo spazio che nel
suo sviluppo verticale è compreso tra due superfici con funzione di
pavimento, rispettivamente di copertura. Ha quindi ritenuto sulla base delle
citate disposizioni che devono essere conteggiate come SUL soltanto le
superfici di locali e di spazi chiusi verso l'esterno, che sono utilizzate o
si prestano ad essere utilizzate per l'abitazione e il lavoro. I giudici
cantonali hanno pertanto rilevato che, per principio, la superficie delle
tettoie che coprono i distributori di benzina non è conteggiata nella SUL,
computabile essendo semmai solo la superficie di un locale cassa o di un
chiosco annesso all'impianto, all'interno dei quali viene effettivamente
svolta un'attività lavorativa. Hanno quindi concluso che, in concreto, nella
misura in cui copre le quattro colonne di distribuzione del carburante, la
tettoia non forma uno spazio prevalentemente chiuso, configurabile alla
stregua di un locale di un edificio utilizzato o utilizzabile per il lavoro.
Aperta praticamente lungo tutto il fronte stradale, nonché sul lato est, è
quindi liberamente accessibile a chiunque. Pur offrendo riparo contro le
precipitazioni, non protegge chi vi si sofferma dal caldo e dal freddo. La
superficie in questione, non appartenendo ad un locale chiuso utilizzabile
per l'esercizio di attività lavorative, non andava quindi conteggiata nella
SUL, la sua destinazione commerciale e la sua chiusura su due lati non
essendo sufficienti per renderla computabile.

2.3 I ricorrenti non fanno valere un accertamento arbitrario dei fatti
rilevanti, che risultano anzi conformi agli atti, segnatamente alla
documentazione fotografica prodotta dagli stessi in sede cantonale.
Sostenendo che solo le costruzioni accessorie o secondarie non dovrebbero
essere considerate nel calcolo della SUL e che ciò non sarebbe il caso
dell'impianto litigioso, che costituirebbe un complesso unitario interamente
a destinazione commerciale, i ricorrenti espongono in sostanza una loro
diversa opinione sulle modalità di computo della SUL, contrapponendola a
quella ritenuta dai giudici cantonali. Svolgendo tali argomentazioni, i
ricorrenti non dimostrano, infatti, che la decisione di non ritenere di per
sé decisiva per il calcolo della SUL la sola destinazione commerciale
complessiva dell'impianto, ma di considerare anche le sue concrete
caratteristiche edilizie, segnatamente la sua parziale apertura, sarebbe
manifestamente insostenibile e quindi arbitraria (cfr., sulla nozione di
arbitrio, DTF 129 I 8 consid. 2.1, 128 I 273 consid. 2.1 e rinvii).
Il fatto che l'art. 38 cpv. 1 LE non escluda esplicitamente dalla SUL tettoie
o pensiline delle stazioni di servizio non basta a fondare l'arbitrarietà del
giudizio impugnato. Premesso che l'elenco delle eccezioni stabilito da tale
disposizione ha valore meramente esemplificativo (Adelio Scolari,
Commentario, Bellinzona 1996, pag. 519, n. 1127, riguardante il previgente
art. 11 vLE, di tenore analogo), la Corte cantonale ha ritenuto, sulla base
di un'interpretazione oggettivamente sostenibile degli art. 37 e 38 LE, che
nella nozione di SUL rientrano sostanzialmente le superfici di locali e di
spazi chiusi utilizzate o utilizzabili per l'abitazione o il lavoro. Ha
quindi escluso dal computo nella SUL la tettoia litigiosa nella misura in cui
copre l'area aperta ove sono situate le colonne di distribuzione del
carburante. Anche un'altra soluzione potrebbe eventualmente essere
immaginabile, ma ciò non rende manifestamente insostenibile quella adottata
dalla Corte cantonale sulla scorta del diritto cantonale determinante. Certo,
come rilevano i ricorrenti, la nozione generale di SUL secondo l'art. 38 cpv.
1 LE si riallaccia alla definizione stabilita dalle direttive dell'istituto
ORL del Politecnico federale di Zurigo. Questa definizione generale è ripresa
anche nelle normative edilizie di altri Cantoni, ma tra di essi esistono
differenze anche rilevanti nelle elencazioni delle superfici non computabili
(Peter Hänni, Planungs-, Bau- und besonderes Umweltschutzrecht, 4a ed., Berna
2002, pag. 298, nota n. 101). L'esistenza di opinioni dottrinali diverse non
è quindi decisiva per il giudizio sulla fattispecie concreta e non imponeva
ai giudici cantonali di confrontarvisi, essendo sotto questo profilo
sufficiente ch'essi abbiano correttamente citato opere pertinenti che
potevano avvalorare la loro tesi. La sentenza impugnata è peraltro
puntualmente motivata e la sua portata è senz'altro stata afferrata dai
ricorrenti, che l'hanno contestata in questa sede con cognizione di causa
(DTF 126 I 97 consid. 2).

3.
3.1 I ricorrenti sostengono che il Tribunale cantonale amministrativo,
equiparando la fattispecie litigiosa a quella oggetto di un suo precedente
giudizio del 16 settembre 2003 nella causa B.________SA, confermato dal
Tribunale federale con sentenza del 14 maggio 2004 (causa 1P.638/2003,
consid. 4.2), avrebbe trattato in modo identico due casi manifestamente
diversi, violando così il principio della parità di trattamento.

3.2 Invero, le caratteristiche edilizie della stazione di servizio oggetto
del precedente giudizio non sono identiche a quelle dell'impianto qui in
discussione. Come rilevano i ricorrenti, si trattava in quel caso di una
pensilina in ferro, aperta su tutti e quattro i lati, sorretta da tre colonne
in acciaio e separata dal chiosco e dall'autolavaggio. Tuttavia, nella misura
in cui la Corte cantonale ha in concreto escluso dalla SUL soltanto la
superficie della tettoia che copre lo spazio aperto ove è distribuito il
carburante, confermando per contro, perlomeno indirettamente, il computo
nella SUL della superficie di chiosco, bar e autolavaggio, il giudizio
impugnato non contrasta con quello anteriore e non costituisce quindi un
trattamento identico di due fattispecie diverse (cfr., sul principio della
parità di trattamento, DTF 130 I 65 consid. 3.6, 129 I 113 consid. 5.1, 131 I
1 consid. 4.2).

4.
Ne segue che, in quanto ammissibile, il ricorso deve essere respinto. Le
spese seguono la soccombenza (art. 156 cpv. 1 OG). Alla controparte,
patrocinata da un legale iscritto nel registro cantonale degli avvocati, si
assegna un'indennità a titolo di ripetibili della sede federale (art. 159
cpv. 1 OG).

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1.
Nella misura in cui è ammissibile, il ricorso è respinto.

2.
La tassa di giustizia di fr. 4'000.-- è posta a carico dei ricorrenti in
solido, che rifonderanno in solido alla controparte fr. 2'500.-- a titolo di
ripetibili della sede federale.

3.
Comunicazione ai patrocinatori delle parti, al Municipio di Sorengo, al
Consiglio di Stato e al Tribunale amministrativo del Cantone Ticino.

Losanna, 3 giugno 2005

In nome della I Corte di diritto pubblico
del Tribunale federale svizzero

Il presidente:  Il cancelliere: