Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

I. Öffentlich-rechtliche Abteilung 1A.355/1999
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1A.355/1999

   I   C O R T E   D I   D I R I T T O   P U B B L I C O
   *****************************************************

                     11 settembre 2000

Composizione della Corte: giudici federali Aemisegger, pre-
sidente della Corte, Féraud e Catenazzi.
Cancelliere: Crameri.

                         ________

Visto il ricorso di diritto amministrativo del 20 dicembre
1999 presentato dalle Contitolari del conto J.________
presso la Gesfid SA di Lugano, gruppo Banca del Gottardo,
patrocinate dall'avv. Luigi Mattei, Bellinzona, contro
l'ordinanza di trasmissione emanata il 26 novembre 1999 dal
Ministero pubblico della Confederazione nell'ambito di una
domanda di assistenza giudiziaria in materia penale avviata
su richiesta della Repubblica italiana;

             R i t e n u t o  i n  f a t t o :

  A.-  In data 15 giugno 1999 l'Ufficio federale di
polizia ha delegato al Ministero pubblico della Confedera-
zione (MPC) l'esecuzione di una domanda di assistenza giu-
diziaria in materia penale del 3 giugno 1999 presentata
dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Peru-
gia. L'Autorità estera procede a indagini contro
A.________, B.________, C.________ e altre persone per con-
corso in reato di corruzione legato ad atti contrari ai
doveri d'ufficio e di perito giudiziario.

  B.-  Il 2 luglio 1999 il MPC ha accolto la commis-
sione rogatoria e ordinato alla Banca del Gottardo di Luga-
no di identificare e sequestrare la documentazione relativa
ai conti di cui risultano essere contitolari, aventi dirit-
to o delega a operare numerose persone indicate nella roga-
toria.

  L'istituto di credito ha trasmesso la documentazio-
ne bancaria relativa al conto J.________, intestato a
L.________ e D.________. Le persone interessate si sono
opposte all'annunciata trasmissione dei documenti bancari.

  Il 26 novembre 1999 il MPC ha ordinato la trasmis-
sione integrale alle Autorità estere della documentazione
del conto sequestrato.

  C.-  Avverso questa decisione le contitolari del
conto J.________ presso la Gesfid SA di Lugano hanno inol-
trato un ricorso di diritto amministrativo al Tribunale
federale chiedendo, in via preliminare, di ritornare l'
incarto al MPC affinché motivi la decisione impugnata e

inviti l'Autorità richiedente a fornire determinate infor-
mazioni complementari riguardo ai mezzi di prova posti a
fondamento della rogatoria e sullo svolgimento dell'inchie-
sta penale; in via principale, esse chiedono di annullare
la decisione impugnata e di respingere la domanda di assi-
stenza. Dei motivi si dirà, in quanto necessario, nei con-
siderandi.

  Il MPC e l'UFP chiedono di respingere il ricorso.

  D.-  Con decisione del 24 gennaio 2000 la I Corte
di diritto pubblico ha accolto la domanda di restituzione
di un termine proposta dalle ricorrenti e ha acquisito agli
atti una decisione del 20 dicembre 1999 del Giudice per le
indagini preliminari presso il Tribunale civile e penale di
Perugia; l'istanza di sospendere la procedura di ricorso è
stata invece respinta. Il 28 gennaio 2000 il MPC ha tra-
smesso al Tribunale federale uno scritto di stessa data con
il quale ha respinto una domanda di riesame sottopostagli
dalle ricorrenti. L'8 febbraio 2000 le ricorrenti hanno
inoltrato un'ulteriore istanza di restituzione del termine.

      C o n s i d e r a n d o   i n   d i r i t t o :

  1.- a)  Italia e Svizzera sono parti contraenti
della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in ma-
teria penale del 20 aprile 1959 (CEAG; RS 0.351.1). La leg-
ge federale sull'assistenza internazionale in materia pena-
le del 20 marzo 1981 (AIMP; RS 351.1) e la sua ordinanza di
applicazione (OAIMP; RS 351.11) sono applicabili alle que-
stioni che la prevalente Convenzione internazionale non re-
gola espressamente o implicitamente, come pure quando il
diritto nazionale sia più favorevole all'assistenza di

quello convenzionale (art. 1 cpv. 1 AIMP; DTF 123 II 134
consid. 1a), fatto salvo il rispetto dei diritti fondamen-
tali (DTF 123 II 595 consid. 7c).

