Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

II. Öffentlich-rechtliche Abteilung 2A.247/2001
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2A.247/2001

  II   C O R T E   D I   D I R I T T O   P U B B L I C O
  ******************************************************

                      1° ottobre 2001

Composizione della Corte: giudici federali Wurzburger,
presidente, Müller e Merkli.
Cancelliere: Cassina.

                         _________

Visto il ricorso di diritto amministrativo presentato il 23
maggio 2001 da A.________ (16.09.1971), contro la sentenza
emanata il 25 aprile 2001 dal Tribunale amministrativo del
Cantone Ticino nella causa, in materia di rimpatrio e di
decadenza del permesso di domicilio, che oppone il ricor-
rente al Consiglio di Stato del Cantone Ticino;

            R i t e n u t o  i n  f a t t o  :

  A.-  A.________ (16.09.1971), cittadino sudafri-
cano, è entrato per la prima volta in Svizzera il 15 agosto
1981, al fine di raggiungere la propria madre B.________ -
pure di nazionalità sudafricana - residente nel Cantone
Ticino. Seppur sprovvisto di un valido permesso di soggior-
no, egli è rimasto nel nostro Paese sino all'8 dicembre
1981, data del suo rientro in Sud Africa. Il 28 dicembre
successivo B.________ ha contratto matrimonio con il cit-
tadino svizzero C.________, acquisendo di conseguenza la
nazionalità elvetica. Il 31 gennaio 1982 la Sezione degli
stranieri del Cantone Ticino (ora divenuta Sezione dei
permessi e dell'immigrazione) ha pertanto rilasciato un
permesso di domicilio a A.________ per consentirgli di
ricongiungersi con la madre in Svizzera.

   B.- Dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo
in Ticino e, in parte, nel Cantone dei Grigioni, nel 1986
A.________ ha conseguito il diploma di scuola media presso
il Collegio Don Bosco di Maroggia. Per 2 anni ha poi svolto
un apprendistato quale meccanico d'automobili presso un
garage di Bioggio, interrompendo la sua formazione a causa
di un incidente sportivo. Una volta ristabilitosi, ha ini-
ziato a frequentare con scarso profitto vari licei pubblici
e privati, per quindi iniziare nel 1993 a svolgere l'atti-
vità di cartomante. Tra il 1995 e il 1997 A.________ ha
aperto a Lugano due negozi per la vendita di capi d'abbi-
gliamento e oggetti vari. In entrambi i casi l'attività si
è presto estesa anche al commercio di droghe leggere e
funghi allucinogeni.

  Da una sua relazione con la cittadina svizzera
D.________, il 23 aprile 1996 è nata la figlia E.________,

nei confronti della quale A.________ è stato obbligato a
versare una pensione alimentare di fr. 320.-- mensili.

  C.-  Durante la sua permanenza in Svizzera
A.________ ha avuto modo d'interessare a più riprese le
autorità amministrative e giudiziarie del nostro Paese. Con
decreto d'accusa del 28 giugno 1991 questi è stato condan-
nato in Ticino al pagamento di una multa di fr. 300.-- per
sottrazione di poca entità, danneggiamento e infrazione
alla legge federale sugli stupefacenti, del 3 ottobre 1951
(LStup; RS 812.121). Il 17 luglio 1991 gli è poi stata in-
flitta a Zurigo una multa di fr. 1500.-- per infrazioni
alla legge federale sulla circolazione stradale. Il 19 ago-
sto 1991 è stato multato in Ticino con l'importo di fr.
450.-- per aver circolato senza licenza di condurre e per
aver contravvenuto alla legge sugli stupefacenti. Il 16
aprile 1993 egli ha subito una nuova sanzione pecuniaria
per un ammontare di fr. 250.-- sempre per infrazioni alla
legge sugli stupefacenti. Con decreto d'accusa del 3 gen-
naio 1997, confermato dal Pretore del distretto di Lugano
il 18 novembre 1997, gli è stata inflitta un'ulteriore mul-
ta di fr. 700.-- per ripetuta contravvenzione alla legge
sugli stupefacenti. Con sentenza del 18 novembre 1997 il
Presidente delle Assise correzionali di Lugano lo ha con-
dannato a 14 mesi di detenzione, siccome ritenuto colpevole
di ripetuta infrazione, in parte aggravata, alla legge su-
gli stupefacenti, contravvenzione alla medesima e di lesi-
oni semplici. Il medesimo tribunale ha poi provveduto il 5
aprile 2000 ha infliggergli una nuova condanna a 18 mesi di
detenzione per infrazione aggravata e ripetuta contravven-
zione alla legge sugli stupefacenti e ripetuta infrazione
alla medesima.

