Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

BGE 98 IB 282



98 Ib 282

41. Estratto della sentenza 13 ottobre 1972 nella causa Amministrazione
federale delle contribuzioni contro X. Regeste

    Art. 5 und 45 Abs. 2 VwG; Art. 97 Abs. 1 und 105 Abs. 2 OG.

    Zwischenverfügungen; nicht wieder gutzumachender Nachteil;
Überprüfungsbefugnis des Bundesgerichts.

    1.  Zwischenverfügungen im Sinne des Art. 45 Abs. 2 VwG sind nur
dann selbständig durch Beschwerde anfechtbar, wenn sie einen nicht wieder
gutzumachenden Nachteil für den Beschwerdeführer bewirken können (Erw. 3).

    2.  Eine Zwischenverfügung, welche angebotene Beweise nicht zulässt,
ist nur dann selbständig anfechtbar, wenn die Beweise gefährdet sind und
erhebliche, noch nicht abgeklärte Umstände betreffen (Erw. 4).

    3.  Bei der materiellen Beurteilung einer gegen eine solche Verfügung
gerichteten Verwaltungsgerichtsbeschwerde hat das Bundesgericht, wenn es
durch Art. 105 Abs. 2 OG gebunden ist, nur zu prüfen, ob die abgelehnten
Beweise geeignet seien, einen offensichtlichen Irrtum zu vermeiden oder
eine augenscheinliche Lücke zu schliessen, oder ob eine wesentliche
Verfahrensbestimmung verletzt worden sei (Erw. 5).

Sachverhalt

                     Riassunto dei fatti:

    In una causa fiscale tra X e l'Amministrazione federale delle
contribuzioni è litigioso se l'indennità corrisposta dalle FFS ad X in
seguito all'espropriazione di terreni già di sua proprietà a Chiasso debba
essere computata nel suo reddito imponibile. Dopo una prima decisione
in senso affermativo, il Tribunale federale, in sede di revisione,
disponeva che la Camera di diritto tributario delTribunale d'Appello
del cantone Ticino procedesse ad un supplemento d'istruzione destinato
a chiarire determinate circostanze emerse successivamente. Nel corso di
tale procedura, l'Amministrazione federale delle contribuzioni chiedeva
l'audizione di quattro testi, in grado, a suo avviso, di fornire le
delucidazioni richieste. La Corte cantonale, con decisione del 21 giugno
1972, ammetteva l'audizione solamente di due di essi, osservando di non
essere vincolata dalle domande delle parti per quanto concerneva le misure
d'istruzione che le incombevano.

    L'Amministrazione federale delle contribuzioni ha proposto contro tale
decisione ricorso di diritto amministrativo avanti il Tribunale federale,
insistendo perchè i due testi non ancora uditi siano intesi. X e la
Corte cantonale postulano che il ricorso sia dichiarato inammissibile o,
in subordine, respinto.

Auszug aus den Erwägungen:

                   Considerando in diritto:

    1./2. - ...

Erwägung 3

    3.- Lungi dal mettere termine alla controversia pendente, la decisione
del 21 giugno 1972 concerne unicamente i mezzi di prova relativi ai fatti
determinanti per statuire sul merito. Le parti la considerano quindi
correttamente come una decisione incidentale.

    Rimane da esaminare se, per poter essere impugnata con ricorso di
diritto amministrativo, tale decisione debba comportare un pregiudizio
irreparabile; l'intimato e la Corte cantonale sostengono, contrariamente
all'avviso della ricorrente, che tale presupposto è indispensabile.

    In virtù dell'art. 101 lett. a OG, il ricorso di diritto amministrativo
contro una decisione incidentale è ammissibile soltanto ove tale ricorso
sia ammissibile contro la decisione finale. La giurisprudenza federale
ha peraltro richiesto la presenza d'un secondo presupposto: perchè una
decisione incidentale sia impugnabile con ricorso di diritto amministrativo
essa deve implicare un pregiudizio irreparabile (RU 97 I 478 s.). Tale
esigenza si fonda sulle considerazioni seguenti: in virtù dell'art. 97
cpv. 1 OG, possono essere impugnate dinnanzi al Tribunale federale
con ricorso di diritto amministrativo solamente le decisioni definite
dall'art. 5 PAF; nel riferirsi all'art. 45, l'art. 5 cpv. 2 PAF include
nella nozione di decisione le decisioni incidentali; infine, l'art. 45
cpv. 1 PAF stabilisce che le decisioni incidentali sono impugnabili
solamente se possono cagionare un pregiudizio irreparabile. Oltre a tali
argomenti tratti dalle disposizioni di legge può rilevarsi che il diritto
di ricorrere al Tribunale federale non deve essere più esteso di quello
di aggravarsi avanti un'autorità amministrativa di ricorso.