  b)  Secondo la norma speciale dell'art. 25 cpv. 6
AIMP, il Tribunale federale non è vincolato dalle censure e
dalle conclusioni delle parti; esso esamina liberamente se
i presupposti per la concessione dell'assistenza sono adem-
piuti e in quale misura questa debba esser prestata (DTF
123 II 134 consid. 1d, 118 Ib 269 consid. 2e). Non è tutta-
via tenuto, come lo sarebbe un'Autorità di vigilanza, a ve-
rificare la conformità delle decisioni impugnate con l'in-
sieme delle norme applicabili (DTF 123 II 134 consid. 1d).
Le conclusioni che vanno oltre la richiesta di annullamento
della decisione impugnata sono, di massima, ammissibili
(art. 25 cpv. 6 AIMP; DTF 122 II 373 consid. 1c e rinvii).

  c)  Interposto tempestivamente contro una decisione
di trasmissione di documenti, acquisiti in esecuzione di
una domanda di assistenza resa dall'Autorità federale di
esecuzione, il ricorso di diritto amministrativo è ricevi-
bile sotto il profilo dell'art. 80g cpv. 1 AIMP.

  Il gravame è stato presentato dalle contitolari del
conto oggetto della contestata misura di assistenza. A cau-
sa di una svista, nel dispositivo della decisione impugnata
quale titolare è indicato A.________: tuttavia dai motivi
della decisione medesima, dai documenti di apertura della
relazione bancaria, e dalle precisazioni contenute nell'at-
to di ricorso, risulta che sono contitolari del conto
L.________ e di D.________, moglie dell'inquisito
B.________. La loro legittimazione a ricorrere è quindi
pacifica (art. 80h lett. b AIMP in relazione con l'art. 9a
lett. a AIMP; DTF 125 II 356 consid. 3b/aa-bb, 124 II 180
consid. 2b). Nella misura in cui il ricorso tende tuttavia
soltanto a proteggere gli interessi di terzi, segnatamente

quelli dell'inquisito B.________, esso è inammissibile (DTF
125 II 356 consid. 3b/aa in fine e consid. 8b in fine e
rinvii, 123 II 161 consid. 1d/bb). I nomi delle contitolari
del conto possono essere indicati nella sentenza poiché,
trattandosi di decisione di trasmissione, non v'è più alcun
motivo a che venga mantenuto l'anonimato.

  2.-  a) Secondo le ricorrenti, l'esposto dei fatti
contenuto nella rogatoria sarebbe lacunoso e contradditto-
rio e violerebbe, pertanto, gli art. 14 CEAG e 28 AIMP.

  A sostegno di questa censura adducono che l'Autori-
tà rogante non avrebbe esposto gli indizi del prospettato
reato, per cui occorre far capo alla richiesta di rinvio a
giudizio e d'archiviazione che la stessa Procura di Perugia
ha rivolto al Giudice per le indagini preliminari presso il
Tribunale di Perugia (GIP) in data 12 febbraio 1999. Dall'
istanza risulterebbe che il notaio G.________ e l'avv.
C.________ sono accusati di avere effettuato un versamento
di 100 milioni di lire italiane ai periti giudiziali
A.________ e B.________ al fine di consentire la stesura di
una perizia contabile precedentemente concordata dallo
stesso C.________ con il Giudice istruttore H.________, pe-
rizia favorevole a G.________. Secondo le ricorrenti, nella
rogatoria sarebbe stata omessa, in piena contraddizione con
questa formulazione del capo d'accusa, la menzione dell'ac-
cordo con il citato Giudice: ora, questa omissione sarebbe
dettata dal fatto che la Procura ha chiesto l'archiviazione
degli atti nei confronti del Giudice H.________ "per infon-
datezza della notizia di reato". Le ricorrenti ne deducono
che, non sussistendo alcun indizio a carico di questo Giu-
dice riguardo all'accordo per la stesura di una perizia
contabile "addomesticata", nemmeno esisterebbero indizi nei
confronti dei due periti giudiziali inquisiti.