  Sul piano amministrativo, A.________ è stato am-
monito a tre riprese dall'autorità cantonale competente in

materia di polizia degli stranieri, sotto minaccia d'espul-
sione o di rimpatrio in caso di recidiva.

  Egli è inoltre a carico dell'assistenza pubblica
dal 1997. Quest'ultima provvede dal 1° dicembre 1996 a
versare pure degli anticipi alimentari alla figlia
E.________ per sopperire alle inadempienze del padre in
questo ambito.

  D.-  Il 16 ottobre 2000 la Sezione dei permessi e
dell'immigrazione del Cantone Ticino ha deciso il rimpatrio
di A.________ in applicazione dell'art. 10 cpv. 1 lett. b
della legge federale sulla dimora e il domicilio degli
stranieri, del 26 marzo 1931 (LDDS), ritenendo l'espulsione
un provvedimento eccessivamente severo in virtù del lungo
periodo trascorso in Svizzera. A sostegno della decisione,
volta a permettere che anche in futuro lo straniero possa
venire in Svizzera come turista, è stata addotta l'incapa-
cità di quest'ultimo di adattarsi all'ordinamento svizzero.
La decisione è stata confermata su ricorso il 9 gennaio
2001 dal Consiglio di Stato ticinese e il 25 aprile 2001
dal Tribunale cantonale amministrativo.

   E.-  Il 23 maggio 2001 A.________ ha introdotto da-
vanti al Tribunale federale un ricorso di diritto amminis-
trativo, con cui chiede che la citata sentenza cantonale
sia annullata.

  Chiamato ad esprimersi, il Tribunale cantonale
amministrativo si è riconfermato nel proprio giudizio. Sia
il Consiglio di Stato ticinese che l'Ufficio federale degli
stranieri hanno postulato la reiezione dell'impugnativa.

  F.-  Con uno scritto del 12 giugno 2001, A.________
ha domandato di essere esentato dal pagamento dell' importo
di fr. 1000.--, che gli era stato richiesto a titolo di an-

ticipo delle spese processuali. Il 15 giugno successivo il
Presidente della II Corte di diritto pubblico ha accolto
l'istanza, riservandosi di decidere definitivamente in
merito al conferimento dell'assistenza giudiziaria soltanto
in un secondo tempo.

  G.-  Mediante decreto del 18 giugno 2001, il Presi-
dente della II Corte di diritto pubblico del Tribunale
federale ha concesso l'effetto sospensivo al gravame.

        C o n s i d e r a n d o  i n  d i r i t t o  :

  1.-  In concreto è contestata una decisione di ul-
tima istanza cantonale, con cui è stato confermato il rim-
patrio del ricorrente. Il ricorso di diritto amministrativo
è, di principio, ammissibile contro le decisioni d'espul-
sione fondate sull'art. 10 cpv. 1 LDDS (art. 97 cpv. 1 e 98
OG), non sussistendo nessuna delle eccezioni previste dagli
art. 99a - 102 OG. In particolare, non trovano applicazione
i motivi di esclusione previsti dall'art. 100 cpv. 1 lett.
b OG (DTF 114 Ib 1 consid. 1b). Ne discende che la ricevi-
bilità del ricorso deve essere ammessa anche nei casi in
cui, in applicazione dei combinati art. 10 cpv. 1 e 11 cpv.
3 ultima frase LDDS, è stata pronunciata una semplice misu-
ra di rimpatrio, in luogo dell'espulsione. Anche l'ordine
di rimpatrio, alla stessa stregua dell'espulsione, comporta
infatti la decadenza del permesso di domicilio (art. 9 cpv.
3 lett. b LDDS). Pertanto il gravame, proposto tempestiva-
mente (art. 106 cpv. 1 OG) da una persona legittimata ad
agire (art. 103 lett. a OG), è in linea di massima ammissi-
bile.

