Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

BGE 130 II 306



130 II 306

29. Estratto della sentenza della I Corte di diritto pubblico nella
causa Ufficio federale di giustizia contro A. e Tribunale penale federale
(ricorso)

    1A.148/2004 del 21 giugno 2004

Regeste

    Art. 33 Abs. 3 lit. a SGG; Zulässigkeit der Beschwerde an das
Bundesgericht gegen Entscheide der Beschwerdekammer des Bundesstrafgerichts
über einen Auslieferungshaftbefehl.

    Die Entscheide der Beschwerdekammer des Bundesstrafgerichts über
Zwangsmassnahmen und damit die Auslieferungshaftbefehle gemäss Art. 47 IRSG
können, auch vom Bundesamt für Justiz, mit Beschwerde beim Bundesgericht
angefochten werden (E. 1).

    Während des Auslieferungsverfahrens bildet die Inhaftierung des
Verfolgten die Regel: Die Voraussetzungen, um ausnahmsweise davon
abzuweichen, müssen nach strengen Kriterien geprüft werden; diese
sind strenger als jene, die im Bereich der Untersuchungshaft gelten;
Zusammenfassung der Rechtsprechung. Die Voraussetzungen für die Freilassung
sind im vorliegenden Fall nicht gegeben (E. 2).

    Zufolge Aufhebung von Art. 219 Abs. 3 BStP sind die Beschwerdeverfahren
grundsätzlich nicht mehr kostenlos (E. 4).

Sachverhalt

    L'8 aprile 2004 Interpol Roma ha chiesto alle autorità svizzere
l'arresto ai fini estradizionali di A., cittadino italiano, condannato con
sentenza del 9 ottobre 2001 della Corte di appello di Napoli, divenuta
esecutiva il 29 maggio 2002, a una pena detentiva di otto anni e sei
mesi di reclusione. Con nota del 28 aprile 2004 l'Ambasciata d'Italia
a Berna ha presentato una domanda formale di estradizione. Il 6 maggio
2004 l'interessato è stato arrestato sulla base di un ordine di arresto
in vista d'estradizione emesso dall'Ufficio federale di giustizia (UFG).

    Il 13 maggio 2004 l'arrestato è insorto dinanzi alla Corte dei
reclami penali del Tribunale penale federale chiedendo, in via principale,
l'annullamento dell'ordine di arresto ai fini estradizionali e, in via
subordinata, l'adozione di misure cautelari sostitutive.

    La Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale (TPF),
statuendo l'8 giugno 2004, ha accolto il reclamo del detenuto e ha
annullato l'ordine di arresto in vista di estradizione. Essa, considerati
i legami familiari del reclamante, che da poco più di un anno risiede in
Svizzera con la moglie e tre figlie e il suo inserimento professionale e
sociale nel nostro Paese, ha ritenuto che la carcerazione apparirebbe
eccessiva, potendo essere sostituita con misure meno coercitive,
segnatamente il deposito di una cauzione di fr. 15'000.-, la consegna
dei documenti di identità e l'obbligo di sottoporsi a regolari controlli.

    Avverso questa sentenza l'UFG presenta, l'11 giugno 2004, un ricorso
al Tribunale federale chiedendo, in via cautelare, di concedere l'effetto
sospensivo al gravame e quindi di mantenere in detenzione estradizionale
A. e, nel merito, di annullare la decisione impugnata.

    Con decreto superprovvisionale del 14 giugno 2004 il Presidente della
I Corte di diritto pubblico ha accolto la domanda provvisionale.

    La Corte dei reclami penali rinuncia a presentare osservazioni e
si rimette al giudizio del Tribunale federale. L'opponente propone
di respingere il ricorso, di annullare il decreto presidenziale
superprovvisionale e di respingere l'istanza di effetto sospensivo.

    Il Tribunale federale ha accolto il ricorso.

Auszug aus den Erwägungen:

                        Dai considerandi:

Erwägung 1

    1.

    1.1  Il Tribunale federale esamina d'ufficio e con piena cognizione
l'ammissibilità dei ricorsi che gli vengono sottoposti, senza essere
vincolato, in tale ambito, dagli argomenti delle parti o dalle loro
conclusioni (DTF 130 II 65 consid. 1).

    1.2  Nell'indicazione sui rimedi giuridici dell'impugnata sentenza
è stato indicato che, secondo l'art. 33 cpv. 3 lett. a della legge
del 4 ottobre 2002 sul Tribunale penale federale (LTPF; RS 173.71), le
decisioni della Corte dei reclami penali concernenti misure coercitive
sono impugnabili mediante ricorso al Tribunale federale entro 30 giorni
dalla notifica, per violazione del diritto federale; la procedura è retta
dagli art. 214-216, 218 e 219 della legge federale del 15 giugno 1934
sulla procedura penale (PP; RS 312.0), applicabili per analogia.