  Nel ricorso sostengono inoltre che l'Autorità ri-
chiedente avrebbe sottaciuto all'Autorità svizzera che
G.________ è stato condannato proprio nel procedimento in
cui A.________ e B.________ avevano prodotto il loro re-
ferto peritale e che riguardo al citato Giudice la stessa
Procura aveva chiesto l'archiviazione della vertenza, sic-
ché la rogatoria sarebbe abusiva. Un'ulteriore contraddi-
zione le ricorrenti la ravvisano nel fatto che nella roga-
toria, contrariamente al capo d'imputazione figurante nel-
l'istanza del 12 febbraio 1999, è stata omessa la menzione
"perizia contabile favorevole al G.________". Quest' ultima
censura è priva di fondamento poiché tale circostanza figu-
ra nella rogatoria con riferimento sia a B.________ che a
A.________.

  b)  I rilievi addotti dalle ricorrenti non rive-
stono un'importanza tale da far apparire l'esposto dei
fatti come lacunoso o contraddittorio: esso è quindi vinco-
lante per il Tribunale federale (DTF 118 Ib 111 consid. 5b
pag. 121 seg.). In effetti, decisivo è il fatto che anche
nell'istanza del 12 febbraio 1999 la Procura ha chiesto il
rinvio a giudizio di B.________ e A.________. Secondo le
Autorità italiane, questi ultimi, nella loro qualità di
periti giudiziali, avrebbero ottenuto un illecito compenso
compiendo una serie di atti contrari ai loro doveri d'uf-
ficio, allo scopo di consentire l'allestimento di una peri-
zia contabile favorevole a G.________, perizia precedente-
mente concordata dall'avv. C.________ con il Giudice
istruttore H.________ (questione I.________ - G.________).
Dalle perquisizioni eseguite è emerso che A.________ avreb-
be trasferito il provento del reato presso istituti di
credito svizzeri.

  La rogatoria deve contenere, secondo l'art. 14 n. 2
CEAG, solo un "riassunto dei fatti", per cui essa è neces-
sariamente meno esaustiva dell'invocata istanza. Per di più

le critiche addotte dalle ricorrenti concernono, in realtà,
l'asserita estraneità ai fatti di cui sono sospettati i pe-
riti inquisiti e la valutazione delle prove, quesiti che,
come si vedrà, sfuggono all'esame del Giudice svizzero
dell'assistenza. La richiesta estera adempie le esigenze
formali degli art. 14 CEAG e 28 AIMP, secondo cui cui essa
deve indicare il suo oggetto, il motivo e la qualificazione
giuridica dei reati, allegando un breve esposto dei fatti
essenziali. Queste esigenze vanno interpretate alla luce
dello scopo perseguito, che è di consentire allo Stato ri-
chiesto di determinarsi sui presupposti per la concessione
della postulata assistenza (DTF 118 Ib 111 consid. 5b pag.
121, 547 consid. 3a, 117 Ib 64 consid. 5c pag. 88). Entro
questi limiti, la loro portata va relativizzata per tener
conto della necessità primordiale di reprimere i reati e
del fatto che l'assistenza dev'essere concessa nella misura
più ampia possibile (art. 1 cpv. 1 CEAG).

  c)  Le ricorrenti chiedono d'invitare, conformemen-
te all'art. 80o AIMP, l'Autorità richiedente a fornire in-
formazioni complementari, segnatamente a precisare da quale
indizio o mezzo di prova risulta il versamento da parte di
G.________ di 100 milioni di lire a favore dei periti giu-
diziali inquisiti, a spiegare per quali ragioni la perizia
da loro allestita è da considerarsi falsa, a confermare se
G.________ è stato condannato, assieme a I.________, nel
procedimento penale in cui venne prodotta la perizia in di-
scussione, a confermare se G.________ ha ritrattato l'accu-
sa di aver fatto versare somme di denaro tramite il suo
difensore al citato Giudice e di far confermare, infine,
che B.________ non è mai stato interrogato nell'ambito del
procedimento penale posto a fondamento della rogatoria in
esame. Questa richiesta dev'essere respinta.