  2.-  Con il rimedio esperito il ricorrente può fare
valere la violazione del diritto federale, compreso l'ec-

cesso o l'abuso del potere di apprezzamento (art. 104 lett.
a OG). Quale organo della giustizia amministrativa, il Tri-
bunale federale esamina d'ufficio l'applicazione del dirit-
to federale (art. 114 cpv. 1 OG), senza essere vincolato
dai considerandi della decisione impugnata o dai motivi
invocati dalle parti. L'insorgente può inoltre censurare
l'accertamento inesatto o incompleto dei fatti (art. 104
lett. b OG). Considerato comunque che nel caso concreto la
decisione impugnata emana da un'autorità giudiziaria, l'ac-
certamento dei fatti da essa operato vincola il Tribunale
federale, salvo che questi risultino manifestamente inesat-
ti o incompleti oppure siano stati accertati violando norme
essenziali di procedura (art. 105 cpv. 2 OG). Il Tribunale
federale non può invece pronunciarsi sull'adeguatezza della
sentenza impugnata (art. 104 lett. c n. 3 OG).

  3.- a) Giusta l'art. 10 cpv. 1 LDDS, uno straniero
può essere espulso quando è stato punito da un'autorità
giudiziaria per un crimine o un delitto (lett. a), quando
la sua condotta in generale e i suoi atti permettono di
concludere che non vuole o non è capace di adattarsi all'
ordinamento vigente nel Paese che lo ospita (lett. b) op-
pure quando egli stesso, o una persona a cui deve provve-
dere, cade in modo continuo e rilevante a carico dell'assi-
stenza pubblica (lett. d). L'art. 11 cpv. 3 prima frase
LDDS precisa tuttavia che una simile misura può essere pro-
nunciata soltanto se dall'insieme delle circostanze essa
sembra adeguata. Per valutare se tale presupposto sia adem-
piuto, occorre tenere conto, segnatamente, della gravità
della colpa a carico dell'interessato, della durata del suo
soggiorno in Svizzera e del pregiudizio che egli e la sua
famiglia subirebbero in caso di espulsione (art. 16 cpv. 3
dell'ordinanza d'esecuzione della legge federale concernen-
te la dimora e il domicilio degli stranieri, del 1° marzo
1949 [ODDS; RS 142.201]). L'espulsione fondata su uno dei
motivi previsti dall'art. 10 cpv. 1 lett. c o d può essere

pronunciata soltanto se il ritorno dell'espulso nel proprio
paese d'origine è possibile e può essere ragionevolmente
richiesto (art. 10 cpv. 2 LDDS). Sono inoltre da evitare
dei rigori inutili nelle espulsioni decise secondo l'art.
10 cpv. 1 lett. d LDDS. In questi casi lo straniero può
eventualmente essere anche solo rimpatriato (art. 11 cpv. 3
seconda e terza frase LDDS).

