Sammlung der Entscheidungen des Schweizerischen Bundesgerichts
Collection des arrêts du Tribunal fédéral suisse
Raccolta delle decisioni del Tribunale federale svizzero

BGE 100 IB 200



100 Ib 200

32. Estratto della sentenza 3 luglio 1974 nella causa Società cooperativa
DOMUS contro Ferrovie Federali Svizzere. Regeste

    Enteignung.

    1.  Befugnis zum Entscheid über nach Ablauf der Frist geltend gemachte
Einsprachen und Forderungen.

    Ist das Verfahren mangelhaft, wenn über die Zulässigkeit von nach
Ablauf der Frist erhobenen Einsprachen und Forderungen die Eidgenössische
Schätzungskommission anstelle ihres Präsidenten entschieden hat? Frage
im vorliegenden Fall negativ beantwortet (Erw. 1a).

    2.  Wirkung der öffentlichen Anzeige.

    Im Falle der öffentlichen Planauflage im Sinne des Art. 30 EntG gilt
die Androhung des Art. 41 EntG bezüglich der verspäteten Anmeldungen für
alle Eigentümer des Gemeindegebietes. Hat dagegen das abgekürzte Verfahren
stattgefunden, so hat die genannte Androhungbloss eine Wirkung für jene,
welche die persönliche Anzeige erhalten haben (Erw. 1b).

    3.  Voraussetzungen der Schadenersatzpflicht bei Immissionen
öffentlicher Werke: besondere Intensität (hier gegeben in der Form
der Stochastizität), Unvorhersehbarkeit und besondere Schwere des
Schadens. Ihre Prüfung in einem Fall von in nächster Nähe einer
Eisenbahnanlage gelegenen Grundstücken (Erw. 2 und 3).

Sachverhalt

                     Riassunto dei fatti:

    La Società cooperativa DOMUS, a Chiasso, i cui soci sono funzionari
ò impiegati delle amministrazioni federali, comprava nel 1949 un fondo
di circa 5000 mq al prezzo di Fr. 16.- il mq, sul quale costruiva tre
stabili, ognuno di sei piani e di 12 appartamenti. La costruzione costava,
incluso il prezzo per il terreno, circa Fr. 1 420 000.--; la cooperativa
riceveva all'uopo sussidi comunali, cantonali e federali per Fr. 378
000.-- complessivi, nonchè un mutuo della Confederazione a condizioni
particolarmente favorevoli per l'importo di oltre un milione di franchi.

    Il 10 agosto 1967 la DOMUS notificava al Presidente della Commissione
federale di stima del 13o circondario pretese di indennità nei confronti
delle Ferrovie Federali Svizzere per l'importo di Fr. 200 000.-- (elevato
successivamente a Fr. 250 000.--). Faceva valere che, a dipendenza dei
lavori di ampliamento della stazione internazionale di smistamento di
Chiasso, il fascio binari era ormai situato, nel punto più vicino, a
meno di 50 m dagli stabili. Lamentava che l'esercizio notturno e diurno
della stazione, inaugurata ufficialmente l'11 luglio 1967, era fonte di
immissioni intollerabili comportanti una svalutazione degli stabili.

    La Commissione federale di stima respingeva le pretese della DOMUS,
osservando che dei tre presupposti per l'indennizzabilità di pregiudizi
provenienti da immissioni da opere pubbliche era soltanto adempiuto quello
della specialità, non invece quello dell'imprevedibilità e della gravità.

    La DOMUS ha impugnato tale decisione con ricorso di diritto
amministrativo dinnanzi al Tribunale federale, che lo ha respinto.

Auszug aus den Erwägungen:

                   Considerando in diritto:

Erwägung 1

    1.- Nel ricorso di diritto amministrativo e nella risposta la questione
della tempestività della notificazione del lo agosto 1967 non è più
evocata. Trattandosi di un problema di diritto, inerente alla perenzione,
il Tribunale federale deve occuparsene d'ufficio. Atal proposito, valgono
le considerazioni seguenti:

    a) La decisione preliminare sull'ammissibilità (tempestività di
opposizioni e di domande di indennità presentate dopo trascorso il termine
per le notificazioni spetta al Presidente della CFS (art. 39, cpv. 2,
art. 41 cpv. 2 LEspr; art. 19 Reg. CFS). La sua decisione può essere
impugnata con ricorso di diritto amministrativo al Tribunale federale
nel termine ordinario (art. 19 cpv. 2 Reg. CFS).