  L'Autorità richiedente non deve infatti provare la
commissione del reato né produrre i mezzi di prova sui qua-

li fonda la richiesta (v. art. 14 CEAG e 28 AIMP), essendo
sufficiente che ne renda verosimile, come in concreto, l'
esistenza (DTF 118 Ib 547 consid. 3a; Robert Zimmermann, La
coopération judiciaire internationale en matière pénale,
Berna 1999, n. 165 pag. 123 e n. 412 in fine; cfr. anche
DTF 118 Ib 111 consid. 5b pag. 122); né spetta al giudice
dell'assistenza pronunciarsi sulla contestata valutazione
delle prove posta a fondamento della richiesta (DTF 117 Ib
64 consid. 5c pag. 88, 112 Ib 347 consid. 4). Compete in-
fatti al giudice straniero del merito esaminare se l'accusa
potrà esibire o no le prove degli asseriti reati (DTF 122
II 367 consid. 2c), atteso che non emergono elementi atti a
far ritenere che la rogatoria sia addirittura abusiva (cfr.
DTF 122 II 134 consid. 7b).

  3.- a)  Le ricorrenti fondano il gravame essenzial-
mente sull'asserita assenza di indizi a carico dei periti
inquisiti, affermando che i documenti di cui è ordinata la
trasmissione sarebbero irrilevanti per il procedimento
estero. La censura è infondata.

  Con questa argomentazione le ricorrenti disconosco-
no che la concessione dell'assistenza non presuppone affat-
to che l'interessato, nei cui confronti la domanda è rivol-
ta, coincida con l'inquisito o l'accusato nella procedura
aperta nello Stato richiedente. In effetti, l'assistenza
dev'essere prestata anche per acclarare se il reato fonda-
tamente sospettato sia effettivamente stato commesso, e non
soltanto per scoprirne l'autore o raccogliere prove a suo
carico (DTF 118 Ib 547 consid. 3a pag. 552). L'eventuale
qualità di persona, fisica o giuridica, non implicata nell'
inchiesta all'estero non consente a priori di opporsi alle
misure di assistenza, a maggior ragione dopo l'abrogazione
dell'art. 10 cpv. 1 AIMP, poiché il conto bancario in di-
scussione potrebbe essere servito, anche all'insaputa delle

sue contitolari, per commettere il prospettato reato, se-
gnatamente a trasferirvi o a dissimularne il provento
(Zimmermann, op. cit., n. 227). Basta d'altra parte che
sussista una relazione diretta e oggettiva tra la persona o
la società e il reato per il quale si indaga, che potrebbe
aver ricevuto parte del prezzo della corruzione, e ciò sen-
za che siano necessarie un'implicazione nell'operazione
criminosa e ancor meno una colpevolezza soggettiva ai sensi
del diritto penale (DTF 120 Ib 251 consid. 5a e b, 118 Ib
547 consid. 3a in fine).

  b)  Le ricorrenti si limitano ad addurre l'inesi-
stenza di indizi a carico degli inquisiti e a far valere
che, non avendo l'Autorità rogante ritenuto indizi di reato
a carico del Giudice H.________ riguardo all'accordo per la
stesura di una perizia "addomesticata", non sussisterebbero
indizi neppure nei confronti dei periti. Sostengono inoltre
che l'unico elemento alla base dell'intero castello accusa-
torio sarebbero le dichiarazioni del notaio G.________: ma
da esse risulterebbe che la sua affermazione spontanea, di
aver corrotto, avrebbe un contenuto così aggressivo nei
confronti di numerose persone legate all'apparato giudizia-
rio, da apparire manifestamente ispirata da ragioni di ven-
detta e di rivendicazione a causa della condanna subita, e
non sarebbe pertanto credibile.

  Non incombe all'Autorità svizzera di fare o di far
eseguire indagini sulla credibilità di testimoni o sull'at-
tendibilità delle dichiarazioni di testi o di altri imputa-
ti, segnatamente di quelle - contestate dalle ricorrenti -
di G.________ (cfr. DTF 112 Ib 347 consid. 4 pag. 350).
Trattandosi di una questione relativa alla valutazione del-
le prove, spetterà alle Autorità italiane risolverla (DTF
121 II 241 consid. 2b pag. 244, 117 Ib 64 consid. 5c pag.
88). Inoltre, l'asserita estraneità al prospettato

reato non è comunque inconfutabile poiché si fonda in gran
misura su semplici dichiarazioni di parti interessate, in
particolare degli inquisiti (DTF 121 II 241 consid. 3b).
Anche la circostanza che il prof. B.________ risulterebbe
tuttora iscritto nel relativo albo come professionista e
che le organizzazioni disciplinanti le attività da lui
svolte non avrebbero ritenuto l'ipotesi accusatoria è inin-
fluente, visto che tale questione concerne il quesito della
colpevolezza. Ai fini dell'assistenza, determinanti sono
infatti gli atti perseguiti all'estero e non solo le impu-
tazioni rivolte alla persona nei cui confronti è diretta la
rogatoria.