  b) Per "rimpatrio" si intende il trasferimento di
uno straniero dal sistema assistenziale del Paese di acco-
glimento a quello del Paese d'origine. Tale provvedimento
presuppone, di principio, che quest'ultimo Stato acconsenta
alla presa a carico della persona interessata e che venga
conchiuso un accordo per via diplomatica tra i Paesi in-
teressati, al fine di stabilire le modalità del trasferi-
mento (DTF 119 Ib 1 consid. 2b). In assenza di una simile
intesa, la misura del rimpatrio è ampiamente comparabile ad
una decisione di espulsione fondata sull'art. 10 cpv. 1
LDDS, tranne per il fatto che essa non comporta il divieto
di entrata in Svizzera. In simili casi, il rimpatrio di uno
straniero può essere ordinato soltanto se si rivelano re-
alizzate le condizioni poste dalla suddetta disposizione, e
dagli art. 10 cpv. 2 e 3 LDDS, nonché dall'art. 16 cpv. 3
ODDS (DTF 119 Ib 1 consid. 2b e c). Allorquando più motivi
di espulsione sono dati senza che nessuno di essi giustifi-
chi, di per sé, l'adozione di questo provvedimento per ra-
gioni di proporzionalità, la situazione dello straniero va
valutata nel suo insieme, per cui, a seconda delle circo-
stanze, il suo allontanamento può comunque apparire giusti-
ficato (cfr. Alain Wurzburger, La jurisprudence récente du
Tribunal fédéral en matière de police des étrangers, in
RDAF 1997 I 267 e segg., pag. 308).

  4.- a) Nel caso di specie, emerge dagli atti che
l'autorità di prima istanza ha rinunciato a pronunciare una
decisione di espulsione, ritenendo che la medesima sarebbe

stata sproporzionata per rapporto al lungo soggiorno del
ricorrente in Svizzera, ed ha quindi emanato, in sua vece,
una semplice misura di rimpatrio fondata sulla pretesa in-
capacità dell'interessato di adattarsi all'ordinamento del
Paese che lo ospita (art. 10 cpv. 1 lett. b LDDS). Risulta
inoltre che la medesima autorità non ha neppure tentato di
accordarsi preventivamente con il paese d'origine del ri-
corrente in merito al trasferimento di quest'ultimo. Il
provvedimento da essa pronunciato è dunque, in definitiva,
assimilabile ad una decisione d'espulsione, sprovvista di
un divieto d'entrata in Svizzera.

  b)  Sennonché, uno straniero non può essere rimpa-
triato unicamente perché ritenuto incapace di adattarsi
all'ordinamento vigente nel Paese che lo ospita. Infatti in
questi casi, se le circostanze lo giustificano, le autorità
di polizia hanno il diritto di allontanare l'interessato
dal territorio svizzero soltanto attraverso la pronuncia
dell'espulsione. Come sopra esposto (cfr. consid. 3), il
provvedimento del rimpatrio presuppone come minimo che la
persona in questione si trovi in maniera considerevole ed
ininterrotta a carico dell'assistenza pubblica (DTF 119 Ib
1 consid. 2c; Nicolas Wisard, Les renvois et leur exécution
en droit des étrangers et en droit d'asile, tesi, Basilea
1997, pag. 111 e segg., in particolare 113; Walter Schäppi,
Die Beendigung des Aufenthaltes der Ausländer in der Sch-
weiz, in ASYL 1995 1 pag. 14; Marc Spescha, Handbuch zum
Ausländerrecht, Berna 1999, pag. 121). Ad ulteriore confer-
ma di ciò, basta rilevare che l'art. 11 cpv. 3 seconda e
terza frase LDDS limita espressamente la facoltà di ordina-
re il rimpatrio ai casi fondati sull'art. 10 cpv. 1 lett. d
LDDS, per i quali un'espulsione configurerebbe un rigore
inutile. In effetti, l'istituto in parola è essenzialmente
volto ad evitare, in prospettiva futura, un'ulteriore di-
pendenza dello straniero dal sistema assistenziale del
Paese di accoglimento. In tale ottica occorre valutare -

fondandosi sulla situazione finanziaria attuale dell'inte-
ressato e sulla sua probabile evoluzione - se esiste un ri-
schio concreto che in avvenire egli cada nuovamente a cari-
co dell'assistenza pubblica (DTF 119 Ib 1 consid. 3c e c).
Semplici dubbi al riguardo non bastano (DTF 119 Ib 81 con-
sid. 2d).

