Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

II. Zivilabteilung 5P.427/2002
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5P.427/2002 /bom

Sentenza del 7 febbraio 2003
II Corte civile

Giudici federali Raselli, presidente,
Escher e Marazzi,
cancelliere Piatti.

A. ________,
ricorrente, patrocinato dall'avv. Claudio Cereghetti, via Besso 37, casella
postale 33, 6903 Lugano,

contro

C.________,
opponente, patrocinato dall'avv. Luisa Biaggini Rossi, via Vanoni 6, 6900
Lugano,
Camera di esecuzione e fallimenti del Tribunale d'appello del Cantone Ticino,
palazzo di Giustizia, via Pretorio 16, 6900 Lugano,
Pretura del Distretto di Lugano, Sezione 5, 6901 Lugano.

art. 9 Cost. (sequestro),

(ricorso di diritto pubblico del 14 novembre 2002 presentato contro la
sentenza emanata il 28 ottobre 2002 dalla Camera di esecuzione e fallimenti
del Tribunale d'appello del Cantone Ticino).

Fatti:

A.
B. ________, facoltoso cittadino italiano, è deceduto a Mendrisio il 29
ottobre 2002. Si contendono l'eredità da un lato A.________, il quale afferma
che il de cuius lo avrebbe designato suo erede universale, e dall'altro
C.________, figlio unico del defunto. La vertenza è pendente avanti il
competente Tribunale di Siena.

Dell'asse ereditario fa anche parte la fondazione di famiglia X.________, con
sede a Vaduz (FL); poiché il de cuius aveva a suo tempo espressamente
designato il figlio C.________ secondo beneficiario, la titolarità dei beni
della fondazione non è litigiosa. Il fisco italiano ha considerato
l'attribuzione dei beni della fondazione quale legato, ed ha fissato la
relativa tassa di successione in circa lit. 500 milioni. Avendo C.________
preannunciato di volersi opporre alla tassa di successione, A.________ -
nella sua qualità di condebitore solidale con il beneficiario - l'ha soluta.

B.
A.________, ritenendo di avere pagato un'imposta che avrebbe dovuto essere
corrisposta da C.________, e dunque di vantare nei confronti di quest'ultimo
un diritto di rivalsa, ha chiesto ed ottenuto dal giudice di prime cure -
quale garanzia della sua pretesa - il sequestro in applicazione dell'art. 271
cpv. 1 n. 4 LEF degli averi della fondazione di famiglia X.________, a
concorrenza di circa fr. 450'000.--. Con decisione 2 settembre 2002, il
Pretore di Lugano ha respinto l'opposizione del debitore sequestrato.

C.
Adita da quest'ultimo con appello 12 settembre 2002, la Camera di esecuzione
e fallimenti del Tribunale di appello del Cantone Ticino ha invece ritenuto -
con sentenza 28 ottobre 2002 - fondata l'opposizione, non avendo il creditore
reso verosimile l'esistenza di una causa di sequestro, in specie facendo
difetto il sufficiente legame della pretesa con la Svizzera.

D.
Con ricorso di diritto pubblico del 14 novembre 2002 A.________ chiede al
Tribunale federale, previa concessione dell'effetto sospensivo, di annullare
la sentenza di appello. Egli fa valere le censure di arbitraria applicazione
del diritto federale ed arbitraria valutazione delle prove, con conseguente
diniego di giustizia. Partendo dal principio che la nozione di legame
sufficiente con la Svizzera - riferita al credito causa del sequestro - debba
essere interpretata in modo estensivo, ritiene che il deposito dei beni in
Svizzera e la stretta connessione tra origine del credito (azione di rivalsa
per pagamento di un'imposta) e luogo ove si trovano i beni cui si riferisce
l'imposta (Svizzera) rappresentino un legame più che sufficiente, tanto più
che il de cuius abitava in Svizzera al momento in cui venne costituita la
fondazione titolare del conto di cui viene chiesto il sequestro. A suo
giudizio, il Tribunale di appello avrebbe omesso di mettere in relazione
tutti gli elementi di connessione che, presi singolarmente, potrebbero anche
apparire insufficienti ma che, nel loro complesso, dimostrano un manifesto
legame fra il credito e la Svizzera.

Dopo aver invitato la controparte a determinarsi sulla domanda di misure
d'urgenza, il Presidente della II Corte civile ha concesso al ricorso
l'effetto sospensivo con decreto 9 dicembre 2002.