  4.- a)  Limitandosi ad addurre la manifesta inuti-
lità della documentazione in esame per il procedimento
estero le ricorrenti misconoscono che la questione di sape-
re se tali informazioni siano necessarie o utili deve esse-
re lasciata, di massima, all'apprezzamento delle Autorità
richiedenti. Lo Stato richiesto non dispone infatti dei
mezzi per pronunciarsi sull'opportunità di assumere deter-
minate prove e non può sostituire il proprio potere di ap-
prezzamento a quello dell'Autorità estera che conduce le
indagini. La richiesta di assunzione di prove può essere
rifiutata solo se il principio della proporzionalità, nella
limitata misura in cui può esser applicato in procedure
rette dalla CEAG (DTF 113 Ib 157 consid. 5a pag. 165, 112
Ib 576 consid. 13d pag. 603), sia manifestamente disatteso
(DTF 120 Ib 251 consid. 5c) o se la domanda appaia abusiva,
le informazioni richieste essendo del tutto inidonee a far
progredire le indagini (DTF 122 II 134 consid. 7b, 121 II
241 consid. 3a). Ciò non si verifica in concreto.

  D'altra parte, l'esame dell'idoneità dei mezzi di
prova è circoscritto a un giudizio "prima facie" e d'appa-
renza: per il resto la valutazione definitiva del materiale

probatorio è riservata al Giudice estero del merito (DTF
118 Ib 547 consid. 3a in fine pag. 552, 117 Ib 64 consid.
5c pag. 88, 112 Ib 576 consid. 14a pag. 605). La trasmis-
sione dei documenti richiesti all'Autorità estera è giusti-
ficata: essa, contrariamente all'Autorità svizzera, dispone
di tutte le risultanze processuali e può pertanto valutare
compiutamente la posizione degli inquisiti, accertandone,
se del caso, l'estraneità ai fatti.

  b)  Inoltre, i documenti che l'Autorità svizzera
non deve trasmettere sono solo quelli che con sicurezza non
sono rilevanti per il procedimento penale estero e per la
fattispecie descritta nella rogatoria (art. 63 cpv. 1 AIMP;
DTF 122 II 367 consid. 2c e d).

  Al riguardo giova rilevare che spetta alle persone
o società interessate dimostrare, in modo chiaro e preciso,
perché i documenti e le informazioni da trasmettere non
presenterebbero alcun interesse per il procedimento estero:
esse sono quindi tenute, pena la decadenza del loro dirit-
to, di indicare all'Autorità di esecuzione quali documenti,
e per quali motivi, non dovrebbero, secondo loro, essere
trasmessi. Dal profilo della buona fede non sarebbe infatti
ammissibile che il detentore di documenti sequestrati lasci
che l'Autorità di esecuzione proceda da sola alla cernita
degli atti, senza parteciparvi, per rimproverarle in segui-
to, nell'ambito di un ricorso, d'aver violato il principio
della proporzionalità (DTF 126 II 258 consid. 9b e c). La
questione di sapere se le ricorrenti, che nel loro memoria-
le di opposizione si sono limitate ad addurre la mancanza
di prove a carico degli inquisiti e l'inutilizzabilità dei
documenti bancari secondo gli art. 407, 416 e 417 Codice di
procedura penale (CPP) italiano, hanno trascurato il loro
dovere di cooperazione con l'Autorità di esecuzione può
rimanere aperta, visto che la censura è comunque infondata.