  c)  Nella fattispecie in esame, emerge dalla sen-
tenza impugnata che il Tribunale amministrativo ha confer-
mato la legittimità della misura litigiosa, facendo tra le
altre cose riferimento anche alla situazione economica del
ricorrente e in particolare al fatto che quest'ultimo non
avrebbe praticamente mai versato gli alimenti alla figlia e
si troverebbe a carico della pubblica assistenza a far
tempo dal 1997. Per valutare questo specifico aspetto della
vicenda i giudici cantonali si sono basati unicamente sul
contenuto dello scritto prodotto dinanzi al Consiglio di
Stato il 29 dicembre 2000 dall'Ufficio del sostegno sociale
e dell'inserimento del Cantone Ticino, con cui veniva reso
noto che gli aiuti versati al ricorrente ammontavano a quel
tempo a fr. 28'147.80, mentre che gli alimenti anticipati
alla figlia raggiungevano la cifra totale di fr. 15'217.--.
In merito a questo aspetto della fattispecie, si deve rite-
nere che successivamente a tale data la situazione dell'in-
sorgente non sia mutata nella sostanza, dal momento che si-
no all'11 marzo 2001 A.________ è rimasto in carcere per
scontare un residuo della pena inflittagli il 18 novembre
1997 dal Presidente della Corte delle Assise correzionali
di Lugano. Pertanto, tali accertamenti - i quali sono rima-
sti incontestati da parte del ricorrente - vincolano di
principio il Tribunale federale (art. 105 cpv. 2 OG). Ora,
sebbene di dimensioni non esorbitanti, il debito assisten-
ziale contratto da A.________ è comunque da considerare
rilevante ai sensi dell'art. 10 cpv. 1 lett. d LDDS, anche
se su questo punto è bene precisare che, contrariamente a
quanto affermato a più riprese dalla Corte cantonale nella

decisione qui impugnata, il fatto che egli non sia stato e
non sia tuttora in grado di rimborsare, anche solo parzial-
mente, quanto ricevuto non è di per sé determinante, non
dipendendo la sua permanenza nel nostro Paese da un tale
presupposto: l'obbiettivo perseguito dalla citata disposi-
zione legale è in effetti unicamente quello di impedire che
il debito nei confronti dell'ente pubblico aumenti (senten-
ze non pubblicate del Tribunale federale del 7 maggio 2001
in re Sottile, consid. 4a e del 30 agosto 2001 in re Batti-
stessa, consid. 3d/aa). Occorre poi considerare che l'in-
sorgente fa regolarmente capo all'assistenza da ormai oltre
4 anni per cui risulta adempiuta anche l'altra condizione
che la legge pone per ammettere l'esistenza di un motivo di
allontanamento, ossia quella della continuità della dipen-
denza dall'aiuto finanziario dello Stato. Ne consegue dun-
que che, anche se sulla base di considerazioni parzialmente
diverse da quelle addotte dalla precedente istanza di giu-
dizio, sono dati i presupposti per ritenere nel caso con-
creto adempiuto il motivo di espulsione sancito dall'art.
10 cpv. 1 lett. d LDDS, non emergendo attualmente dagli
atti elementi che permettano di formulare un pronostico
favorevole per quanto riguarda un possibile miglioramento
della situazione economica del ricorrente. Oltretutto, è
bene rammentare che questi non possiede nessuna formazione
professionale e non ha mai dato l'impressione di volersi
seriamente inserire nel mondo del lavoro.

  d)  Appurato ciò, va poi rilevato che le condanne
subite dal ricorrente costituiscono un motivo di espulsione
ai sensi dell'art. 10 cpv. 1 lett. a LDDS. Le stesse con-
cernono per la maggior parte delle infrazioni alla legisla-
zione federale in materia di stupefacenti e come tali toc-
cano un settore particolarmente sensibile del nostro ordi-
namento pubblico. È vero che, perlomeno nei primi tempi, il
ricorrente è stato sanzionato per alcune semplici contrav-
venzioni a detta legge, avendo acquistato e consumato