    Nel caso in esame, la decisione sull'ammissibilità non è stata presa
preliminarmente dal Presidente, bensì dalla Commissione nel giudizio
di merito. Simile irregolarità non ha pregiudicato tuttavia i diritti
delle parti; non v,è neanche ragione di ritenere che il Presidente della
Commissione abbia avuto. opinione divergente da quella dei membri. Non
v'è quindi motivo perchè il Tribunale federale intervenga (cfr. RU 64 I
230/231, consid. 1).

    b) Con riferimento a RU 88 I 197, consid. 4a e a RU 92 I 178, la
Commissione ha ritenuto inapplicabile nella fattispecie l'art. 41 LEspr, la
DOMUS non avendo avuto nell'ambito delle pregresse procedure espropriative
per l'ampliamento della stazione di Chiasso la qualità di espropriata.

    Dalle citate sentenze non può però trarsi la conclusione, cui è giunta
la CFS.

    In RU 88 I 198 il Tribunale federale, appoggiandosi alla giurisprudenza
del Consiglio federale (Giurisprudenza delle autorità amministrative
della Confederazione 1948/50, N. 180), ha rilevato che l'applicazione
dell'art. 41 LEspr - e quindi dei termini di perenzione ch'esso comporta -
presuppone che un procedimento espropriativo abbia avuto luogo. Esso ha
semplicemente lasciato aperta la questione di sapere se una perenzione
a'sensi dell'art. 41 cpv. 2 LEspr (testo anteriore alla riforma entrata
in vigore il 10 agosto 1972) possa verificarsi anche nel caso in cui,
un procedimento d'espropriazione avendo avuto luogo, nessun termine per
le notifiche sia stato reso noto a coloro che, posteriormente, chiedono
risarcimento dei pregiudizi derivanti dall'esecuzione (o dall'esercizio)
dell'opera di interesse pubblico.

    Poi, in RU 92 I 178, il Tribunale federale ha precisato che ciò non
può darsi: la perenzione per tardività della notifica può verificarsi
soltanto se nel Comune stesso in cui è situato il fondo ha avuto
luogo una pubblicazione dei piani a'sensi dell'art. 30 LEspr, oppure
se all'interessato è stato intimato un avviso personale a'sensi degli
art. 33 e 34 LEspr. Nel caso concreto, l'esistenza delle premesse fu
negata, perchè la pubblicazione intervenuta nel Comune era stata quella
dei piani esecutivi a'sensi dell'art. 26 LSN, mentre l'acquisizione dei
fondi necessari alla costruzione dell'autostrada era avvenuta nelle vie
del raggruppamento dei terreni, e non per espropriazione. Contrariamente
a quanto ritiene la CFS, il Tribunale federale non ha però detto, nelle
menzionate sentenze, che, accanto all'una o all'altra delle alternative
premesse sopra specificate, occorra ancora, per l'applicazione dell'art. 41
LEspr, che nella pregressa procedura espropriativa l'interessato abbia
avuto qualità formale di espropriato, cioè sia stato incluso nelle tabelle
d'espropriazione. Una simile condizione svuoterebbe d'ogni senso la
procedura di avviso pubblico prevista dall'art. 30 LEspr, e creerebbe due
categorie di danneggiati, che per la notifica delle loro ulteriori pretese
soggiacerebbero, quanto all'applicabilità dei termini perentori, a due
diversi regimi giuridici. Da un lato coloro che, nella pregressa procedura,
sono stati espropriati, e che sarebbero tenuti, pena la decadenza dei loro
diritti, a notificare ulteriori pretese, posteriormente sorte, nei termini
perentori dell'art. 41 LEspr; dall'altro, tutti gli altri proprietari che,
non essendo stati coinvolti nella pregressa procedura, non sarebbero neppur
soggetti ad alcun termine per la notifica di pretese ulteriormente nate.

    Si deve quindi concludere che, allorquando il pubblico deposito
dei piani ha avuto luogo, la comminatoria dell'art. 41 LEspr in caso di
tardività delle notifiche vale per tutti i proprietari del comprensorio
comunale; nel caso in cui, invece, siasi fatto luogo alla procedura
abbreviata, essa ha effetto soltanto per coloro che hanno ricevuto
l'avviso personale.

    c) Nel caso concreto, risulta che per l'acquisto dei fondi necessari
all'ingrandimento della stazione nel Comune di Chiasso, le FFS hanno
fatto capo all'espropriazione, e che la procedura seguita è stata quella
ordinaria, con pubblico avviso e deposito pubblico dei piani.

    L'art. 41 LEspr è quindi applicabile alla notificazione della DOMUS,
contrariamente all'opinione della CFS, anche se, non avendo dovuto cedere
terreno, essa non fu considerata formalmente espropriata nella pregressa
procedura.

    d) Come rettamente ha giudicato - in via abbondanziale - la CFS, la
notificazione del 10 agosto 1967 devesi però considerare tempestiva. È vero
che i lamentati disturbi già si verificavano da alcuni anni. Tuttavia,
i lavori di ampliamento della stazione non erano ancora terminati e,
soprattutto, l'esercizio del traffico non aveva ancora assunto il suo
assetto definitivo. Sulla scorta delle informazioni, fornitele dalle
stesse FFS, la DOMUS poteva legittimamente sperare che gli inconvenienti,
terminati i lavori e instaurato l'esercizio definitivo, si sarebbero
attenuati. Le esproprianti infatti, nella lettera del 5 ottobre 1964 al
patrono della ricorrente, avevano esposto che "... i disturbi lamentati
... dovrebbero diminuire sensibilmente tosto che la testata nord del fascio
doganale sarà collegata col gruppo d'entrata della stazione merci e le
manovre dei treni potranno svolgersi prevalentemente nella parte ovest
del settore doganale, verso Balerna". Come la giurisprudenza ha rilevato
(RU 64 I 233 ss.), il termine di 30 giorni previsto dall'art. 41 cpv.
2 LEspr (nella versione anteriore alla riforma del 18 marzo 1971) comincia
a decorrere soltanto dal momento in cui l'interessato possegga tutti gli
elementi necessari per appurare l'esistenza e procedere alla valutazione
del danno. Solo al momento in cui la stazione fu ufficialmente inaugurata
(11 luglio 1967) la DOMUS doveva e poteva, nelle concrete circostanze,
aver la certezza che la situazione da lei lamentata era ormai irreversibile
e definitiva; comunque, le FFS non hanno recato la prova del contrario.

Erwägung 2

    2.- Per giudicare se le immissioni, provenienti dall'esercizio
ferroviario, siano eccessive a'sensi dell'art. 684 CC, e quindi comportino,
essendo inevitabili ed inerenti ad un normale uso degli impianti, il
pagamento di un'indennità sostitutiva dell'improponibile azione civile
di cessazione della turbativa (RU 93 I 302 consid. 4; 94 I 297; 96 II
348 consid. 6), la Commissione federale di stima si è fondata sui criteri
(specialità, imprevedibilità, gravità del danno) che la giurisprudenza del
Tribunale federale ha elaborato a proposito delle immissioni provenienti
da strade pubbliche, segnatamente da autostrade (RU 94 I 299 ss; 95 I 494
consid. 6; 98 Ib 331). La ricorrente non impugna questa giurisprudenza nè
l'estensione di essa alle immissioni causate dalle ferrovie, già sancita
dal Tribunale federale nella recente sentenza Knecht dell'8 maggio 1974.

Erwägung 3

    3.- La CFS ha ammesso la ricorrenza del requisito della specialità,
negato invece quella dei requisiti dell'imprevedibilità e della gravità
del danno.

    a) Come il Tribunale federale ha ammesso nel già ricordato caso Knecht,
devesi riconoscere con la CFS che le immissioni provenienti da una stazione
di smistamento e manovra quale quella di Chiasso sono, rispetto alle
immissioni provenienti da una linea ferroviaria usuale, speciali. Questa
specialità risiede nella stocasticità delle immissioni, cioè nel carattere
meramente aleatorio del loro insorgere e delle variazioni della qualità e
del livello sonoro, che comportano particolare difficoltà di assuefazione o
addirittura la escludono (cfr. la citata sentenza Knecht, e le risultanze
generali delle perizie in quel caso allestite, che coincidono con le
risultanze della perizia EMPA negli atti di causa).