    Mentre l'art. 45 cpv. 1 PAF riguarda esplicitamente le decisioni
incidentali che possono comportare un pregiudizio irreparabile, il
capoverso 2 dello stesso articolo enumera determinate categorie di
decisioni incidentali impugnabili a titolo indipendente, senza collegarle
espressamente al presupposto del pregiudizio irreparabile. Si tratta delle
decisioni concernenti: la competenza (lett. a), la ricusazione (lett. b),
la sospensione del procedimento (lett. c), l'obbligo d'informazione, di
testimonianza o d'edizione o l'esclusione di una parte dall'audizione
dei testimoni (lett. d), il diniego d'esame degli atti (lett. e), il
rifiuto di assumere prove (lett. f), i provvedimenti d'urgenza (lett. g),
il rifiuto del patrocinio gratuito (lett. h). Sorge quindi la domanda,
se il presupposto del pregiudizio irreparabile si riferisce a tutte le
decisioni incidentali, comprese quelle enumerate nell'art. 45 cpv. 2 PAF,
dopo l'espressione "in particolare". La genesi delle disposizioni che
entrano in considerazione, la loro interpretazione sistematica ed il loro
fine conducono ad una risposta affermativa.

    Nel disegno di legge che il Consiglio federale aveva sottoposto
al Parlamento, la disposizione che corrispondeva all'attuale art. 45
PAF comprendeva un solo capoverso, costituito di una sola frase. Esso
dichiarava ammissibile il ricorso contro "decisioni pregiudiziali e altre
decisioni incidentali in una procedura pendente, che possono cagionare un
pregiudizio irreparabile, in particolare contro le decisioni circa: a. la
competenza...". Risulta da tale testo che l'esigenza del danno irreparabile
si riferiva a tutte le decisioni incidentali, comprese quelle enumerate
dopo l'espressione "in particolare" e che figurano nel vigente art. 45
cpv. 2 PAF. Benché il testo proposto dal Consiglio federale fosse poi in
parte modificato, non si rinunciò all'idea di subordinare l'impugnativa
alla possibilità d'un pregiudizio irreparabile. Il successivo smembramento
in due capoversi della disposizione corrispondente all'attuale art. 45
PAF cpv. 1 e 2 dipese da ragioni puramente formali; tale conclusione
è confortata dal fatto che, durante le deliberazioni parlamentari,
i relatori non segnalarono l'innovazione summenzionata tra quelle che
avevano una rilevanza materiale (Boll. uff.: CN 1968, p. 319 s.; CS 1968,
p. 199). Un membro della commissione del Consiglio Nazionale che aveva
chiesto che nell'enumerazione fossero comprese le decisioni concernenti
il rifiuto di assumere prove (non contemplate nel disegno governativo)
e che si prescindesse, in modo generale, dal presupposto del pregiudizio
irreparabile, ottenne soddisfazione per quanto concerne il primo punto, ma
rimase isolato sul secondo; gli fu addirittura opposto che, specialmente
in materia di assunzione di prove, tale limitazione era indispensabile
(3a sessione, p. 37 s.). Per ragioni di completezza è da precisare che
l'aggiunta d'un terzo capoverso fu dovuta a motivi del tutto estranei
alla questione che qui interessa.

    Il proposito di esigere il presupposto del pregiudizio irreparabile
per tutte le decisioni incidentali, anche per quelle enumerate nel cpv. 2
dell'art. 45 PAF, si evince quindi chiaramente già dai lavori preparatori.

    Tale interpretazione è sostenuta anche da un argomento d'ordine
sistematico. Pur non essendo tassativa (FF 1965 II 924), l'enumerazione
contenuta nell'art. 45 cpv. 2 PAF include certamente le decisioni
incidentali più frequenti ed importanti. Nel limitare il presupposto
del pregiudizio irreparabile alle sole decisioni che non figurino in
tale capoverso, si spoglierebbe l'art. 45 cpv. 1 PAF del suo carattere
generale quale risulta dallo stesso suo testo. Ossia, l'eccezione sarebbe
più estesa della regola.

    È d'altronde conforme al fine perseguito dall'art. 45 cpv. 1 PAF
esigere che il presupposto richiesto nel primo capoverso valga anche per
le decisioni menzionate nel secondo. Nell'ammettere il ricorso contro
le decisioni incidentali, il legislatore si è ispirato al principio
dell'economia processuale. Infatti, se i vizi inerenti in una decisione
incidentale non potessero essere corretti prima della decisione finale,
la procedura di prima istanza dovrebbe spesso, pur essendo già stata
condotta a termine, essere completamente rinnovata. Dichiarando impugnabili
senza restrizioni le decisioni incidentali si otterrebbe tuttavia un
risultato opposto all'economia processuale, dato che le parti potrebbero
presentare sempre nuovi ricorsi, molti dei quali esigerebbero certamente
un esame prolungato; specialmente in materia di assunzione di prove,
l'autorità di ricorso potrebbe decidere sul rifiuto dei mezzi proposti
dalle parti solamente dopo aver esaminato, almeno superficialmente, le
questioni di merito. Invece di divenire più speditivo, il ritmo della
procedura rischierebbe un inutile rallentamento. Per tener conto in modo
efficace del principio dell'economia processuale era quindi necessario
non soltanto prevedere l'impugnabilità delle decisioni incidentali,
ma anche provvederla d'una restrizione, quale appunto il presupposto del
pregiudizio irreparabile. Tali considerazioni valgono ovviamente per tutte
le decisioni incidentali, tanto per quelle enumerate nell'art. 45 cpv. 2
PAF che per le altre.

    Risulta quindi, indipendentemente dal metodo interpretativo seguito,
che il presupposto del pregiudizio irreparabile deve essere richiesto
per tutte le decisioni incidentali. Questo principio è d'altronde già
seguito dal Tribunale federale delle assicurazioni (RU 97 V 249).

Erwägung 4

    4.- Resta da definire il concetto di pregiudizio irreparabile ai sensi
dell'art. 45 PAF. A prima vista si potrebbe essere indotti ad interpretarlo
nella stessa guisa del "danno irreparabile" richiesto dall'art. 87 OG,
ossia ad ammetterne l'esistenza ove una decisione finale favorevole al
ricorrente non valesse ad eliminarlo completamente, senza tuttavia tener
conto a tal fine d'una semplice protrazione nel tempo del procedimento
(RU 71 I 386; 77 I 226; 79 I 46, 154; 85 I 199; 87 I 370, 372, 374; 89
I 362; 93 I 64, 403; 94 I 209). Un tale criterio non sarebbe peraltro
compatibile con il principio che regge l'art. 45 PAF. Infatti, tranne i
provvedimenti urgenti, nessuna delle categorie di decisioni incidentali
enumerate nell'art. 45 cpv. 2 PAF potrebbe essere a questa stregua
impugnata a titolo indipendente, dato che il danno risultante da dette
decisioni sarebbe pur sempre eliminato completamente in caso di decisione
finale favorevole al ricorrente. Solleva seri dubbi sull'opportunità di
ricorrere al menzionato criterio anche la circostanza che la giurisprudenza
propende in determinate fattispecie a prescindere da un'interpretazione
rigorosa dell'art. 87 OG, per esempio considerando ammissibili, malgrado
l'effetto riparatore della decisione finale, ricorsi presentati contro
decisioni concernenti la composizione del tribunale (RU 69 I 16 s.;
87 I 177), la consultazione degli atti, e l'assistenza giudiziaria.

    In assenza di un criterio che sia oggi in grado d'essere applicato
in modo uniforme alle distinte categorie di decisioni a cui si riferisce
l'art. 45 cpv. 2 PAF, s'impone di considerare gli aspetti specifici
d'ognuna di tali categorie. Ne discende che per le decisioni concernenti
il rifiuto di assumere prove, deve esigersi, da un lato, che le prove
rifiutate siano suscettibili di accertare circostanze determinanti non
ancora chiarite, e, dall'altro, che dette prove corrano pericolo di venir
meno prima della conclusione del procedimento. Questa seconda ipotesi è
data, in particolare, quando un teste rischi di non essere più disponibile
o una situazione d'essere alterata.

Erwägung 5

    5.- Perché un rifiuto di assunzione di prove costituisca una decisione
incidentale comportante un pregiudizio irreparabile, non basta, come
si potrebbe arguire a prima vista, che esso sia stato pronunciato da
un tribunale cantonale o da una commissione di ricorso, ossia da una
autorità i cui accertamenti, ai sensi dell'art. 105 cpv. 2 OG, vincolano
il Tribunale federale, a meno che essi siano manifestamente inesatti o
incompleti o siano stati compiuti violando norme procedurali essenziali.

    Infatti, l'art. 45 cpv. 2 PAF va applicato tenendo presente l'art. 105
cpv. 2 OG testè richiamato. Ciò significa che, anche statuendo su di
una decisione incidentale, il Tribunale federale ha un potere d'esame
limitato. Nel caso di una decisione incidentale con cui è negata
l'assunzione di prove, esso potrà censurarla solamente se sono state
rifiutate prove idonee ad evitare un errore manifesto o a colmare una
lacuna evidente o se sia stata violata una norma essenziale di procedura.

    Ne discende che, fatta salva l'ipotesi in cui i mezzi per provare
circostanze determinanti e non ancora chiarite corrono pericolo di venir
meno, una tale decisione incidentale non può cagionare un pregiudizio
irreparabile al ricorrente, il quale conserva, con le stesse probabilità
di successo, il diritto d'impugnare l'assunzione delle prove una volta
intervenuta la decisione finale.

Erwägung 6

    6.- Dalle considerazioni precedenti si evince che il presente ricorso
è ammissibile solamente se ha per oggetto una decisione suscettibile di
causare un pregiudizio irreparabile per la ricorrente, privandola della
possibilità di fornire prove che corrano pericolo di venir meno. Tale
presupposto non è dato nella fattispecie, poiché nulla lascia supporre
che S. P. e R. F. rischino di decedere prematuramente o di rendersi
irreperibili. Non v'é quindi ragione d'entrare nel merito del ricorso.