    1.2.1  Dall'entrata in vigore completa, il 1o aprile 2004 (RU 2003
pag. 2131), della legge sul Tribunale penale federale, i reclami contro
gli ordini di arresto in vista d'estradizione e le altre decisioni
pronunciate in virtù dell'art. 47 della legge federale del 20 marzo 1981
sull'assistenza internazionale in materia penale (AIMP; RS 351.1), che fino
ad allora erano impugnabili dinanzi alla Camera d'accusa del Tribunale
federale (art. 48 cpv. 2 vAIMP), sono giudicati dalla Corte dei reclami
penali del Tribunale penale federale (art. 28 cpv. 1 lett. e LTPF, art.
48 cpv. 2 AIMP).

    1.2.2  Il carcere in vista d'estradizione rappresenta una grave
ingerenza nella libertà personale e costituisce una misura coercitiva
(cfr. messaggio del Consiglio federale concernente la revisione totale
dell'organizzazione giudiziaria federale, del 28 febbraio 2001, FF 2001
pag. 3764, n. 2.2.3 pag. 3793). Dal chiaro testo della disposizione
transitoria dell'art. 33 cpv. 3 lett. a LTPF, che non necessita pertanto
d'interpretazione (DTF 130 II 49 consid. 3.2.1; 126 II 71 consid. 6d
pag. 81) e la cui portata non è contestata dalle parti, risulta che,
perlomeno fino all'entrata in vigore della revisione totale dell'OG
(verosimilmente nel 2007), le decisioni del Tribunale penale federale
concernenti misure coercitive, e pertanto anche gli ordini di arresto
in vista d'estradizione, sono impugnabili mediante ricorso al Tribunale
federale. Il giudizio su questi ricorsi compete alla I Corte di diritto
pubblico (art. 2 cpv. 1 cifra 4 del regolamento del Tribunale federale,
secondo la modifica del 23 marzo 2004, RU 2004 pag. 2343). Per il resto, il
ricorso è tempestivo e all'UFG, quale parte (cfr. l'art. 214 cpv. 2 PP),
dev'essere riconosciuta la legittimazione a ricorrere, facoltà peraltro
non contestata né dall'opponente né dal TPF.

Erwägung 2

    2.

    2.1  Secondo l'art. 47 cpv. 1 lett. a AIMP, l'UFG può prescindere
dall'emanare un ordine di arresto in vista d'estradizione, rispettivamente
tale ordine può essere annullato e ordinata la liberazione, se la
persona perseguita non si sottrarrà verosimilmente all'estradizione né
comprometterà l'istruzione penale, se essa può produrre immediatamente
il suo alibi (art. 47 cpv. 1 lett. b AIMP), se le sue condizioni non le
permettono di essere incarcerata o se altri motivi lo giustificano (art. 47
cpv. 2 AIMP), se la domanda di estradizione e i documenti a suo sostegno
non pervengono tempestivamente (art. 50 cpv. 1 AIMP), oppure ancora se
quest'ultima appare essere manifestamente inammissibile (art. 51 cpv. 1
AIMP). Questa elencazione non è esaustiva (DTF 117 IV 359 consid. 2a;
111 IV 108 consid. 2).

    2.2  Conformemente alla costante e invalsa giurisprudenza, richiamata
dalla Corte dei reclami penali, durante la procedura di estradizione la
carcerazione della persona perseguita costituisce la regola, eventuali
deroghe essendo ammissibili soltanto ove siano date le condizioni enunciate
dall'art. 47 cpv. 1 lett. a e b e cpv. 2 AIMP (DTF 117 IV 359 consid. 2a
pag. 362; 111 IV 108 consid. 2; 109 IV 159; 109 Ib 58 consid. 2, 223
consid. 2c; ROBERT ZIMMERMANN, La coopération judiciaire internationale
en matière pénale, 2a ed., Berna 2004, n. 195 e 197; Stefan Heimgartner,
Auslieferungsrecht, tesi Zurigo 2002, pag. 57). La questione di sapere se i
presupposti per annullare un ordine di arresto e ordinare la scarcerazione
siano adempiuti dev'essere esaminata secondo criteri rigorosi, tali da
non rendere illusorio l'impegno convenzionale assunto dalla Svizzera di
consegnare, ove la domanda di estradizione sia accolta e cresciuta in
giudicato, le persone perseguite allo Stato richiedente (art. 1 della
Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957 [CEEstr; RS
0.353.1]). Infine, la liberazione provvisoria dalla carcerazione ai fini
estradizionali soggiace a condizioni più rigorose di quelle applicabili
in materia di carcere preventivo (DTF 111 IV 108 consid. 2 e 3; 109 Ib
223 consid. 2c).