    b) Se a ragione la Commissione ha ammesso la specialità, pure a ragione
essa ha però negato l'esistenza del requisito della imprevedibilità.
   È vero che dagli atti prodotti dalla ricorrente sembra dedursi
che, al momento in cui la DOMUS, nel 1949, preferì acquistare il terreno
al Pizzicone, piuttosto che quello al Lavazzee, uno degli elementi che
determinarono la scelta fosse "la posizione... ideale" del fondo "per
quanto concerne la quiete", mentre il fondo al Lavazzee entrava "nella
zona di sviluppo industriale, e perciò poco tranquilla", ed era prevista
sullo stesso "la costruzione della camionale che, adiacente all'abitato,
attraverserebbe l'appezzamento da sud a nord, svalutandolo e creando
irreparabili inconvenienti, quale pericolo, rumore e polvere". Ma, dagli
stessi atti, risulta altresi che la scelta del Pizzicone fu influenzata,
in modo determinante, dal prezzo più favorevole e dalla migliore qualità
del terreno per le fondazioni.

    Si deve concedere anche alla ricorrente che, come dimostrano le
fotografie relative alle espropriazioni di Chiasso, al momento della
loro costruzione le tre case sorgevano in periferia, attorniate da
prati. Tuttavia solo una fascia di particelle prative, della larghezza di
meno di cento metri, le separava dagli allora già esistenti binari dello
scalo merci, sui quali venivano già allora effettuate le manovre. Agli
organi della ricorrente - composti di persone oltretutto cognite dei
problemi ferroviari - non doveva nè poteva sfuggire che, in caso di
potenziamento di quegli impianti, sarebbe naturalmente entrato in
considerazione un ampliamento in direzione del loro fondo, poichè solo
su quel lato esistevano i necessari terreni liberi. Contrariamente a
quanto sostiene la ricorrente, una simile ipotesi non aveva affatto
un carattere meramente congetturale: dalla fine della guerra, infatti,
l'aumento del traffico ferroviario internazionale aveva reso il problema
del-l'ampliamento d'attualità, e lo stesso Municipio di Chiasso - come
rilevano le FFS nella loro risposta - era intervenuto sin dal 1947 presso
la Direzione del II Circondario, sollecitando provvedimenti.

    Legittimamente la CFS ha tratto da questi elementi la conclusione
che la condizione dell'imprevedibilità fa, in casu, difetto.

    c) Infine, la relazione dei periti del Tribunale federale conferma che,
come ha ritenuto la CFS, fa difetto il requisito della gravità del danno.

    Certo, si deve concedere alla ricorrente che la circostanza per cui -
fatta eccezione di un solo caso - gli inquilini degli stabili non sono
partiti, nonostante gli inconvenienti dovuti ai rumori, può anche non
esser determinante. Infatti gli inquilini coincidono, a quanto sembra,
con i soci della cooperativa, per cui, dal punto di vista economico,
essi possono esser equiparati a comproprietari degli stabili, che loro
servono d'abitazione. Del pari, si potrebbe prescindere dal considerare,
nella ricerca di un'eventuale svalutazione degli immobili, la modestia
degli affitti che la ricorrente esige dai propri inquilini, vuoi in
ossequio allo scopo statutario, vuoi grazie alle condizioni favorevoli
del finanziamento, ottenuto dalla stessa Confederazione.

    Ma anche prescindendo da codesti elementi, la ricorrente non ha
dimostrato che, se gli stabili fossero gestiti con criteri meramente
commerciali, i denunciati inconvenienti comporterebbero nelle concrete
circostanze vigenti in Chiasso un'effettiva e rilevante diminuzione del
loro valore venale. I periti federali, il cui reperto scevro di errori
e di lacune vincola il Tribunale federale (RU 87 I 90; 94 I 291), hanno
concluso che i lamentati inconvenienti non incidono in grado suscettibile
di misurazione sul predetto valore venale: dal loro referto il Tribunale
federale non ha motivo di scostarsi.