  Le ricorrenti si limitano infatti ad asserire che
tutti i documenti sarebbero inutili poiché privi di qual-
siasi riferimento con i sospettati versamenti illeciti: es-
se non indicano tuttavia quali singoli atti sarebbero sicu-
ramente irrilevanti per il procedimento penale estero, e
nemmeno spiegano, sempre per ogni singolo documento, perché
esso non dovrebbe venire trasmesso; tale compito non spetta
al Tribunale federale (DTF 126 II 258 consid. 9c in fine,
122 II 367 consid. 2d pag. 371 seg.). Non è manifestamente
sufficiente addurre che il MPC non ha proceduto ad analiz-
zare le operazioni effettuate sul conto in discussione,
dalle quali risulterebbe che le operazioni sarebbero di na-
tura tale da escludere qualsiasi relazione con il prospet-
tato reato: tale compito spetta alle ricorrenti. Non v'è
quindi alcun motivo per ritornare l'incarto al MPC affinché
motivi la decisione impugnata, che adempie i criteri ri-
chiesti dall'art. 80d AIMP (DTF 124 II 184 consid. 3 inedi-
to, apparso in Rep 1998, pag. 152 segg.). Del resto, un'
eventuale violazione del diritto di essere sentito, deri-
vante da un difetto di motivazione, sarebbe stata sanata
nell'ambito della presente procedura di ricorso (DTF 124 II
132 consid. 2d, 117 Ib 64 consid. 4 pag. 87; Zimmermann,
op. cit., n. 273).

  c)  Neppure l'asserita inidoneità dei documenti
bancari a causa dell'irrilevanza cronologica dei fatti di
cui sono sospettati i periti inquisiti, avvenuti a Roma dal
1986 in poi, può condurre al rifiuto dell'assistenza. La
circostanza che la perizia litigiosa sarebbe stata deposi-
tata prima dell'agosto 1988 e che il conto in discussione è
stato aperto solo in data 10 ottobre 1991 non dimostra
ancora che tale documentazione sarebbe inidonea a far pro-
gredire le indagini estere. Le Autorità italiane intendono
proprio individuare a quali persone è pervenuto, dopo la

commissione del prospettato reato, l'eventuale provento
(DTF 124 II 180 consid. 3 inedito, 121 II 241 consid. 3c;
cfr. Zimmermann, op. cit., n. 478).

  Anche la censura secondo cui il fatto che i versa-
menti illeciti sarebbero avvenuti, in contanti, sul terri-
torio italiano escluderebbe, vista l'irrilevanza territo-
riale, la trasmissione di documenti bancari svizzeri è pri-
va di qualsiasi fondamento. In effetti, dalle perquisizioni
esperite dagli inquirenti italiani è emerso che A.________
avrebbe trasferito il provento del reato presso istituti di
credito svizzeri, segnatamente sul conto Q.________ presso
la Banca del Gottardo di Lugano (causa 1A.356/1999, nota al
patrocinatore delle ricorrenti). Non si è pertanto neppure
in presenza di un'inammissibile istanza volta alla ricerca
indiscriminata di prove (DTF 125 II 65 consid. 6b/aa pag.
73 e rinvii, 121 II 241 consid. 3a pag. 243, 118 Ib 547
consid. 3a).

  5.-  Le ricorrenti fanno valere poi che la rogato-
ria è stata presentata dopo l'inoltro dell'istanza di rin-
vio a giudizio del 12 febbraio 1999, per cui i documenti
bancari richiesti non potrebbero più essere utilizzati nel
procedimento penale, conformemente a quanto stabilito dagli
art. 416 comma 2 e 417 comma 1 CPP italiano. Inoltre, poi-
ché B.________ non sarebbe mai stato interrogato nell'ambi-
to del procedimento penale oggetto della rogatoria, esso
presenterebbe gravi deficienze secondo l'art. 2 lett. d
AIMP e violerebbe altresì gli art. 2 lett. a AIMP e 2 lett.
b CEAG.

  a)  Secondo l'art. 2 lett. a AIMP, la domanda este-
ra è irricevibile se vi è motivo di credere che il procedi-
mento estero non corrisponda ai principi procedurali della
CEDU o del Patto internazionale del 16 dicembre 1966 sui
diritti civili e politici (DTF 125 II 356 consid. 8a pag.