    2.3  La Corte dei reclami penali ha dapprima stabilito che, come in
precedenza la Camera di accusa del Tribunale federale, adita da un reclamo
fondato sull'art. 48 cpv. 2 AIMP, essa non è competente per pronunciarsi
in merito all'estradizione in quanto tale (DTF 117 IV 359 consid. 1a e
b), ma solo sulla legittimità dell'arresto e della carcerazione in vista
d'estradizione. Le censure relative a pretese irregolarità formali o
sostanziali della domanda d'estradizione, alla sua infondatezza o alla
relativa procedura dovendo pertanto essere fatte valere esclusivamente
nell'ambito della procedura di estradizione vera e propria, per la quale
è competente, in prima istanza, l'UFG e, poi, il Tribunale federale adito
con ricorso di diritto amministrativo (DTF 111 IV 108 consid. 3a). La
Corte dei reclami penali ha pertanto dichiarato irricevibili le censure
sottopostegli in tale ambito dal reclamante.

    2.3.1  Richiamata la menzionata giurisprudenza relativa alla
carcerazione estradizionale, essa ha esaminato se l'arrestato potesse
sottrarsi all'estradizione, fermo restando che l'altra condizione
cumulativa dell'art. 47 cpv. 1 lett. a AIMP, ossia il rischio di
compromettere l'istruzione penale, non è manifestamente adempiuta in
concreto.

    2.3.2  La Corte dei reclami penali ha rilevato che la pesante condanna
pronunciata in Italia, la cui espiazione si è fatta più concreta in seguito
all'arresto litigioso, appare di per sé atta a sostanziare un pericolo di
fuga. Essa ha ritenuto, tuttavia, che le particolarità della fattispecie
e il principio della proporzionalità giustificavano eccezionalmente, nel
caso di specie, di concedere una deroga al principio della carcerazione
durante lo svolgimento della procedura di estradizione. Essa ha rilevato
che l'interessato, al beneficio di un permesso di soggiorno (di breve
durata), risiede con la moglie e le tre figlie minorenni da circa un anno
in Svizzera, ove ha tenuto un comportamento corretto; anche altri suoi
parenti stretti risiedono in Svizzera. L'importanza dei legami familiari
dell'interessato in Svizzera, la necessità del sostentamento della sua
famiglia, considerato che in seguito all'arresto egli non percepisce più
alcun salario, e la sua buona integrazione professionale, hanno fatto
concludere alla precedente istanza che il mantenimento della carcerazione
apparisse, in concreto, eccessivo.

    2.4  Come rettamente rilevato dall'UFG, nella prassi, le circostanze
che giustificano, eccezionalmente, di derogare alla regola della detenzione
estradizionale sono raramente ammesse. Così, ad esempio, è stato il caso
per una persona di 65 anni: in quella causa era stata tuttavia offerta,
oltre al deposito dei documenti e l'obbligo di sottoporsi a regolari
controlli, una cauzione di un milione di franchi, importo corrispondente
alle entrate lorde di un anno dell'estradando, e per far fronte alla
quale egli doveva verosimilmente far ricorso a terzi (sentenza 8G.66/2000
del 5 dicembre 2000, consid. 9c): ciò nondimeno, l'interessato è fuggito
dalla Svizzera (sentenza 1A.106/2001 del 21 agosto 2001). Una deroga è
stata concessa, sempre con l'adozione di adeguate misure sostitutive,
nel caso di un cittadino italiano, arrivato in Svizzera nel 1970, ove
ha soggiornato per anni, era titolare di una prospera impresa e viveva
con una compagna, dalla quale aveva un figlio: la domanda d'estradizione
concerneva tuttavia l'esecuzione di una pena privativa di libertà di due
anni e nove mesi, pronunciata per ricettazione di autoradio rubate, di cui
rimanevano 473 giorni da scontare (sentenza G.69/1996 dell'8 agosto 1996,
consid. 1 e 8). È stata altresì ammessa un'istanza di scarcerazione di un
cittadino olandese sposato con una cittadina svizzera, che esercitava da
anni la propria attività professionale nel Cantone Ticino, del quale era
stata chiesta l'estradizione per l'esecuzione di una pena detentiva di
due anni, di cui tuttavia otto mesi già subiti; anche se un pericolo di
fuga non poteva essere del tutto escluso, la durata della pena ancora da
scontare non appariva tale da indurlo alla latitanza (sentenza 1A.41/1995
del 20 febbraio 1995). La scarcerazione è stata concessa a una persona
di 68 anni, domiciliata da sei anni a Lugano, perseguita dalle autorità
italiane e il cui stato di salute, pur non impedendo la sua detenzione,
non appariva brillante. In quella causa è stato ritenuto che una fuga
verso un paese terzo, accompagnata dal relativo stress, non appariva
molto verosimile (sentenza G.55/1993 del 22 ottobre 1993).