personalmente droghe leggere. Si deve però altresì rilevare
che a partire dal 1997 la gravità dei reati commessi è au-
mentata in modo rilevante, al punto che A.________ è stato
riconosciuto in due occasioni colpevole anche di infrazioni
aggravate alla suddetta legislazione, e ciò essenzialmente
per avere, nella sua veste di contitolare di un negozio di
canapaio a Lugano, acquistato, coltivato e rivenduto sulla
piazza ticinese importanti quantitativi di haschich e mari-
juana a fine di lucro. Per tutti questi reati e per le
rimanenti infrazioni che gli sono state rimproverate in va-
rie altre circostanze (sottrazione di poca entità, danneg-
giamento, lesioni semplici, ecc.) al A.________ sono state
inflitte numerose multe e due pene privative della libertà
per un totale di 32 mesi di detenzione da espiare, così co-
me già esposto più nel dettaglio in narrativa.

  e)  Alla luce di tutto quanto precede, si deve da
ultimo considerare che la situazione economica in cui versa
il ricorrente e le citate condanne costituiscono senz'altro
degli elementi di rilievo, tra i molti a carico del ricor-
rente, per ammettere pure l'esistenza di un motivo d'espul-
sione fondato sull'art. 10 cpv. 1 lett. b LDDS. Non sussi-
stono infatti dubbi sul fatto che, con il suo comportamento
e i suoi atti in generale, questi abbia dato a più riprese
prova della sua manifesta incapacità d'adattarsi all'ordi-
namento e ai costumi del nostro Paese.

  5.-  Resta dunque da determinare se il provvedimen-
to del rimpatrio sia rispettoso, in maniera generale, del
principio di proporzionalità, e, più in particolare, delle
esigenze poste dagli art. 10 cpv. 2 e 11 cpv. 3 LDDS, non-
ché dall'art. 16 cpv. 3 ODDS.

  a)  Per prassi, il fatto di aver soggiornato in
Svizzera durante una decina d'anni costituisce un elemento
di sicuro peso nell'ambito della ponderazione degli inte-

ressi che entrano in gioco per valutare la proporzionalità
di una misura d'allontanamento (DTF 119 Ib 1 consid. 4c).
Ciò vale a più forte ragione, allorquando, come nel caso
concreto, la durata del soggiorno nel nostro Paese ammonta
addirittura a poco meno di 20 anni e ha avuto inizio quando
l'insorgente era ancora un bambino e si trovava in piena
età scolastica. D'altra parte vi è però anche da considera-
re che questi ha dato prova di grande instabilità sul piano
professionale, rimanendo per lunghi periodi senza lavoro
oppure dedicandosi a commerci illeciti. Tutto questo lo ha
portato a dipendere in modo importante e continuo dall'as-
sistenza pubblica per il proprio fabbisogno e per il versa-
mento degli alimenti alla figlia (cfr. consid. 4c). Inol-
tre, nell'ambito dell'esame della proporzionalità del prov-
vedimento litigioso, occorre tenere conto pure del compor-
tamento complessivo del ricorrente e dell'attività delit-
tuosa da lui svolta durante gli anni trascorsi nel nostro
Paese. Basta a questo proposito rammentare che egli si è
ripetutamente reso colpevole di numerose, e talvolta anche
gravi, infrazioni alla legislazione federale in materia di
stupefacenti, dando prova più in generale di un'incapacità
pressoché totale d'adattarsi alle regole vigenti nel nostro
Paese (cfr. consid. 4 lett. d ed e). A questo proposito va
sottolineato il fatto che, proprio a causa di questo suo
atteggiamento, egli era stato in tre occasioni ammonito
dalle autorità amministrative cantonali, con la minaccia di
essere espulso in caso di recidiva. Sia tali richiami, che
la condanna penale subita il 18 novembre 1997 non sono tut-
tavia bastati a far desistere l'insorgente dal commettere
ulteriori reati sempre nel campo degli stupefacenti.