364, 123 II 161 consid. 6a, 153 consid. 5c). La censura d'
inosservanza di questa norma a causa dell'asserita omissio-
ne dell'interrogatorio di B.________ in Italia è inammissi-
bile, poiché l'art. 2 lett. d AIMP è una norma istituita a
tutela dell'accusato nel procedimento penale estero e le
contitolari del conto non sono toccate dall'asserita viola-
zione dei diritti di difesa di un terzo (DTF 115 Ib 68 con-
sid. 6 pag. 87, 125 II 356 consid. 3b/bb): né esse fanno
valere che sussisterebbe un pericolo concreto che, qualora
siano accusate nel procedimento estero, verrebbero lesi i
loro diritti di difesa (sentenza inedita del 19 giugno 2000
nella causa K., consid. 4a/bb).

  Riguardo alle altre censure si può comunque rileva-
re che il Tribunale federale, pronunciandosi in applicazio-
ne dell'art. 2 lett. b CEAG, concernente il rifiuto dell'
assistenza per motivi d'ordine pubblico, ha stabilito che
secondo questa disposizione l'assistenza può essere rifiu-
tata a causa di una violazione del diritto di procedura pe-
nale straniero solo quando, mediante siffatta violazione,
sarebbe leso nel contempo una garanzia minima della CEDU.
Ha poi precisato che, secondo l'art. 430 comma 1 CPP ita-
liano, relativo all'attività integrativa di indagine del
Pubblico Ministero successivamente all'emissione del decre-
to che dispone il giudizio, indagini nel quadro dell'assi-
stenza giudiziaria sono ammissibili anche dopo l'emissione
del decreto stesso (DTF 123 II 153 consid. 5). Le ricorren-
ti non adducono alcun motivo che imporrebbe di scostarsi da
questa prassi. Del resto il Tribunale federale ha già avuto
occasione di stabilire che gli art. 416 e 417 CPP italiano,
relativi alla richiesta di rinvio a giudizio, riguardano
essenzialmente - segnatamente per quanto attiene alla que-
stione di sapere se le prove raccolte in violazione dell'
art. 416 CPP possano o meno essere utilizzate nel quadro

dell'udienza - prescrizioni di forma, la cui errata inter-
pretazione o applicazione non comporta lesioni così gravi
della CEDU da implicare il rifiuto dell'assistenza (sen-
tenza inedita del 6 novembre 1996 in re P., consid. 3).

  b)  Certo, le ricorrenti accennano al fatto che il
6 dicembre 1998 sarebbe decorso il termine di due anni per
la durata massima delle indagini preliminari, per cui, se-
condo l'art. 407 comma 3 CPP italiano, la criticata tra-
smissione sarebbe inidonea a far progredire il procedimento
penale estero. Al riguardo occorre osservare che tale norma
non permette, di massima, di rifiutare l'assistenza (DTF
123 II 153 consid. 5e) e ch'essa si riferisce all'inutiliz-
zabilità degli "atti d'indagine" e non a quella delle prove
illegittimamente acquisite secondo l'art. 191 CPP italiano:
l'inutilizzabilità delle stesse non è inoltre rilevabile d'
ufficio ma su eccezione di parte (cfr. Giovanni Conso/Vit-
torio Grevi, Commentario breve al nuovo codice di procedura
penale, 3a ed., Padova 1997, n. VI ad art. 407).

  Del resto la questione di sapere se le prove rac-
colte possono essere utilizzate nel procedimento aperto in
Italia dovrà essere decisa dal Giudice estero del merito
(sentenza inedita dell'8 novembre 1995 nella causa C., con-
sid. 3). Non spetta inoltre alla Parte richiesta di rifiu-
tare l'assistenza statuendo su una questione di competenza
procedurale dell'Autorità che ha chiesto il perseguimento
penale (DTF 114 Ib 254 consid. 5, 112 Ib 576 consid. 9 ine-
dito), visto che tale competenza non fa manifestamente di-
fetto (DTF 126 II 212 consid. 6c/bb, 116 Ib 89 consid. 2c).

  c)  Inoltre, una procedura d'assistenza aperta in
Svizzera diventa priva di oggetto, trattandosi di materiale
probatorio, solo quando lo Stato richiedente la ritiri
espressamente, ciò che non si verifica in concreto. Per di
più, trattandosi di materiale probatorio, la giurisprudenza

considera che la domanda estera diventa senza oggetto solo
se il processo all'estero si è nel frattempo concluso con
un giudizio definitivo (DTF 113 Ib 157 consid. 5a pag. 166;
Zimmermann, op. cit., n. 168).