Non è stata chiesta una risposta al ricorso.

Diritto:

1.
1.1 La decisione di ultima istanza cantonale su opposizione a sequestro
(combinati artt. 278 cpv. 3 LEF e 18 Legge cantonale (ticinese) di
applicazione della LEF) può essere impugnata con ricorso di diritto pubblico
al Tribunale federale (cfr. sentenza del 2 ottobre 1997 della II Corte civile
consid. 2, riprodotto in: SJ 1998 pag. 146, e la sentenza emanata nella causa
5P.265/2002 consid. 1).

1.2 A chi impugna una decisione di ultima istanza cantonale con ricorso di
diritto pubblico incombe l'obbligo di sostanziare in modo chiaro e
dettagliato le censure sollevate. Il ricorrente non può accontentarsi di
menzionare le norme che ritiene disattese, ma deve anche esporre in quale
misura i suoi diritti siano stati violati (art. 90 cpv. 1 lit. b OG; DTF 127
I 38 consid. 3c pag. 43 con rinvii). Il Tribunale federale pone requisiti
severi alla motivazione del ricorso di diritto pubblico: in particolare, per
sostanziare convenientemente la censura di arbitrio non è sufficiente
criticare la decisione impugnata, come si farebbe di fronte ad un'autorità
giudiziaria con completa cognizione in fatto e in diritto, bensì è necessario
mostrare e spiegare perché il giudizio attaccato sia manifestamente
insostenibile (DTF 117 Ia 10 consid. 4b pag. 12). Non basta dimostrare che la
soluzione proposta dal ricorrente sia almeno altrettanto valida: si deve
rendere plausibile che la conclusione cui è giunta l'autorità cantonale non
sia ragionevolmente sostenibile (DTF 127 I 54 consid. 2b pag. 56 con rinvii).

2.
In tema di opposizione a sequestro, l'istanza cantonale di rango superiore
dispone del medesimo potere d'apprezzamento del giudice di prime cure:
anch'essa esamina l'adempimento delle condizioni del sequestro sulla base di
un giudizio di verosimiglianza (sentenza 2 ottobre 1997 della II Corte civile
consid. 3, riprodotto in: SJ 1998 pag. 146). Sapere se nel caso concreto sia
stato raggiunto il grado di verosimiglianza esatto dal diritto federale, è
questione che dipende dall'apprezzamento delle prove. In questo contesto,
visto l'ampio margine d'apprezzamento di cui gode l'autorità cantonale, il
Tribunale federale interviene con prudenza ed oculatezza: annulla la
decisione impugnata soltanto se quest'ultima scaturisce da un apprezzamento
delle prove arbitrario, vuoi perché manifestamente insostenibile, vuoi perché
in palese contrasto con gli atti (DTF 118 Ia 28 consid. 1b pag. 30, e
sentenze citate; supra, consid. 1.2).

Nel caso di specie, il Tribunale di appello ha ritenuto che il ricorrente non
aveva reso verosimile il legame fra la propria pretesa e la Svizzera,
rendendo in tal modo superfluo un esame degli altri presupposti.

3.
3.1 In particolare, il ricorrente censura come sommario, e dunque arbitrario,
il giudizio del Tribunale di appello, secondo il quale sarebbero irrilevanti
tutte le circostanze che si riferiscono alla fondazione titolare dei beni
sotto sequestro. Nella misura in cui, così facendo, il ricorrente sembra
criticare come insufficiente la motivazione della sentenza impugnata, egli si
avvale di una censura di natura formale (violazione del diritto di essere
sentito, art. 29 cpv. 2 Cost.), da evadersi prioritariamente (DTF 126 I 97
consid. 2b pag. 102, 127 V 431 consid. 3d/aa pag. 437).

3.2 Il rimprovero del ricorrente non è giustificato. Il Tribunale di appello
ha discusso tutti gli argomenti proposti dal ricorrente: ha scartato quello
scaturente dal luogo di deposito dei beni della fondazione con il pertinente
riferimento alla giurisprudenza del Tribunale federale (DTF 123 III 494).
Quanto agli altri argomenti, che il ricorrente ripropone in questa sede, il
Tribunale di appello li ha considerati in blocco inconferenti, in quanto
riguardanti unicamente l'ipotetica connessione con la Svizzera della
fondazione detentrice dei beni, non della pretesa alla base del sequestro.
Tale ragionamento è del tutto ineccepibile.