  Come già accennato in precedenza, ai fini del giu-
dizio circa la proporzionalità dell'allontanamento dalla

Svizzera di uno straniero, la legge impone anche di proce-
dere ad un'attenta valutazione delle conseguenze che una
simile misura potrebbe avere per l'interessato sul piano
familiare. Ora, su questo punto gli elementi agli atti sono
per il vero piuttosto scarni, ma permettono comunque di
pervenire a determinate conclusioni. Come esposto in narra-
tiva, il ricorrente è padre di una bambina di nome
E.________, nata il 23 aprile 1996 dalla relazione con la
cittadina svizzera D.________. Le istanze di giudizio can-
tonali hanno ritenuto che tra i due genitori non si sarebbe
mai instaurata in passato alcuna forma di convivenza e che
l'insorgente non avrebbe nessuna particolare relazione con
la figlia. Dal canto suo A.________ ha asserito nel suo
gravame di intrattenere saldi rapporti con sua madre
B.________, tuttora residente in Ticino, con la figlia
E.________ e con la madre di quest'ultima. Simili legami
potrebbero giocare un ruolo di rilievo nel contesto in
esame: tuttavia il ricorrente non è mai stato in grado nel
corso di tutto il procedimento di offrire la benché minima
prova concreta della loro effettiva esistenza. Anzi, il
fatto che egli abbia costantemente tralasciato di provvede-
re ai bisogni materiali della figlia, contribuisce semmai a
rafforzare la tesi propugnata dalle autorità cantonali, se-
condo cui tali legami sarebbero stati pressoché inesisten-
ti, perlomeno sino all'avvio della presente procedura. È
pur vero però che non è dato a sapere se il ricorrente ab-
bia ancora parenti nel suo Paese d'origine e se, eventual-
mente, abbia mantenuto dei contatti con quest'ultimi. Il
semplice fatto che egli sia rimasto in Sud Africa tra il
settembre e l'inizio di novembre del 1997 non permette
ancora di trarre nessuna conclusione in proposito. Tutto
ciò non basta comunque a far apparire il suo rientro in
quel Paese impossibile o inesigibile. Certo, è innegabile
che, soprattutto in un primo tempo, egli potrà essere con-
frontato con la difficoltà di adattarsi ad una realtà al-
quanto diversa da quella del nostro Paese: tuttavia non si

può ancora ritenere che ciò costituisca un ostacolo insor-
montabile, considerato in particolare che egli è a cono-
scenza dello stile di vita, della lingua e della cultura
esistenti in Sud Africa, essendovi nato e avendo comunque
trascorso in questo Paese i primi 10 anni della sua esi-
stenza.

  Tenuto conto di tutto quanto precede, il provvedi-
mento di rimpatrio in oggetto, benché certamente severo,
non appare lesivo del principio di proporzionalità, di modo
che, confermando lo stesso, i giudici cantonali non hanno
violato nessuna disposizione del diritto federale, né ecce-
duto o abusato del loro potere d'apprezzamento.

  6.- a)  Stante quanto precede, il ricorso, infonda-
to, dev'essere respinto.

  b)  Per quanto concerne la domanda di assistenza
giudiziaria (art. 152 cpv. 1 e 2 OG), occorre considerare
che la situazione di bisogno del ricorrente non dà adito a
dubbi e che il ricorso non era del tutto sprovvisto di pos-
sibilità di esito favorevole. L'istanza va dunque accolta,
nel senso non è messa a carico del ricorrente nessuna tassa
di giustizia.

                     Per questi motivi

         i l   T r i b u n a l e   f e d e r a l e

                    p r o n u n c i a :

  1.  Il ricorso è respinto.

  2.  L'istanza di assistenza giudiziaria è accolta.

  3.  Non si riscuote tassa di giustizia.

  4.  Comunicazione al ricorrente, al Tribunale ammi-
nistrativo, al Consiglio di Stato del Cantone Ticino e all'
Ufficio federale degli stranieri.

Losanna,  1° ottobre 2001
MDE

        In nome della II Corte di diritto pubblico
             del TRIBUNALE FEDERALE SVIZZERO:
                      Il Presidente,

                      Il Cancelliere,