  Certo, nella domanda del 14 gennaio 2000 di resti-
tuzione in intero del termine le ricorrenti fanno valere
che il GIP, con giudizio del 20 dicembre 1999, redatto a
mano e non facilmente decifrabile, ha deciso di non dover
procedere nei confronti di B.________ "in ordine al reato
di cui al capo 'M' poiché estinto per intervenuta prescri-
zione". Secondo le ricorrenti, questo capo d'imputazione
concernerebbe proprio il procedimento "I.________ -
G.________", per cui il procedimento penale sarebbe defini-
tivamente concluso e la rogatoria sarebbe divenuta priva di
oggetto.

  Ora, le ricorrenti non fanno valere d'aver tentato
di ottenere, intervenendo presso l'Autorità estera prima
del termine della procedura di assistenza, il ritiro della
richiesta: non v'è inoltre motivo di ritenere che lo Stato
estero mantenga la domanda qualora la stessa sia priva d'
interesse. Al contrario, con scritto del 21 gennaio 2000
l'Autorità richiedente ha precisato, come è desumibile
dalla decisione invocata dalle ricorrenti, che il GIP, nei
confronti di B.________, ha pronunciato una sentenza di non
luogo a procedere e un decreto di rinvio a giudizio riguar-
do ai fatti indicati alla lettera c) della rogatoria. Essa
ha espressamente ribadito la necessità di avere accesso
alle informazioni richieste; ha sottolineato poi che, con-
formemente all'art. 434 CPP italiano, se dopo la pronuncia
di un non luogo a procedere sopravvengono o si scoprono
nuovi fonti di prova che, da sole o unitamente a quelle già
acquisite, possono determinare il rinvio a giudizio, il
GIP, su richiesta del Pubblico Ministero, dispone la revoca
della sentenza.

  Con istanza di restituzione in intero del termine
dell'8 febbraio 2000 le ricorrenti chiedono di acquisire
agli atti quest'ultimo scritto. Esse adducono che nello
stesso l'Autorità italiana conclude che il conto è stato
acceso il 1° marzo 1994, circostanza confermata da una let-
tera 2 febbraio 2000 della Gesfid SA, da esse prodotta e
che chiedono venga acquisita agli atti, conferendo loro la
possibilità di esprimersi al riguardo. Ora, come rilevato
dalle ricorrenti, l'accenno si riferisce alla relazione
bancaria Q.________, di cui è titolare l'inquisito
A.________: un ricorso inoltrato in tale ambito da quest'
ultimo contro un ordine di trasmissione è stato dichiarato
inammissibile dal Tribunale federale con decisione del 18
gennaio 2000, per mancato versamento dell'anticipo (causa
1A.356/1999, nota al patrocinatore delle ricorrenti). Non
occorre pertanto offrire alle ricorrenti la possibilità di
esprimersi su conti intestati a terzi. Lo stesso vale per
la postulata acquisizione agli atti della documentazione
relativa al conto W.________, di cui B.________ è contito-
lare con la moglie, cui si accenna nello scritto del 21
gennaio 2000, visto che tale questione sarà esaminata nel
quadro di un altro ricorso (causa 1A.70/2000).

  6.-  Ne segue che il ricorso, in quanto ammissibi-
le, dev'essere respinto. Le spese seguono la soccombenza
(art. 156 cpv. 1 OG).

                    Per questi motivi,

         i l   T r i b u n a l e   f e d e r a l e

                    p r o n u n c i a :

        1.  Nella misura in cui è ammissibile, il ricorso è
respinto.

        2.  La tassa di giustizia di fr. 5000.-- è posta a
carico delle ricorrenti.

  3.  Comunicazione al patrocinatore delle ricorren-
ti, al Ministero pubblico della Confederazione e all'Uffi-
cio federale di giustizia.

Losanna, 11 settembre 2000
MDE

         In nome della I Corte di diritto pubblico
             del TRIBUNALE FEDERALE SVIZZERO:
                      Il Presidente,

                      Il Cancelliere,