    2.5  Nella DTF 117 IV 359 è stato per contro ritenuto che il rischio
di fuga di una persona condannata a 18 mesi di detenzione, invero senza
più legami con la Svizzera, era manifesto (consid. 2b). In un altro caso
è stato considerato che l'ampiezza dell'attività delittuosa (costituzione
di un'associazione criminale allo scopo di perpetrare truffe fiscali)
e l'eventualità di una pena privativa della libertà di lunga durata
costituivano elementi sufficienti a rendere verosimile il rischio che
il reclamante potesse sottrarsi all'estradizione, sebbene egli avesse
legami importanti con la Svizzera, essendo titolare di un permesso B,
coniugato con una cittadina svizzera e stesse per diventare padre. Tale
rischio, acutizzato dalla sua giovane età, non veniva sminuito dal fatto
che, come ritenuto anche nelle altre cause, fosse a conoscenza del suo
perseguimento e non fosse nondimeno fuggito: soltanto con l'ordine di
arresto in vista d'estradizione si erano infatti concretate sia le accuse
sia la possibilità effettiva di essere estradato (sentenza 8G.49/2002 del
24 maggio 2002, consid. 3b). Anche nel caso di una persona i cui legami
con la Svizzera erano indiscussi (titolare di un permesso di soggiorno
residente in Svizzera da 18 anni, sposato con una cittadina svizzera e
padre di due figli di tre e otto anni, entrambi di nazionalità svizzera
e scolarizzati nel Cantone Ticino), la possibilità di una condanna a una
pena privativa di libertà di lunga durata è stata ritenuta sufficiente
per negare la scarcerazione. Neppure le difficoltà finanziarie, in cui
l'interessato lasciava la moglie e i figli, permettevano di considerare
che il rischio che egli fuggisse verso un paese ove l'estradizione non
era possibile, fosse a tal punto inverosimile da poter essere scongiurato
tramite l'adozione di misure sostitutive (sentenza 8G.45/2001 del 15
agosto 2001, consid. 3a).

    2.6  Discende dalla prassi appena menzionata, che in concreto non si
è manifestamente in presenza di circostanze particolari che imporrebbero
di derogare, in via eccezionale, alla regola della carcerazione. Ciò,
a maggior ragione, considerato che la domanda estera non concerne il
perseguimento penale dell'estradando, procedura che potrebbe concludersi
se del caso con una sentenza assolutoria, ma una richiesta di esecuzione
di una pena. Inoltre, l'opponente risiede in Svizzera soltanto da poco
più di un anno e, tranne il breve soggiorno in Germania, prima abitava
verosimilmente in Italia, dove, come risulta dall'ordine di esecuzione
dell'11 ottobre 2002, in seguito alla sentenza di condanna era soggetto
a un divieto di espatrio della durata di due anni. Del resto, accennando
alla difficoltà di trovare l'importo di fr. 15'000.- per la cauzione,
l'opponente disattende che solo una somma sufficiente ed elevata è tale
da dissuadere dalla fuga, anche se la sua famiglia soggiorna, nella
fattispecie peraltro da poco tempo, in Svizzera. Infine, accennando a un
suo stato d'animo depressivo causato dalla carcerazione, egli non rende
verosimile di non essere in condizione d'essere incarcerato (art. 47
cpv. 2 AIMP).

Erwägung 3

    3.  (L'estradizione non è manifestamente inammissibile; art. 51
cpv. 1 AIMP.)

Erwägung 4

    4.  Ne segue che la sentenza impugnata dev'essere annullata.

    Le spese seguono la soccombenza, l'art. 219 cpv. 3 PP, secondo cui
la procedura di reclamo era gratuita a meno che il gravame fosse stato
temerario, essendo stato abrogato dalla legge federale sul programma
di sgravio 2003, del 19 dicembre 2003 (RU 2004 pag. 1633, 1638; FF 2003
pag. 4857, n. 2.1.11.2 pag. 4984 seg. e 5002). Non si assegnano ripetibili
all'autorità vincente (cfr. art. 159 cpv. 2 OG).

    L'emanazione del presente giudizio rende priva di oggetto la domanda
di effetto sospensivo dell'UFG.