3.3 In realtà, il ricorrente neppure tenta di dimostrare la pretesa
arbitrarietà delle conclusioni del Tribunale di appello. Si limita invece a
sviluppare nuovi argomenti (in parte ed in nuce già presenti nel ricorso in
appello), atti al più a dimostrare che anche un'altra soluzione sarebbe stata
sostenibile. In ciò si manifesta l'inammissibile taglio appellatorio del
gravame (supra, consid. 1.2), che rende il medesimo in larga misura
irricevibile.

4.
4.1 Abbondanzialmente, sia rilevato che gli elementi di giudizio proposti dal
ricorrente, e ritenuti validi dal giudice di prime cure ma non dal Tribunale
di appello, di fatto non appaiono convincenti. Già detto dell'argomento
tratto dal luogo di deposito dei fondi della fondazione (supra, consid. 3.2),
anche quello secondo il quale il sufficiente legame con la Svizzera
esisterebbe in considerazione della connessione fra la somma di cui si chiede
il pagamento ed il patrimonio oggetto del sequestro va respinto: la
connessione deve esistere con la pretesa del ricorrente nei confronti del
resistente, a garanzia della quale viene postulato il sequestro. Nel caso di
specie, la pretesa che vanta il ricorrente trae incontestatamente origine dal
diritto fiscale italiano, applicato dall'autorità giudiziaria italiana in una
vertenza di natura successoria pendente in quel Paese. Né tale pretesa di
rivalsa appare avere alcun punto di collegamento con la Svizzera secondo le
regole del diritto internazionale privato: a tal proposito, basta rinviare
alle pertinenti argomentazioni proposte dall'ultima istanza cantonale, tanto
più che il ricorrente non le ha ridiscusse in sede di ricorso.

4.2 Il ricorrente, traendo spunto da quella parte di dottrina per la quale il
legame sufficiente con la Svizzera è dato per obbligazioni non contrattuali
nate su suolo elvetico, pretende che ciò dovrebbe valere per analogia anche
nel caso qui in discussione. Tuttavia, non spiega le ragioni che lo spingono
a tale conclusione.

4.3 Parimenti il ricorrente, che pure critica espressamente la Corte
cantonale per non avere discusso il fatto che il de cuius abitasse in
Svizzera al momento di costituire la fondazione, non spiega quale rilevanza
ciò potrebbe avere nel caso di specie. Comunque, anche un eventuale legame
del de cuius con la Svizzera nel momento indicato rappresenterebbe elemento
di giudizio totalmente estraneo alla pretesa personale che il ricorrente
vanta nei confronti del resistente.

4.4 Neppure è vero, come pretende da ultimo il ricorrente, che il sufficiente
legame fra la sua pretesa e la Svizzera debba necessariamente emergere, se
non già sulla scorta di ogni elemento di giudizio preso singolarmente, almeno
da una considerazione globale dei vari criteri da lui proposti, debitamente
correlati. Atteso che nessuno dei vari fattori da lui enunciati appare
pertinente, mal si vede come una loro correlazione potrebbe portare ad un
altro risultato. Ma seppur ciò si verificasse, non basterebbe per dimostrare
l'arbitrarietà della divergente conclusione dell'ultima autorità cantonale -
arbitrarietà che, come detto (supra, consid. 3.3), il ricorrente neppure
tenta di dimostrare.

5.
Alla luce di quanto precede, il ricorso deve essere respinto in quanto
ammissibile. La tassa di giustizia segue la soccombenza (art. 156 cpv. 1 OG).
Al resistente vanno riconosciute ripetibili commisurate all'onere
indispensabile causatogli dal fatto di doversi esprimere sulla domanda di
concessione dell'effetto sospensivo al ricorso (art. 159 cpv. 2 OG).

Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:

1.
Nella misura in cui è ammissibile, il ricorso è respinto.

2.
La tassa di giustizia di fr. 5'000.-- è posta a carico del ricorrente, il
quale rifonderà inoltre al resistente l'importo di fr. 1'000.-- per
ripetibili della sede federale.

3.
Comunicazione ai patrocinatori delle parti e alla Camera di esecuzione e
fallimenti del Tribunale d'appello del Cantone Ticino nonché alla Pretura del
Distretto di Lugano, Sezione 5.

Losanna, 7 febbraio 2003

In nome della II Corte civile
del Tribunale federale svizzero

Il presidente: Il cancelliere: