Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

BGE 132 III 277



Urteilskopf

132 III 277

  33. Estratto della sentenza della II Corte civile nella causa A. contro
banca B. (ricorso per riforma)
  5C.264/2004 del 15 dicembre 2005

Regeste

  Negative Feststellungsklage, die mit Begehren vollstreckungsrechtlicher
Natur verbunden ist; internationales Verhältnis.

  Untrennbarkeit der Klage, mit welcher der in der Schweiz betriebene Kläger
nicht nur die Feststellung des Nichtbestehens der Schuld, sondern auch die
Aufhebung - und die entsprechende Löschung aus dem Register - der Betreibung
verlangt, die von einem im Ausland wohnenden Beklagten gegen ihn erhoben
worden ist (E. 4).

Sachverhalt ab Seite 277

  Nell'agosto 2002, A., cittadino statunitense residente in California, ha
escusso la banca B. alla sua sede di Lugano per l'importo di fr. 10 milioni,
indicando quale titolo di credito delle pretese connesse con due relazioni
bancarie presso la succursale di Zurigo. Dopo aver interposto opposizione al
precetto esecutivo, la banca B. ha altresì inoltrato avanti al Pretore del
distretto di Lugano una petizione con cui ha chiesto che venga accertato sia
che essa non è debitrice dell'importo

posto in esecuzione, sia che la procedura esecutiva è stata indebitamente
proposta, motivo per cui va constatata la sua nullità rispettivamente
stabilito il suo annullamento. L'attrice ha altresì domandato che venga
ordinato all'Ufficio di esecuzione di cancellare, rispettivamente di non
comunicare l'esecuzione a terzi. A. ha subito eccepito l'incompetenza
territoriale del giudice adito; il Pretore ha allora limitato l'udienza
preliminare all'esame dell'eccezione, rigettando quest'ultima con decreto 31
dicembre 2003. Adita da A. con atto d'appello 26 gennaio 2004, la Corte
suprema del Cantone Ticino ha respinto il gravame con sentenza 12 novembre
2004.

  Con ricorso per riforma 14 dicembre 2004, A. ha chiesto l'accoglimento
della sua eccezione di carenza di competenza territoriale e la reiezione
della petizione. La banca B. ha proposto con la propria risposta il rigetto
del gravame. Il Tribunale federale ha respinto il ricorso.

Auszug aus den Erwägungen:

                            Dai considerandi:

Erwägung 4

  4.

  4.1  Tanto il Pretore quanto il Tribunale d'appello hanno a ragione
attirato l'attenzione sulla natura particolare dell'azione promossa nei
confronti del convenuto qui ricorrente. Si tratta di un'azione di
accertamento negativo in procedura ordinaria, che trae tuttavia origine da
un precetto esecutivo e che è assortita di due domande di causa di natura
esecutiva: la prima, volta ad accertare la nullità, rispettivamente
stabilire l'annullabilità, della procedura esecutiva stessa, e la seconda,
intesa ad ottenere l'esecuzione - scaturente dall'accoglimento della prima
domanda - della cancellazione del presunto debitore dal relativo registro,
giusta l'art. 8a cpv. 3 lit. a LEF.

  4.2  L'ammissibilità di una tale azione è stata sancita dal Tribunale
federale sulla base del seguente ragionamento: esso ha ricordato, a guisa di
premessa, che l'azione di accertamento esige, per essere ammessa, un
interesse di rilievo, e che in particolare per un'azione di accertamento
negativo va tenuto pure conto dell'interesse del creditore convenuto a poter
scegliere liberamente il momento in cui far valere la propria pretesa (DTF
120 II 20 consid. 3a pag. 22 seg.). Ha indi rilevato che in ambito
esecutivo, per giudicare dell'ammissibilità di una tale azione, si deve
inoltre considerare che il presunto debitore può costringere il presunto
creditore ad adire le vie giudiziarie semplicemente formulando opposizione
al precetto esecutivo (v. anche DTF 128 III 334, pag. 336 in fine), sicché
dalla mera intimazione

di un precetto non sembra potersi dedurre un sufficiente interesse del
presunto debitore all'accertamento giudiziario dell'inesistenza del debito
(DTF 120 II 20 consid. 3b pag. 23, con rinvio a DTF 110 II 352 consid. 2a
pag. 358). Il Tribunale federale ha tuttavia evidenziato che l'avvio di una
procedura esecutiva nei confronti di una persona non è, nei confronti di
questa, importante soltanto in quanto passo di esecuzione forzata; la
possibilità di bloccare, almeno temporaneamente, l'esecuzione con l'inoltro
di un'opposizione non è, a sé stante, decisiva. In particolare,
l'opposizione non permette di eliminare gli inconvenienti in cui incorre il
debitore per il fatto di essere iscritto nel registro delle esecuzioni,
accessibile a tutti coloro che - rendendo verosimile un interesse - chiedono
informazioni sulla solvibilità di una persona. E per quanto tale registro si
limiti a riportare i passi formali, senza esprimersi in alcun modo sulla
fondatezza della pretesa dedotta in esecuzione, appare chiaro che all'atto
pratico tale iscrizione può risultare, in particolare qualora trattasi di
importi elevati, rilevante per il presunto debitore con riferimento alla sua
immagine in materia di solvenza e moralità (DTF 120 II 20 consid. 3b pag. 23
seg.). A questo stadio, il presunto debitore non ha a disposizione alcun
altro rimedio: non quello di sollecitare l'ufficio di esecuzione di
impartire al creditore un termine di perenzione per agire (DTF 128 III 334,
pag. 335 seg.), non l'azione ex art. 85a LEF (ibid., con rinvio a DTF 125
III 149), e neppure la possibilità di chiedere un annullamento del
procedimento esecutivo in applicazione dell'art. 83 cpv. 2 LEF, non essendo
ancora stato pronunciato il rigetto dell'opposizione; il Tribunale federale
ha pertanto ammesso la possibilità di un'azione di accertamento negativo in
tali circostanze, a meno che il creditore non renda plausibile che non gli è
(ancora) possibile provare l'esistenza del proprio credito già nel
procedimento posto in atto dal debitore (DTF 131 III 319 consid. 3.5 pag.
325; 120 II 20 consid. 3b pag. 24 seg.).

  4.3  In concreto sussistono importanti similitudini con l'azione in
annullamento (o sospensione) dell'esecuzione in procedura sommaria (art. 85
LEF) rispettivamente accelerata (art. 85a LEF). L'attrice ha infatti
introdotto la sua azione di accertamento negativo a causa dell'esecuzione
contro di lei promossa dal convenuto e non si è limitata a chiedere che
venga accertato che essa non è debitrice dell'importo posto in esecuzione
(richiesta n. 1), ma ha pure postulato la constatazione giudiziale che
l'esecuzione è stata indebitamente proposta, per cui va accertata la sua
nullità rispettivamente stabilito il suo annullamento

(richiesta n. 2), e ha infine domandato al giudice di ordinare all'Ufficiale
di cancellare l'esecuzione, rispettivamente di non comunicarla a terzi
(richiesta n. 3). A giusta ragione nella fattispecie, visto il principio
della territorialità che vige in materia di esecuzione forzata (cfr.
FRITZSCHE/WALDER, Schuldbetreibung und Konkurs nach schweizerischem Recht,
vol. I, Zurigo 1984, § 1 margin. 16 seg.), è pacifico che l'attrice non può
far giudicare da un tribunale straniero i petita n. 2 e n. 3: il convenuto
sostiene però che nulla dimostrerebbe l'impossibilità di proporre la domanda
di accertamento dell'inesistenza del credito in California e sulla base di
tale sentenza chiedere al giudice (svizzero) dell'esecuzione l'annullamento
della procedura esecutiva promossa in Svizzera.

  4.3.1  La tesi proposta dal convenuto di scindere la prima domanda di
petizione, attinente all'accertamento dell'inesistenza del credito, dalle
rimanenti richieste concernenti unicamente il procedimento esecutivo è
condivisa, con riferimento all'azione di cui all'art. 85a LEF, da alcuni
autori, i quali non nascondono però perplessità sull'effettiva possibilità
di far statuire un giudice estero su tale domanda (HANS SCHMID, Negative
Feststellungsklage, AJP 2002 pag. 779; BERNHARD BODMER, Commento basilese,
n. 25 ad art. 85a LEF). Tale argomentazione pare tuttavia misconoscere sia
che l'annullamento rispettivamente la sospensione dell'esecuzione
costituiscono il fine principale dell'azione di cui all'art. 85a LEF, sia la
duplice natura di una siffatta azione, la quale, sebbene si fondi sul
diritto materiale, serve a fini meramente procedurali che nel contempo
definiscono l'interesse dell'attore all'accertamento (DTF 127 III 41 consid.
4a, b e c con rinvii). Queste circostanze escludono segnatamente la
continuazione del processo fondato su una tale azione dopo che il creditore
ha ritirato l'esecuzione (DTF 127 III 41).

  4.3.2  Nella fattispecie l'azione incoata dall'attrice è stata provocata
dall'esecuzione promossa dal convenuto che l'attrice ritiene priva di
fondamento e che vuole vedere annullata rispettivamente dichiarata nulla e
cancellata dall'apposito registro. In queste circostanze, tali richieste non
possono essere considerate secondarie o semplicemente riflesse
sull'esecuzione, ma rispecchiano il reale scopo dell'azione, la quale viene
motivata con la - pretesa - inesistenza del credito. La parte esecutiva
dell'azione presuppone l'esistenza della componente sostanziale come dal
canto suo l'interesse all'accertamento della parte sostanziale dell'azione
si rispecchia nella componente esecutiva e la presuppone. I petita 2 e 3 non
sono dissociabili - pena

la stessa irricevibilità dell'azione - dal primo petitum concernente
l'accertamento dell'inesistenza del credito.

  4.4  In conclusione si può ribadire che l'azione presentata dall'attrice
non può essere scissa in una parte sostanziale e in una parte di natura
esecutiva e che per tale motivo, ricordata l'improponibilità della parte
esecutiva all'estero, non può essere introdotta al domicilio statunitense
del convenuto. La componente sostanziale dell'azione rende però necessaria
l'applicazione della LDIP.